Non è stata un'orsa femmina a uccidere Andrea Papi: l'intervista ai due anatomopatologi forensi
Roberto Scarcella e Cristina Marchetti, medici veterinari, hanno redatto le due perizie forensi depositate al Tar di Trento, che dovrà pronunciarsi sul destino di Jj4, finora ritenuta responsabile della morte del runner Andrea Papi
La notizia è deflagrata poco dopo le 15 del pomeriggio di oggi, lunedì 8 maggio 2023, attraverso un comunicato stampa inviato alle redazioni di tutta Italia.
Mittente la LEAL, Lega Antivivisezionista, un'associazione animalista con sede a Milano.
Titolo: "Jj4 è innocente! La perizia veterinaria forense la scagiona".
"Non è stata un'orsa femmina a uccidere Andrea Papi"
Colpo di scena, insomma, nella dibattuta vicenda che ha tenuto banco nelle ultime settimane, ovvero da quel 5 aprile 2023 in cui il runner 26enne Andrea Papi è stato trovato senza vita in un bosco a Caldes, in Trentino. Nel centro faunistico del Casteller, vicino a Trento, si trova tuttora Jj4, l'orsa nel frattempo catturata (in copertina nella trappola a tubo) perché ritenuta responsabile dell'aggressione in seguito all'analisi di tracce di dna trovate sul ragazzo: il suo destino è appeso a un filo, perché l'11 maggio prossimo il Tar si pronuncerà su un'ordinanza di abbattimento emessa dalla Provincia di Trento.
Un quadro probabilmente destinato a cambiare in maniera radicale.
Nel suo comunicato, infatti, l'associazione spiega d'aver acquisito le perizie forensi depositate al Tar di Trento da due consulenti, entrambi medici veterinari ed entrambi anatomopatologi forensi: Roberto Scarcella e Cristina Marchetti, periti di parte delle associazioni ambientaliste che hanno fatto ricorso al Tar.
L'analisi del lavoro dei due consulenti ha portato Leal a trarre alcune conclusioni.
In sintesi:
- Dall'analisi delle ferite sul giovane ucciso e quindi dalla dentatura si deduce che è stato un orso maschio a uccidere Andrea Papi, quindi non può essere stata Jj4.
- La prova del dna non consentirebbe di stabilire affatto con certezza che sul corpo del runner ci siano tracce di Jj4 e non di un altro orso con forti similitudini genetiche.
- Infine le ferite sarebbero non compatibili con attività predatoria (non avrebbe agito per "fame", non ci sono tracce di consumo) o con attacco deliberato, intenzionale per eliminare un avversario.
Intervista all'anatomopatologa Scarcella
Intanto va precisato che i due consulenti ai quali s'è rivolto il Tar di Trento non hanno eseguito un lavoro a quattro mani, ma due analisi indipendenti.
"Abbiamo messo il dubbio - ha confermato per la propria parte il veterinario Roberto Scarcella, contattato telefonicamente dalla nostra redazione - Perché non abbiamo alcuna documentazione in mano che dicesse quali caratteristiche ha l'impronta dentale di Jj4. Ma sappiamo che lo spazio fra i due incisivi in un orso maschio adulto è fra gli 8 e gli 8.5 mm, mentre in una femmina è decisamente minore. Dato che sappiamo che Jj4 è stata catturata già nel 2020 (quando le hanno poi installato il radiocollare, ndr) e che in quell'occasione dev'essere stata effettuata anche un'impronta dentale, abbiamo suggerito al Tar di verificare ulteriori elementi".
Mentre sulla dinamica dell'uccisione di Andrea Papi:
"Non ci sono strappi, è plausibile che il corpo del giovane sia stato trascinato, ma non ci sono evidenze che portano a un aggressione deliberata per uccidere un avversario o una fonte di rischio".
Intervista all'anatomopatologa Marchetti
Abbiamo raggiunto telefonicamente anche la dottoressa Marchetti, assegnista di ricerca sulle Tecniche autoptiche e la Patologia forense veterinaria presso l’Università degli Studi di Parma, che ci ha fornito ulteriori spiegazioni.
"Riguardo alla dentatura, la natura delle ferite dice che è molto difficile che possa essersi trattato di un orso femmina, lo confermo. Riguardo al dna mi sono limitata a inserire nella mia relazione una domanda: sappiamo che un'analisi su tracce di dna è stata fatta, il punto è stabilire quale grado di certezza hanno queste le risultanze".
