E' successo ancora

Minacce e invasione di campo durante la partita in oratorio: arbitro torna a casa coi carabinieri

A Lainate (Milano) il giovane direttore di gara è stato insultato e inseguito sino agli spogliatoi. Poi l'arrivo della pattuglia, che lo ha scortato per permettergli di andarsene

Minacce e invasione di campo durante la partita in oratorio: arbitro torna a casa coi carabinieri
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E' successo di nuovo. Non è certo una novità e purtroppo non sarà nemmeno l'ultima volta. Un'altra partita di calcio tra ragazzini (classe 2007), per di più giocata in un oratorio, finisce con una rissa, l'invasione di campo da parte dei genitori sugli spalti e un arbitro scortato fino quasi a casa dai carabinieri. E' successo a Lainate, provincia Ovest di Milano.

La partita di calcio in oratorio si trasforma in un Far West

Il campo da gioco era quello dell'oratorio di Lainate, dove si sfidavano i padroni di casa dell'Osaf e il Mazzo di Rho. Una partita tesa, terminata con il risultato di 1-1, tra le polemiche e gli insulti sugli spalti. Frasi quasi irripetibili ("Ti metto il fischietto nel c...", "Adesso entriamo e ti sistemiamo noi", le più urbane), contestazioni a ogni fischio e insulti di ogni genere nei confronti del giovane direttore di gara, di qualche anno più vecchio dei protagonisti della sfida.

L'invasione di campo

Al triplice fischio, però, sembrava che la questione potesse finire. E invece uno dei genitori della squadra ospite ha superato la recinzione, ha fatto invasione di campo e ha iniziato a inseguire l'arbitro, che è però riuscito a rifugiarsi negli spogliatoi prima che la cosa prendesse una piega ancora peggiore.

L'arrivo dei carabinieri

Nel frattempo al campo dell'oratorio San Francesco di Lainate sono arrivati i carabinieri della compagnia di Rho che hanno atteso che hanno calmato gli animi, atteso che l'arbitro di facesse la doccia e successivamente lo hanno scortato in auto fino all'ingresso dell'autostrada, permettendogli così di tornare a casa e di mettersi alle spalle quel pomeriggio da incubo.

Cosa avrà scritto il direttore di gara sul referto si conoscerà giovedì quando usciranno le decisioni del giudice sportivo.

Invasione e rissa in oratorio

Di recente i casi simili sono stati numerosi, quantomeno quelli diventati di dominio pubblico (perché purtroppo di episodi del genere ne capitano ogni fine settimana). Aveva fatto scalpore la rissa tra giocatori di Arzanese e Tritium, nella Bergamasca, con tanto di invasione di campo dei genitori. Qualcuno aveva anche girato un video, che era diventato virale sui social network.

Arbitra sospende la partita e la chiudono nello stadio

Nel Bresciano, invece, un arbitro donna era stata costretta a interrompere la sfida tra Darfo e Carpenedolo per una maxi rissa che aveva coinvolto più giocatori.

Anche in questa occasione si era verificata un'invasione di campo e la direttrice di gara era riuscita a rifugiarsi negli spogliatoi. Ma è quello che è successo dopo a lasciare sgomenti, anche se molto probabilmente si è trattato di uno sbaglio non voluto. L'arbitra, infatti, quando si è ripresa dallo shock, è uscita ma ha scoperto di essere rimasta sola, chiusa dentro lo stadio dove si era disputata la partita.

L'arbitro di colore che sospende la partita per insulti razzisti

Nessuna invasione di campo, ma un episodio comunque assai spiacevole, quello accaduto in provincia di Treviso, dove l'arbitro di colore  Mamady Cissé ha sospeso a pochi minuti dal termine la gara tra Bessica e Fossalunga, valida per il campionato di Seconda Categoria.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso in questa occasione sono stati gli insulti razzisti piovuti dalla tribuna quando l'arbitro ha fischiato un calcio di rigore per la squadra ospite, che aveva così pareggiato all'87'. Cissè, insultato a lungo dagli spalti, ha deciso così di porre fine alla partita, andandosene negli spogliatoi. 

Un gesto che ha fatto molto parlare e che deve lanciare un segnale, così come quanto accaduto negli episodi che abbiamo raccontato. Spesso ci dimentichiamo che il calcio - soprattutto quello dei ragazzini che tirano calci al pallone negli oratori e nei campi di periferia - è e deve rimanere un gioco. E che i genitori, anche nelle vesti di tifosi, devono comunque essere sempre un esempio per i proprio ragazzi. Al di là del risultato di una partita.

 

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