le feste ai tempi del covid

Natale e Capodanno: cosa è cambiato dal 2020 al 2021

Il confronto non regge, né per quanto riguarda i numeri né per le restrizioni.

Natale e Capodanno: cosa è cambiato dal 2020 al 2021
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Una delle frasi che spesso ricorrono ultimamente è "siamo allo stesso punto di un anno fa". Beh, ad analizzare la questione con un po' di occhio critico non è proprio così. Vediamo insieme le differenze tra le festività di Natale e Capodanno del 2020 e quelle del 2021.

Natale e Capodanno ai tempi del Covid: cosa è cambiato nei numeri

Partiamo innanzitutto dai numeri della pandemia, che sono quelli più importanti. E che nelle ultime settimane - complice la velocissima diffusione della variante Omicron - sono tornati importanti. Anzi, con più di 50.000 tamponi positivi al giorno le ultime ore hanno fatto segnare record su record. Ma allora siamo messi addirittura peggio di prima, verrebbe da pensare. La verità - è già stato detto, ma repetita juvant in certi casi - è che ci sono più test positivi, ma anche molti (moltissimi) tamponi.

Si pensi che nella giornata di sabato 25 dicembre 2021 sono stati effettuati 962.752 tamponi, con 54.762 positivi, per un indice di positività pari al 5,68%. Come era andata esattamente un anno prima? A Natale 2010 i positivi erano stati 19.037, ma su 152.334 tamponi, con un indice del 12,49%. Capite bene che il paragone non può reggere...

Guardiamo poi i ricoveri, altro dato fondamentale per tranquillizzarci o preoccuparci. Un anno fa i ricoverati nei reparti erano 23.402, con 2.582 persone in Terapia intensiva. Oggi sono 8.892 con 1.071 nei reparti di massima urgenza. Insomma, non siamo proprio messi alla stessa maniera...

Altra distinzione fondamentale? Allora non c'erano i vaccini. In Italia la campagna iniziò ufficialmente il 27 dicembre.

Le restrizioni

Il Governo ha introdotto nuove restrizioni, che hanno fatto storcere il naso a molti. Però è bene ricordarsi che un anno fa non abbiamo passato delle feste proprio "libere". Anzi...

Il 3 dicembre 2020 il premier Giuseppe Conte (altra differenza rispetto a ora) aveva firmato il Dpcm che prevedeva il coprifuoco dalle 22 alle 5 e durante le feste era consentito  "spostarsi verso una sola abitazione privata, ubicata nella medesima regione, una sola volta al giorno", rispettando il coprifuoco e  nei limiti di due persone, oltre ai conviventi.

Erano state concesse delle deroghe per andare a trovare amici e parenti, ma limitatamente  ai giorni di festa, e negli altri giorni non si poteva uscire neppure dal proprio Comune di residenza.

Bar e ristoranti chiudevano alle 18 e non ci si poteva sedere a tavola in più di quattro persone.

Negozi e centri commerciali erano chiusi, così come cinema, teatri, musei,  impianti sciistici e  discoteche (quelle anche tra pochi giorni, e probabilmente loro sì che hanno qualche ragione in più a lamentarsi). Si poteva andare in albergo, ma la cena di San Silvestro andava consumata... ciascuno in camera propria.

Oggi invece tutte queste attività sono aperte. Abbiamo sì il Green pass (anche nella versione Super), da esibire pure sul posto di lavoro, abbiamo le file fuori dalle farmacie per i tamponi e la paura per la nuova variante Omicron. Ma la storia è senza dubbio differente...

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