In sostanza, se le ferite sono compatibili con un orso maschio, occorre necessariamente verificare che il dna analizzato non sia quindi di un altro esemplare "imparentato" con Jj4.
Facendo riferimento alle indagini molecolari - scrive, infattiu, anche la Leal - è d'obbligo una precisazione: "Essendo quella trentina una popolazione derivante da pochi soggetti capostipiti, sappiamo che essa è caratterizzata da una limitata variabilità genetica. Se da un lato varie fonti non ufficiali si esprimono con avverbi di non certezza (esempio: presumibilmente), dall’altro lato, al contrario i provvedimenti prospettati sul destino dell’orso lasciano dedurre che l’identificazione sia avvenuta con elevato grado di certezza”.
Ma torniamo alla dottoressa Marchetti e soprattutto alla dinamica dell'uccisione del giovane di Caldes.
"Mi sono occupata in quattro occasioni di autopsie su orsi provenienti dal Trentino, vittime di attacchi fra esemplari della stessa specie. Due erano giovani, altri due adulti. Il pattern lesivo non corrisponde nel nostro caso all'aggressività messa in atto dall'animale in una sequenza d'attacco deliberata e ripetuta. Per altro parliamo di animali non territoriali e che non attaccano l'uomo per un fatto d'alimentazione".
Insomma, l'esperta si ferma qui, ma si può concludere che Andrea Papi si sia trovato in una situazione sfortunata quanto imprevedibile: lui e l'animale possono essersi trovati l'uno di fronte all'altro improvvisamente e dopo essere entrati in contatto la reazione dell'orso è comunque bastata per infliggere al ragazzo ferite risultate poi mortali.
Quale destino per Jj4 (e per il vero "colpevole")
A questo punto, però, che fare?
"Il mio parere personale è che non si dovesse abbattere Jj4 anche quando si pensava che fosse stata lei la vera 'colpevole' - ha concluso Cristina Marchetti - Si tratta di animali con i quali l'uomo deve trovare un equilibrio, non possiamo pensare che avventurarsi nei boschi sia come fare passeggiare in un parco pubblico di città.
Detto questo, il nostro lavoro non esprime giudizi, ma fornisce elementi su cui spesso effettuare ulteriori indagini. Il Trentino ha sempre ritenuto utile la diagnostica post mortem, che io eseguo in versione forense, e spero che continui a farlo: nel mio lavoro il punto non è individuare UN colpevole... si tratta semplicemente di avere la certezza di aver individuato IL colpevole".
Già, anche perché, mentre Jj4 è in gabbia, a piede libero ci potrebbe essere un animale realmente pericoloso...
Leal: "Liberare subito Jj4 e dimissioni di Fugatti"
Tornando per chiudere alla Leal, l'associazione parla di "farsa costruita artatamente da Fugatti e dalla sua Giunta", chiede a questo punto la liberazione immediata dell’orsa Jj4 e le dimissioni del Presidente della provincia di Trento, appunto il leghista Maurizio Fugatti.
Gian Marco Prampolini, Presidente LEAL, dichiara:
“Con il deposito presso il TAR delle perizie forensi a firma del dottor Roberto Scarcella e dottoressa Cristina Marchetti, ci batteremo con ancor più forza in tutte le sedi opportune affinché le illegittime ed illogiche ordinanze di abbattimento non possano mietere vittime innocenti. E chiediamo sin da ora l'immediata liberazione dell'orsa”.
La replica della Provincia (e della famiglia di Papi)
La Provincia di Trento, però, non ha dubbi e continua a sostenere con forza che la responsabilità della morte del runner 26enne sia di Jj4.
E sulla vicenda è intervenuta con una nota anche la famiglia di Andrea Papi, che ha preso le distanze "da ricostruzioni che allo stato non trovano, secondo gli atti ufficiali, oggettivi riscontri, confidando che la relazione peritale disposta dalla Procura, quando sarà depositata, possa mettere un punto alla dolorosa vicenda".
"La Procura ha disposto un incidente probatorio i cui esiti non sono ancora noti, se non per alcuni aspetti già evidenziati con un comunicato stampa dal Procuratore della Repubblica e che vanno nella direzione opposta rispetto alle sensazioni dei consulenti di parte della Leal".
daniele.pirola@netweek.it