Online la piattaforma nazionale per monitorare le liste d’attesa. Schillaci: “Miglioramento, ma non basta”
Nel frattempo, i dati raccontano una realtà preoccupante: secondo l’Istat, nel 2024 una persona su dieci ha rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria

È finalmente disponibile online, sul Portale della Trasparenza di AGENAS, la prima versione del cruscotto della Piattaforma Nazionale delle Liste di Attesa (PNLA), lo strumento pensato per monitorare, su scala nazionale, i tempi di attesa delle prestazioni sanitarie ambulatoriali.

L'annuncio arriva dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha sottolineato come la nuova piattaforma permetta ai cittadini di accedere ai dati relativi ai tempi di attesa, con una trasparenza mai vista prima.
“La piattaforma – ha spiegato Schillaci intervenendo a L’aria che tira su La7 – consentirà ai cittadini di vedere i tempi di attesa su base nazionale per le visite di diagnostica. È un passo avanti importante, ma serve un impegno collettivo: non vogliamo punire le Regioni, ma collaborare con loro. C’è un miglioramento, ma non basta: il nostro obiettivo è garantire che il Servizio sanitario nazionale risponda davvero ai bisogni dei cittadini”.
Come funziona il nuovo cruscotto
Il cruscotto della PNLA è stato realizzato da AGENAS (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) in attuazione della Legge n. 107 del 29 luglio 2024. In questa prima fase sperimentale, la piattaforma raccoglie mensilmente i dati forniti da Regioni e Province autonome, sulla base delle indicazioni del Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa (PNGLA).
Attualmente, i dati consultabili riguardano il periodo gennaio-maggio 2025 e includono diversi indicatori, tra cui:
- il numero totale di prenotazioni,
- la percentuale di prenotazioni effettuate in giorni festivi o prefestivi,
- la quota di prime disponibilità accettate dai pazienti,
- la distribuzione delle prestazioni per classe di priorità (U, B, D, P),
- i tempi medi di attesa per ciascuna prestazione e classe di priorità.
Inoltre, il sistema offre una suddivisione dettagliata per singola prestazione, classe di priorità e tipo di giornata (festiva o feriale). Il cruscotto è destinato ad essere aggiornato progressivamente con ulteriori analisi e dati più granulari.
I ritardi e le criticità segnalate da Gimbe
La Fondazione Gimbe, che da anni monitora lo stato della sanità pubblica italiana, soltanto pochi giorni fa, ha espresso forti riserve sulla reale efficacia delle misure finora adottate.
“Nonostante gli annunci, il Decreto Legge Liste d’attesa (DL 73/2024) non ha ancora portato benefici tangibili per i cittadini”, aveva dichiarato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione, in una nota di qualche settimana fa.
Nel frattempo, i dati raccontano una realtà preoccupante: secondo l’Istat, nel 2024 una persona su dieci ha rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria, il 6,8% a causa delle lunghe liste d’attesa e il 5,3% per motivi economici. La motivazione legata alle liste d’attesa, in particolare, è aumentata del 51% rispetto al 2023.
I nodi ancora irrisolti
Secondo una ricostruzione fornita da Gimbe, al 10 giugno 2025, dei sei decreti attuativi previsti dal DL Liste d’attesa, solo tre risultavano pubblicati in Gazzetta Ufficiale (lo scorso aprile). Uno era scaduto da oltre nove mesi, mentre altri due non avevano ancora una data di scadenza definita.
Schillaci, durante un question time alla Camera il 5 novembre 2024, aveva promesso la disponibilità del cruscotto nazionale già da febbraio 2025. Ma i passaggi successivi si sono rivelati più lenti del previsto.