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Minacciata dai talebani la “Soldato Jane dell'Afghanistan” trova la salvezza in Italia

La donna, responsabile della politica femminile dell'esercito afgano, era nella black list del nuovo governo talebano.

Minacciata dai talebani la “Soldato Jane dell'Afghanistan” trova la salvezza in Italia
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Herat dista circa cinquemila chilometri in linea d'aria da Verona. Una distanza enorme, ma percorribile di fronte alla speranza di una vita di libertà per se stessi e la propria famiglia. E' quella che ha percorso la "Soldato Jane dell'Afghanistan", minacciata e ricercata dai talebani, che è arrivata a Verona per costruirsi una nuova vita.

Minacciata dai Talebani la “Soldato Jane” trova salvezza a Verona

Come racconta Prima Verona, la donna, cui è stato dato un soprannome per mantenere segreta la vera identità, ha trovato finalmente un porto sicuro e un lieto fine, per sé e la sua famiglia.

Atterrata a Milano nel pomeriggio di lunedì 25 ottobre 2021, la collaboratrice dell'esercito italiano  è arrivata nella città scaligera dove ora risiederà, assieme al marito e ai suoi due figli. Ad accoglierla c'era il sindaco Federico Sboarina, emozionato davanti a quello sguardo tanto fiero quanto colmo di lacrime. La donna è stata accompagnata da Milano a Verona dal parlamentare Vito Comencini, membro della Commissione Affari Esteri, e dal presidente della Commissione comunale Sicurezza Andrea Bacciga.

Il lieto fine

Una situazione che si è sbloccata in pochissimi giorni. La donna, responsabile della politica femminile dell'esercito afgano, era nella black list del nuovo governo talebano. La sua sicurezza era minacciata. Il sito d'informazione Inside Over aveva pubblicato un suo appello, un grido d'aiuto all'Italia, Paese con cui per anni aveva lavorato fianco a fianco. Il 27 settembre la svolta. Un messaggio al giornalista Fausto Biloslavo, che l'aveva intervistata a Kabul, che diceva: "Ho appena passato il confine. Sono salva".

Lei, simbolo della collaborazione tra il popolo afgano e le missioni internazionali di pace, emblema dei vent'anni di contrasto ai Talebani, era riuscita a fuggire. Da lì la sosta a Islamabad e, finalmente, il volo per l'Italia, grazie al supporto di una associazione scaligera.

In inglese, la donna, coperta dal velo scuro, ha sussurrato "Siamo felici, molto felici di essere in Italia". Per poi lasciarsi andare ad un fiume di parole, nella sua lingua madre.

Ora è al sicuro

Ora la famiglia sarà ospite in un appartamento degli Istituti Civici di Servizio Sociale – I.Ci.S.S., ente pubblico che collabora con il Comune di Verona per le emergenze abitative. E al quale l’Amministrazione comunale ha chiesto un supporto. Lì faranno tutti la quarantena, dopodiché verranno trasferiti in un’altra residenza, pronta a diventare la loro nuova casa.

Il sogno, comunque, resta di tornare in Patria, dal resto della famiglia lasciata in Afghanistan.

 

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