Nelle ultime ore gli Stati Uniti hanno dato spettacolo — e non nel senso che piace al presidente. Da New York a Los Angeles, passando per Chicago e fino alla capitale Washington, milioni di americani sono scesi in piazza contro Donald Trump e la sua idea, sempre più spinta, di potere “assoluto”.
Le manifestazioni, riunite sotto l’ombrello della piattaforma “No Kings”, hanno riempito le strade di circa 7 milioni di persone in 2.700 città dentro e fuori i confini nazionali.
Singer Jon Bon Jovi at a No Kings Protest today in New Jersey 🇺🇸
RETWEET if you stand with @JonBonJovi against Donald Trump! pic.twitter.com/0URtoQ98zc
— Protect Kamala Harris ✊ (@DisavowTrump20) October 19, 2025
Sul sito del movimento, che raccoglie oltre 300 organizzazioni, il messaggio è chiaro: “Il presidente pensa che il suo potere sia assoluto. Ma in America non abbiamo re, e non ci tireremo indietro di fronte al caos, alla corruzione e alla crudeltà.”
Pedro Pascal at the No Kings march in Los Angeles pic.twitter.com/rpfPrHeveB
— Pedro Pascal Daily (Fan Account) (@pascalarchive) October 19, 2025
Un richiamo diretto non solo alla figura di Trump, ma alle fondamenta stesse della democrazia americana.
Donald Trump ha replicato alle manifestazioni con un video pubblicato con intelligenza artificiale, che ha fatto molto discutere.
Trump posted an AI video of himself wearing a crown and dumping shit from a “King Trump” jet on No Kings protesters.
This is where we are as a country. pic.twitter.com/rnzUkJ4C4K
— PatriotTakes 🇺🇸 (@patriottakes) October 19, 2025
Una protesta oceanica e variegata
Il 19 ottobre 2025, le folle si sono radunate da un capo all’altro degli Stati Uniti. Cartelli, performance, slogan creativi e provocatori: la giornata ha restituito l’immagine di una resistenza civile vasta e composita, in cui convivevano studenti, sindacalisti, attivisti per i diritti civili, volti noti e semplici cittadini.
Thank you to the millions of Americans who turned out in small communities and big cities all over this country to say loudly and boldly:
No more kings.
In America, We the People will rule. pic.twitter.com/L6OPUx99yd
— Bernie Sanders (@BernieSanders) October 18, 2025
“Oggi milioni di americani si sono riuniti per respingere l’autoritarismo e ricordare al mondo che la nostra democrazia appartiene al popolo, non all’ambizione di un solo uomo”, hanno dichiarato in un comunicato Ezra Levin e Leah Greenberg, cofondatori della no profit Indivisible, tra i principali promotori dell’iniziativa.
No kings – Chicago pic.twitter.com/McVmz7qrCu
— John Cusack (@johncusack) October 18, 2025
Quella di sabato è stata la seconda edizione di “No Kings”, dopo la mobilitazione del 14 giugno — data non casuale, il compleanno del presidente — che aveva già portato in strada circa cinque milioni di persone.
Un Paese in tensione, ma senza violenza
Le proteste si sono svolte in un clima di crescente tensione politica, alimentato dalla decisione di Trump di schierare personale militare in diverse città governate dai democratici, ufficialmente per “combattere la criminalità” e “sostenere le forze dell’immigrazione”.
Nonostante le previsioni più cupe, non si sono registrati episodi di violenza. Alla fine, i costumi gonfiabili e i cartelli satirici sono stati decisamente più numerosi delle “orde antifa” annunciate alla vigilia dal presidente della Camera, Mike Johnson, che aveva definito i raduni come “il raduno dell’odio per l’America”.
“Nessun re dal 1776”
Il nome “No Kings” non lascia spazio a interpretazioni: è un messaggio diretto a chi, dalla Casa Bianca, sembra gradire troppo i simboli del comando. I manifestanti lo hanno ricordato con cartelli come “No Kings since 1776” (“Nessun re dal 1776”) e “I will not kneel” (“Non mi inginocchierò”), rivendicando l’eredità antimonarchica delle origini statunitensi.
La risposta di Trump: una corona e una pioggia (digitale) di letame
E se milioni di persone scendono in piazza contro un presidente accusato di comportarsi da sovrano, il diretto interessato cosa fa? Si incorona davvero.
Nel suo stile inconfondibile, Donald Trump ha replicato alle manifestazioni con un video pubblicato con intelligenza artificiale.
Nel filmato, il presidente appare con una corona in testa, sale su un piccolo aereo e dall’alto rovescia secchiate di letame sui manifestanti sottostanti. Una scena surreale, accolta con indignazione ma anche con una certa dose di sconcerto.
A rincarare la dose ci ha pensato il vicepresidente JD Vance, che ha condiviso un altro video AI in cui Trump, con corona e mantello, riceve gli inchini di Nancy Pelosi e di altri esponenti democratici.
Re per finta (ma non troppo)
Sui social collegati al presidente sono poi apparse altre immagini: una finta copertina del “Time” con Trump incoronato, e persino un video deepfake che lo mostra avvolto in un mantello di velluto rosso, affacciato dalla Casa Bianca mentre saluta come un monarca compiaciuto.
Un gesto che ha fatto sorridere i suoi sostenitori più fedeli e fatto inorridire il resto del Paese.