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Natale, il valore dei “regali emotivi”

Quando qualcuno ci ascolta davvero, la tensione si scioglie, le parole trovano spazio e il cuore si sente riconosciuto

Natale, il valore dei “regali emotivi”

A Natale si parla di liste, di corse, di pacchetti da incartare, ma basta fermarsi un’istante per accorgerci che i doni che contano davvero non sono sotto l’albero.

Natale, il valore dei “regali emotivi”

I regali più preziosi sono quelli che non si comprano: il tempo, l’ascolto, la presenza e la gratitudine.

Sono i regali emotivi, potenti e delicati, quelli che spesso dimentichiamo, proprio quando ne abbiamo più bisogno. Il tempo oggi è diventato raro. Le giornate scorrono veloci e noi con loro.

Donarlo significa scegliere davvero qualcuno, dedicargli un attimo pieno, in cui lo sguardo e la mente sono davvero lì. Anche l’ascolto è un dono potente.

Quando qualcuno ci ascolta davvero, la tensione si scioglie, le parole trovano spazio e il cuore si sente riconosciuto. Poi c’è la presenza, che non è semplicemente “stare” accanto, ma esserci pienamente con attenzione e cura, perché spesso siamo insieme, ma non presenti. Infine, la gratitudine dove un “grazie” autentico, detto col cuore, è un ponte che unisce e porta luce anche nelle giornate più difficili.

Un grazie può alleggerire un dolore, scaldare una distanza, restituire senso a una relazione. Se ci pensiamo bene sono questi i regali che restano, quelli che fanno Natale anche quando fuori non sembra Natale per niente, quelli che scaldano, che uniscono, che curano. Forse, proprio quest’anno, vale la pena provare a donare ciò che non si incarta, ma che arriva dritto al cuore.

Vassiliki Tziveli

Vassiliki Tziveli è giornalista e mental coach e cura una rubrica fissa su tutti i 51 settimanali del gruppo editoriale Netweek (più di 400mila copie settimanali in 4 regioni italiane: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Liguria) oltre al nostro quotidiano online nazionale.

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