Nomine NITAG, Schillaci sceglie due medici omeopati e critici sui vaccini. Ira delle associazioni scientifiche
Si tratta di Paolo Bellavite ed Eugenio Serravalle, quest'ultimo ha già minacciato querele e si dichiara "prudente e coraggioso"

L’aggiornamento del Gruppo Tecnico Consultivo Nazionale sulle Vaccinazioni (NITAG), deciso dal ministro della Salute Orazio Schillaci, ha innescato un acceso dibattito nel mondo scientifico, politico e sanitario.
Fra i 22 membri appena nominati figurano infatti Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite, due professionisti noti per aver espresso in passato posizioni critiche verso le politiche vaccinali, anche in riferimento ai vaccini obbligatori per i bambini, e per il loro sostegno all’approccio omeopatico.

Le reazioni del mondo scientifico
Le società scientifiche hanno reagito con fermezza. La loro posizione è netta:
"Se i vaccini, come un farmaco immunoterapico, un intervento chirurgico o un esame radiologico, sono scienza, chi ne avversa l’utilizzo non può far parte di organismi che si fondano su di essa".
Il Patto Trasversale per la Scienza (PTS) ha definito le due nomine "un grave segnale di legittimazione di teorie antiscientifiche, con potenziali effetti molto preoccupanti per la salute pubblica", ricordando che Serravalle e Bellavite "hanno pubblicato e promosso contenuti pseudoscientifici, mettendo in dubbio la sicurezza e l’efficacia dei vaccini e sostenendo teorie prive di fondamento".
Il PTS ha inoltre avviato una petizione su change.org per chiedere la revoca delle nomine, sottolineando che gli organi consultivi dello Stato dovrebbero essere composti "da figure con comprovata adesione al metodo scientifico e fiducia nell’efficacia delle vaccinazioni".
La posizione della FNOMCeO
Il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (FNOMCeO), Filippo Anelli, ha chiesto al governo di rivedere la composizione del NITAG:
"Condizione irrinunciabile perché ci possa essere un contributo diretto della FNOMCeO. Al contrario, stando così le cose, la nostra assenza appare più un privilegio che un’esclusione".

Anelli ha espresso perplessità su alcune nomine e segnalato che mancano figure utili alle strategie di prevenzione vaccinale.
Le critiche delle società mediche
Durissima la Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI): il presidente Enrico Di Rosa ha parlato di "profonda contrarietà e sconcerto", avvertendo che la presenza di figure che hanno diffuso disinformazione sui vaccini "rischia di produrre un grave danno comunicativo e culturale, minando la fiducia dei cittadini".
Netta anche la condanna dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano (OMCeO). Il presidente Roberto Carlo Rossi ha dichiarato:
"Le parole “medico” e “no-vax” non possono stare insieme. Questa nomina offende la memoria di chi è morto per il Covid e di chi ha combattuto in prima linea".
Rossi ha paragonato la decisione a "nominare un terrapiattista all’Istituto Geografico Nazionale" e ha ricordato i 22 medici milanesi morti per Covid (su circa 390 a livello nazionale), oltre ai numerosi professionisti che soffrono ancora oggi di conseguenze post-infezione. Ha anche criticato l’assenza della FNOMCeO e degli Ordini territoriali dal NITAG, sottolineando che un organo tecnico deve basarsi su criteri di rigore metodologico e coerenza con le evidenze scientifiche. Rossi ha espresso solidarietà a Francesca Russo, direttrice della Prevenzione della Regione Veneto, che ha rifiutato la nomina per protesta.
Le prese di posizione di altre organizzazioni e figure pubbliche
La Fondazione Gimbe, tramite il presidente Nino Cartabellotta, ha parlato di "atto di grave irresponsabilità politica e professionale che annienta la credibilità delle istituzioni, svilisce la scienza e legittima la disinformazione".
Illustrissimo Ministro #Schillaci
…
“L’invito è quello di rivedere la composizione del #NITAG, condizione irrinunciabile per un contributo di @FNOMCeO. Al contrario la nostra assenza appare più un privilegio che un’esclusione”Perché troppa obbedienza politica fa male alla… pic.twitter.com/jJp2beeLcb
— Nino Cartabellotta (@Cartabellotta) August 9, 2025
L’infettivologo Matteo Bassetti ha invece posto il tema della trasparenza:
"Siamo sicuri che tutti i nominati siano a favore delle politiche vaccinali e abbiano un adeguato background? Sono stati esaminati titoli e pubblicazioni? Io, come cittadino e presidente di una comunità scientifica, voglio sapere quali criteri sono stati adottati".
Anche la società italiana di pediatria si schiera contro il Ministro Schillaci per le nomine nella commissione #vaccini. Era tempo che non si vedeva una tale sollevazione del mondo medico-scientifico su una decisione politica. Questa volta il Ministero l’ha combinata davvero… pic.twitter.com/6zI6npEjqJ
— Matteo Bassetti (@ProfMBassetti) August 12, 2025
Sul fronte politico, il vicepresidente di Italia Viva, Davide Faraone, ha accusato il ministro di aver "piazzato due ultrà no-vax nel comitato vaccini", sostenendo che la scelta risponda a un calcolo elettorale piuttosto che a criteri sanitari:
"Fra la salute degli italiani e qualche voto in più, il ministro ha scelto qualche voto in più".
Cos’è il NITAG
Il NITAG è un organismo consultivo che fornisce al ministero della Salute indicazioni scientifiche per la definizione delle strategie vaccinali. Il nuovo gruppo, composto da 22 esperti provenienti da ambiti istituzionali, accademici e scientifici, è presieduto da Roberto Parrella, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit).
Fra i compiti del NITAG c’è la stesura di un compendio scientifico per il Piano Nazionale Triennale di Vaccinazione, anche alla luce delle lezioni apprese dalla pandemia di Covid-19.
Le reazioni dei diretti interessati
Mentre Paolo Bellavite ha difeso pubblicamente le proprie posizioni, ricevendo consensi in ambienti no-vax, Eugenio Serravalle ha annunciato azioni legali:
"Ho dato mandato di sporgere almeno quattro querele. Siamo prudenti e applichiamo il principio di precauzione, previsto dall’UE, dove in 14 Paesi non c’è obbligo vaccinale".
Serravalle si è definito "coraggioso testimone dell’indipendenza dai condizionamenti delle case farmaceutiche e di altri produttori", accusando questi ultimi di esercitare pressioni su ricercatori, università, ospedali, media e politici.