Nuovi focolai Covid arrivano dall'Est: prima le badanti, ora la vendemmia
A Treviso una 48enne è morta in una baracca: stava male da giorni, ma nessuno aveva chiamato il 118. A Ferrara invece un anziano è in rianimazione a causa di cure tarocche. Infine anche in Vaticano...
E' un problema di squilibrio, in questa fase. Se l'Italia tutto sommato è messa bene, in altri Paesi d'Europa la campagna vaccinale è ferma al palo. Ed è soprattutto dall'Est che giungono i maggiori rischi di veder alzare la curva dei contagi da Covid-19, per via dello scoppio di nuovi focolai.
La scorsa estate, dopo le vacanze, era scattato l'allarme badanti (tra l'altro anche perché lo Sputnik russo non vale per ottenere il Green pass), adesso il problema sono i lavoratori stagionali, in particolare quelli che arrivano nel nostro paese per la vendemmia.
Morta una 48enne rumena a Valdobbiadene
Focolaio Covid individuato dall’Ulss 2 tra i lavoratori stagionali di una azienda vitivinicola a seguito del decesso di una 48enne di origini romene, assunta per la vendemmia assieme ad altri
Come racconta Prima Treviso, un gruppo di 14 lavoratori (sei uomini e otto donne) - tutti non vaccinati - era arrivato a Valdobbiadene, vicino a Treviso, il 17 settembre scorso in pullman dalla Romania.
Venerdì sera, nell’alloggio fornito ai lavoratori dall’azienda agricola che li aveva presi come stagionali, è stato registrato il decesso di una 48enne: stava male da giorni, con sintomi del Covid, ma nessuno aveva chiamato il 118.
Ora anche una compagna di stanza 45enne è stata ricoverata in Terapia Intensiva a Treviso, ma tutti i lavoratori dell'azienza vinicola - stagionali e non - ora sono in quarantena.
Coldiretti lancia un appello a tutte quelle comunità, Paesi dell’Est in primis, che finora hanno aderito con basse percentuali alla vaccinazioni.
A Ferrara, in rianimazione Covid a causa di cure tarocche
Posto che la vaccinazione resta l'arma più efficace, anche una diagnosi tempestiva è importante. Ma lo è anche affidarsi a cure riconosciute.
A Ferrara un 68enne no vax è gravissimo in rianimazione, dopo essersi ammalato ed aver provato a curarsi con telemedicina e consulti via telefono e email.
E la locale Procura ha aperto un fascicolo contro un medico dell'associazione Ippocrateorg, che proponeva all'anziano cure domiciliari alternative, ovvero non riconosciute dai protocolli delle autorità sanitarie.
Il paziente aveva addirittura chiesto di essere dimesso: quando i medici (quelli veri) hanno visto le email e gli scambi di messaggi col medico no vax, si sono messi le mani nei capelli e hanno allertato la Procura.
Ippocrateorg è la discussa associazione che ha organizzato l'estate scorsa anche un convegno in Senato e fa firmare a chi accetta di sottoporsi ai suoi metodi un modulo per esonerare il medico da ogni responsabilità.
C'è ancora chi proprio non vuol vaccinarsi, anche in Vaticano
Colpisce in questo quadro articolato anche il fatto che, in nome di un preconcetto ideologico debole e in antitesi con la comunità scientifica, molti no vax decidano di rinunciare alla loro professione.
L'ultimo eclatante caso arriva dal Vaticano, dove ben tre guardie svizzere hanno deciso di svestire la pittoresca divisa rosso-arancio: pur di non vaccinarsi hanno detto addio alla difesa di Papa Francesco e a un ruolo molto ambito.
Questo perché stare a stretto contatto col Santo padre non è uno scherzo e non sarebbe sufficiente fare un tampone ogni tre giorni: per questo motivo altri tre corazzieri no vax alla fine hanno deciso di farsi vaccinare, mentre i tre irriducibili torneranno in Svizzera a cercare un altro lavoro.
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