Oggi è l'Earth overshoot day: abbiamo già terminato le risorse naturali del 2021
Cingolani: "Al 2090 ci saranno problemi di estinzione con l’aumento della temperatura media globale fra 4-5 gradi in assenza di azioni per ridurre emissioni".
Oggi, 29 luglio 2021, è l'Earth Overshoot Day e non è una buona notizia. Con questo termine si indica infatti il momento in cui la Terra esaurisce le risorse naturali previste per tutto l'anno, in soli sette mesi abbiamo già consumato ciò che avremmo dovuto distribuire su dodici. E non è ancora finita: l'anno scorso il parametro si era verificato il 22 agosto, ciò significa che, invece di migliorare, abbiamo spremuto ancor di più le risorse naturali, anticipando di quasi un mese rispetto al 2020.
Oggi è l'Earth Overshoot Day
Da decenni, ormai, attingiamo con largo anticipo alle risorse disponibili per l'anno successivo. Un esempio di come la situazione sia andata fuori controllo: nel 1970 la giornata era caduta il 29 dicembre, sostanzialmente in pari fra consumi e risorse naturali disponibili. Secondo alcune stime, per posticipare la data, un dimezzamento delle emissioni globali di carbonio servirebbe a spostare l'Earth Overshoot Day di 93 giorni, ovvero di oltre tre mesi.
Fra le cause principali del sovrasfruttamento ci sono l'aumento dell'impronta ecologica e la deforestazione: per quest'anno è stato calcolato un aumento del 6,6% dell'impronta di carbonio e un calo dello 0,5% della biocapacità delle foreste a livello globale sull'anno precedente.
L'Italia ha fatto ancora peggio
Analizzando la situazione nel dettaglio emerge un altro dato: l'Italia, nel 2021, ha esaurito le risorse a sua disposizione molto presto, il 13 maggio scorso, e da allora è in debito con la Terra per l'alimentazione, l'energia e altri prodotti che importa. Il primo overshoot day mondiale nel 2021 è stato in Qatar (9 febbraio), a marzo Emirati Arabi Uniti (il 7), Canada e Stati Uniti (il 14), in aprile ha riguardato, tra gli altri, Corea (5), Singapore (10), Israele (16), Russia (17) e maggio Germania (5), Giappone (6), Francia (7). A giugno la Cina (il 7) mentre l'ultimo overshoot day dell'anno riguarderà l'Indonesia il 18 dicembre.
Cingolani: 2090 a rischio estinzione con 4-5 gradi in più
E sul tema dell'emergenza ambientale si è espresso anche il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani in audizione in Commissione Istruzione pubblica, Beni culturali al Senato sull’impatto dei cambiamenti climatici sui beni culturali e sul paesaggio.
Al 2090 ci saranno problemi di estinzione con l’aumento della temperatura media globale fra 4-5 gradi in assenza di azioni per ridurre emissioni; se l’aumento è di 2 gradi ci saranno danni, eventi climatici estremi ma ciò non pone criticità per la razza umana, sarà un disastro ma gestibile con azioni decise per ridurre le emissioni di gas serra; se nella seconda metà del secolo l’aumento medio della temperatura è di 1,5 gradi, che significa fare meglio dell’accordo di Parigi, vuol dire aver avuto ora una reazione immediata e radicale verso riduzione delle emissioni di CO2.
Cingolani ha osservato che é necessaria una "maratona di 30 anni di tutti i Paesi" per azzerare il carbonio in atmosfera ed evitare il peggio.
Occorre:
"Un chiaro patto con gli italiani sul fatto che le future scelte dovranno appoggiare queste strategie, questa programmazione di cui le future generazioni dovranno prendere il testimone fino al 2050. Non possiamo sbagliare un anno. Con sensori, satelliti, algoritmi di Intelligenza artificiale sofisticati dobbiamo fare prevenzione altrimenti questa roba non la fermiamo. Dobbiamo monitorare ogni centimetro quadrato del pianeta".