Nei negozi non arrivano i giocattoli, il Natale è a rischio
Tra il Covid, l'aumento dei costi delle materie prime e dei trasporti, la festa ricca di regali a cui siamo abituati potrebbe saltare.
Quest'anno anche se fate i bravi il Natale potrebbe essere senza regali. Pensate già da oggi a una giustificazione da dare ai vostri figli per l'albero vuoto, perché il rischio di trovarsi senza pacchi e pacchetti è molto più che concreto. Già a ottobre, infatti, i magazzini che riforniscono i negozi di giocattoli di tutta Italia sono semi vuoti.
Magazzini semi vuoti, sarà un Natale senza regali?
Chi importa i giocattoli spiega che la crisi è stata scatenata dal Covid, portata avanti dalla carenza di materie prime che sono diventate poche e care, peggiorata ultimamente dai blocchi dei porti cinesi e dall'aumento dei costi dei container.
Poche materie prime e prezzi altissimi
Enrico Preziosi, uno dei più grandi produttori di giocattoli italiani (Giochi Preziosi), spiega che i costi sono lievitati da 1.800 a 14.000/14.500 euro a container, quindi crescendo di quasi 10 volte dal prezzo originario. Un problema economico che si aggiunge a quello che sono ancora fermi oltre mille container in Cina.
Cosa significa? Che i giocattoli, teoricamente, ci sarebbero. Ma attualmente sono dall'altra parte del mondo - quasi tutti in Cina - lì dove sono stati prodotti, e che l'ipotesi che arrivino in tempo in Italia è sempre più lontana.
Giocattoli prodotti in Cina e portati in Italia (anche dall'ex made in Italy)
Il problema della produzione all'estero, dove la manodopera un tempo era meno cara, attanaglia diverse aziende italiane.
Per quanto riguarda l'azienda comasca Preziosi, ad esempio, fino a qualche decennio fa aveva la catena produttiva in Italia, ma ormai da tempo ha trasferito la produzione in Cina, motivo per cui ora si trova paradossalmente sfornita dei suoi stessi giocattoli.
Il sogno è quello di tornare a produrre in Italia ma "occorre sicuramente un impegno da parte del Governo" per realizzarlo, spiega Preziosi.