Netturbini "fantasma" a Roma, in 132 tornano a lavorare dopo l'accordo sulla pensione anticipata
Dei 255 assenti per malattia a gennaio ne sono rimasti solo 123. Tutti gli altri sono tornati operativi in strada
Dopo i primi due "miracoli" avvenuti a maggio e giugno, per quanto riguarda i netturbini "fantasma" di Roma, nella Capitale se ne è verificato un altro. Tutto merito dell'accordo raggiunto tra Ama e sindacati sulla pensione anticipata. Un'intesa a seguito della quale, improvvisamente, 132 operatori infortunati sono tornati a lavorare.
Roma, perché 132 netturbini "fantasma" sono tornati a lavoro
E' un'inchiesta portata avanti dalla Repubblica a tracciare un quadro generale di quanto accaduto dopo l'accordo tra i sindacati e Ama, la municipalizzata di Roma che si occupa della raccolta, del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti oltre che del servizio di igiene urbana. L'intesa raggiunta favorirà il turn over con la pensione anticipata, sostituendo gli operatori che da anni non possono scendere in strada a causa di malattie invalidanti.
L'accordo, quindi, prevede che i guariti torneranno a lavorare, gli inidonei andranno in pensione o in ufficio con altre mansioni part time. Ed ecco allora che, nel giro di soli due mesi, 132 netturbini "fantasma" sono tornati improvvisamente a lavorare. Mentre a gennaio 2023 erano 255 gli operatori Ama che rimanevano in ufficio, spesso lasciati senza impiego, perché soffrivano di malattie come ernie, sciatalgie, lesioni muscolari o patologie invalidanti più gravi, oggi invece sono solamente 123.
Tale circostanza si è venuta a verificare dopo che Daniele Pace, presidente della municipalizzata romana, il 20 gennaio scorso aveva annunciato controlli sanitari su tutti i 255 operatori non idonei totali, dei quali 138 a tempo determinato: in meno di venti giorni in 50 guarirono e tornarono al lavoro per strada, mentre dopo le visite mediche iniziate a marzo, quasi miracolosamente, la stessa sorte ha riguardato altri 70 dipendenti.
Al lavoro dopo l'accordo sulla pensione anticipata
Al momento Ama conta 7.364 dipendenti di cui 900 amministrativi. Il corpo dell’azienda sono i 6.400 operatori, di cui 4.400 addetti alla pulizia di cassonetti e bidoncini su strada, con un'età media di 55 anni. Gli altri 2.000 sono autisti e manutentori di mezzi e impianti aziendali.
Prima di questo cambio di marcia tra quei 6.400 addetti c’erano 1.700 inidonei parziali. Persone che a causa di disturbi e malattie congenite varie non potevano svolgere quelle mansioni pesanti in cui consiste il loro lavoro e nemmeno guidare un camion o svolgere altre occupazioni collaterali. È stato per questo che l’azienda ha dovuto prevedere un prepensionamento, che coinvolge circa 670 dipendenti, con più di 62 anni. Grazie all’incentivo di una indennità, per non più di 5 anni, con un75% di contributo Inps e il resto a carico dell’Ama.
I due "miracoli" di maggio e giugno
Quanto accaduto di recente tra i netturbini "fantasma" di Roma rappresenta solo il terzo caso di dipendenti assenti guariti improvvisamente dopo le visite mediche disposte dall'Ama. Tra la primavera e l'estate dello scorso anno, infatti, si erano verificati episodi simili: dopo i 200 operatori "recuperati" in servizio a maggio, a giugno si è aggiunto un altro 25 per cento.
L'obiettivo era stato quello di verificare se davvero quell'esercito di assenti per malattia fosse giustificato o se fosse alle prese con qualche sindrome immaginaria o dal referto medico decisamente fantasioso: da chi è allergico alle polveri "alzate" dalle spazzatrici a chi è alle prese con un mal di schiena che non consente di chinarsi a raccogliere i sacchi, tanto per raccontare le "giustifiche" più gettonate.