implicazioni politiche

"No" dell'Italia al patto pandemico, scienziati critici. Locatelli: "Incomprensibile", Pregliasco: "Spero ci ripensino"

Affonda anche Roberto Burioni: "I virus non riconoscono la sovranità nazionale. È sbagliato rispondere con la politica a un’emergenza biologica"

"No" dell'Italia al patto pandemico, scienziati critici. Locatelli: "Incomprensibile", Pregliasco: "Spero ci ripensino"
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Il 19 maggio 2025, durante la 78ª Assemblea Mondiale della Sanità a Ginevra, gli Stati membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno compiuto un passo destinato a segnare la storia della sanità pubblica internazionale: l’adozione del primo accordo pandemico globale. Un documento strategico, frutto di oltre tre anni di intensi negoziati, pensato per garantire una risposta più coordinata, equa e tempestiva alle emergenze sanitarie del futuro.

L’intesa, approvata da 124 Paesi, punta a rafforzare la cooperazione internazionale su diversi fronti: dalla produzione e distribuzione di vaccini alla condivisione di dati e conoscenze scientifiche, passando per una rete logistica e sanitaria più integrata. Tuttavia, 11 Paesi hanno deciso di non aderire al voto finale. Fra questi: Russia, Iran, Israele... e l’Italia.

"No" dell'Italia al patto pandemico, comunità scientifica critica. Locatelli: "Incomprensibile", Pregliasco: "Spero ci ripensino"
Approvazione piano pandemico

L’astensione italiana: comunità scientifica critica

Nonostante il documento fosse già passato al vaglio delle commissioni con esito positivo, l’Italia ha deciso di astenersi al momento del voto in plenaria. Una scelta che ha lasciato perplessi molti, sia in ambito scientifico che politico. Le motivazioni ufficiali, espresse dal governo italiano, richiamano la difesa della sovranità nazionale in materia sanitaria, ma la decisione è stata subito percepita come un segnale di isolamento e un’occasione mancata.

Franco Locatelli, oncoematologo e presidente uscente del Consiglio Superiore di Sanità, non nasconde la sua amarezza:

"Non ne capisco la logica. Dovevamo essere i primi a votare sì, dopo quello che abbiamo vissuto con il Covid. Questo accordo è rispettoso della sovranità nazionale, non impone misure obbligatorie. È un'occasione per migliorarci. L’astensione è una scelta incomprensibile."

Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie Infettive del San Martino di Genova, va oltre:

"Non è un bel segnale. Se siamo parte dell’OMS, dobbiamo partecipare pienamente. Questo ci isola, e non è il momento di dividerci."

Fabrizio Pregliasco, docente all’Università Statale di Milano e figura di riferimento durante la pandemia, è ancora più netto:

"Una scelta ideologica e ridicola, fatta solo per compiacere una parte dell’elettorato no vax. Nel testo è chiaramente scritto che l’OMS non impone nulla. Speriamo che il governo ci ripensi nella fase di ratifica."

"No" dell'Italia al patto pandemico, comunità scientifica critica. Locatelli: "Incomprensibile", Pregliasco: "Spero ci ripensino"
Roberto Burioni

Anche Roberto Burioni, immunologo del San Raffaele di Milano, mette in discussione l’orientamento ideologico che sembra aver guidato la scelta:

"I virus non riconoscono la sovranità nazionale. È sbagliato rispondere con la politica a un’emergenza biologica. Gli antibiotici non sono né sovranisti né di sinistra. Sono cure."

Il mondo scientifico italiano chiede coerenza

La Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) ha diffuso un comunicato esprimendo "stupore e perplessità" per l’astensione italiana. L'organizzazione sottolinea come il Patto pandemico rappresenti una svolta nella preparazione e nella sorveglianza delle emergenze sanitarie, e denuncia anche il blocco dell’aggiornamento del Piano Pandemico Nazionale, respinto di recente dalla Conferenza delle Regioni. Una doppia criticità che rischia di indebolire la preparazione del Paese in vista di future crisi sanitarie.

Le implicazioni politiche

La scelta del governo italiano ha avuto anche un immediato risvolto parlamentare. Gian Antonio Girelli, deputato del Partito Democratico e vicepresidente della commissione d’inchiesta sul Covid, ha annunciato la presentazione di un’interrogazione per chiarire le ragioni della decisione:

"L’astensione contrasta con la nostra storia recente. Abbiamo pagato un prezzo altissimo con il Covid. Perché non votare sì a uno strumento che ci aiuta a essere più pronti in futuro?"

Mentre il mondo si unisce per evitare di ripetere gli errori del passato, l’Italia si colloca in una posizione ambigua e poco coerente con l’esperienza drammatica vissuta durante la pandemia di Covid-19. La fase di ratifica potrebbe ancora lasciare spazio a una revisione della posizione italiana, come auspicano molti esperti.

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