Morta la balenottera incastrata fra le barche nel porto di Talamone: ha rifiutato il mare aperto
L'animale era ferito, si è tentato di portarlo al largo ma si è opposto strappando con una codata una cima del rimorchiatore, ed è nuovamente tornato in porto
Triste epilogo per la balenottera azzurra che aveva regalato uno spettacolo unico ai turisti toscani nel mare dell'Argentario. Negli scorsi giorni l'animale ha incantato con la sua bellezza chi si trovava a largo di Porto Santo Stefano, in provincia di Grosseto.
Ben 11 metri di straordinaria bellezza filmati nella tarda mattinata di martedì 23 luglio 2024. Si tratta di una animale del peso di 8 tonnellate. Il cetaceo aveva poi guadagnato spazio ed era finita in mare aperto. Ma l'avventura della balenottera è finita tragicamente a Talamone, frazione del comune di Orbetello (Grosseto), dove è finita incastrata tra le barche.
E' servita un'intera mattinata per cercare di salvarla, ma purtroppo non ce l'ha fatta.
Morta a Talamone la balenottera azzurra: incastrata fra le barche
L'animale era in precarie condizioni. Come racconta Prima Firenze, era ferito nella parte superiore del corpo e perdeva sangue, ed è stato sedato per accompagnarlo alla morte. Per provare a salvare il cetaceo, lungo circa 11 metri e del peso di circa 8 tonnellate, si è tentato di farlo uscire dal porto e portarlo al largo, trainandolo con tre gommoni, una barca della Guardia costiera ed un'imbarcazione da rimorchio.
L'animale si è però opposto, strappando con una codata una cima del rimorchiatore, ed è nuovamente tornato in porto. La carcassa è stata trainata al porticciolo di Fonteblanda e potrebbe essere anche usata ai fini di studio.
Avrà una seconda vita scientifica
"La balenottera è stata sedata per accompagnarla alla morte quando abbiamo visto che non c'era più niente da fare - spiega Letizia Marsili, professore ordinario del dipartimento di scienze fisiche, della terra, dell'ambiente, all'Università di Siena. "Il mammifero è stato portato lontano dal porto, in una zona idonea alle operazioni di necroscopia del gruppo Cert di Padova con il professor Sandro Mazzariol, per consegnarlo così ad una sua seconda vita scientifica".
Decisamente una magra consolazione.