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Ora c'è pure chi istiga gli ambientalisti di Ultima Generazione: "Venite a imbrattare Venezia"

Per la sua provocazione si è beccato una denuncia

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Dopo che il Governo Meloni ha avanzato la proposta di legge di una multa da 60mila euro contro gli ecoattivisti e imbrattatori dei beni culturali, sta tenendo banco su questo specifico la provocazione fatta da un blogger verso gli esponenti di Ultima Generazione:

"Va bene Roma, Firenze... Ma Venezia? Non vale niente sta città? Venite ad imbrattare San Marco e Palazzo Ducale".

Un video, divenuto virale sui social, per il quale, come dichiarato dallo stesso blogger, si è beccato una denuncia per istigazione a delinquere.

"Venite a imbrattare Venezia"

Sta facendo particolarmente discutere, come raccontato da Prima Venezia, il filmato pubblicato dal blogger Federico Blumer che, provocando gli attivisti di Ultima Generazione, li invita nel capoluogo veneto ad imbrattare la Basilica di San Marco e Palazzo Ducale.

Federico Blumer, originario di Varese, per sua stessa ammissione afferma che si trova a parlare di Venezia perché "innamorato di questa città".

"Questo è un messaggio per gli attivisti di Ultima Generazione. Va bene Roma, va bene Firenze, ma Venezia? Non vale niente sta città? Venite a imbrattare la basilica, venite a imbrattare palazzo ducale. Se volete lanciare un messaggio venite qua! Venite e lanciate vernice qua a Venezia perché qui farà sicuramente più rumore di tutti gli altri posti che avete scelto in passato".

Il suo messaggio, quindi, altamente provocatorio, punta sul fatto di far venire gli ecoattivisti anche nella città veneziana per riportare l'attenzione sul fatto che, come dichiara il blogger, "Venezia si sta svuotando di cittadinanza" e che non ci sia più "una discussione sulla città".

"Venezia viene vista come una cava immobiliare".

Per la video-provocazione, tuttavia, Federico Blumer si è visto recapitare una denuncia per istigazione a delinquere. D'altronde le sue parole hanno generato profonda irritazione anche nella popolazione veneziana. Per quanto le sua volontà fosse stata quella di sostenere un cambiamento per la città di Venezia, invitare gli ecoattivisti a imbrattare una delle più importanti bellezze artistiche della nostra Penisola non è il modo più adatto.

60mila euro di multa a chi imbratta beni culturali

Nel frattempo, sul tema degli ecoattivisti, il Governo Meloni si starebbe muovendo verso la linea dura. E' stato infatti proposto un disegno di legge contro gli imbrattatori dei beni culturali: Fratelli d'Italia ha firmato il testo di una pdl che prevede carcere fino a tre anni per gli atti vandalici contro opere d'arte o bellezze storiche. La bozza del documento prevede inoltre una maxi multa che va da 20mila a 60mila euro.

L'intenzione del testo, spiega il senatore Lisei, è duplice:

"Estendere il reato previsto dall'articolo 635 del codice penale sul danneggiamento, che ora è difficilmente applicabile a chi deturpa o imbratta un bene nel caso in cui il danno non sia in linea teorica permanente e la seconda, prevedere la possibilità di applicare una sorta di Daspo urbano a questo tipo di condotta".

Una proposta che però non spaventa il collettivo Ultima Generazione, autore delle diverse iniziative di protesta degli ultimi mesi, tra blocchi del traffico su strade e autostrade (il più recente avvenuto a Padova), ad appunto i lanci di vernice o zuppe su monumenti, quadri e opere d'arte, come i recentissimi attacchi a Firenze (che hanno visto anche l'intervento da parte del sindaco Nardella) e alla fontana Barcaccia a Roma.

"Questo governo - afferma Ultima Generazione - non vuole aprirsi al dialogo e non ha a cuore le famiglie, che pagheranno sempre più cara la frutta e il riso e tutto il cibo, in una estate che sarà torrida e arida e dura da superare. Perché la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non accetta un tavolo di lavoro per affrontare in modo strutturale il problema dello stravolgimento del clima e della siccità?

Lei non è Mosè, ma può salvare il suo popolo. Se sentono di dover prendere provvedimenti del genere, è perché la disobbedienza civile sta funzionando e si sentono minacciati. La repressione è la prima risposta a ciò che non si vuole ascoltare. Noi siamo preparati alla repressione e non ci spaventa. Non possiamo fermarci, il clima non si ferma".

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