Milano, stop del Governo alla registrazione di figli di coppie omosessuali: l'Irriverente commento di Simone Di Matteo
"Giorgia Meloni e il Governo del regresso"
"Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza" recita l'Articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, testo fondamentale su cui si basa la struttura portante di una qualunque formazione sociale che si definisce "civile". O perlomeno, questo è ciò che dovrebbe accadere, peccato solo che in numerose parti del pianeta non sia sempre così. Basti pensare all'Italia, sebbene si verifichino situazioni notevolmente peggiori altrove, dove, da un paio di anni a questa parte, quei diritti che si troverebbero alla base dell'esistenza stessa, e che perciò andrebbero riconosciuti a priori (anzi, su di essi non si dovrebbe proprio discutere), vengono deliberatamente ignorati da Istituzioni oramai decadenti e da chiunque si ritrovi ad occupare una delle poltrone più importanti del Paese, ossia quella della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Eppure, la nostra è una tra le nazioni firmatarie della Carta di Nizza, documento ispirato dalla Dichiarazione Universale e in cui confluiscono la tutela della dignità, della libertà, dell'uguaglianza, della solidarietà, della cittadinanza e della giustizia dell'individuo. Principi che, puntualmente e al contrario di quanto i nostri ben pensanti politici amano ripetere, non vengono rispettati.
I fatti di Milano e il Governo del Regresso di Giorgia Meloni
Un po' quello che è successo nelle scorse settimane a Milano dove il Prefetto, dietro consultazione con il Ministero dell'Interno presieduto da Matteo Piantedosi, quello che ha avuto il barbaro coraggio di attribuire la colpa ai migranti in seguito alla tragedia di Cutro, ha emanato una circolare per interrompere le trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli nati da coppie omogenitoriali portate avanti dall'attuale sindaco Giuseppe Sala. Insomma, un gigantesco passo indietro in une delle città simbolo dell'avanguardia italiana e contemporaneamente testimone del Governo del Regresso di Giorgia Meloni.
Mi domando quale sia il criterio per cui la madre, donna e cristiana (a suo dire) per eccellenza, che parla continuamente in nome di un'Italia unita nonostante sembri, insieme alla sua squadra di lavoro, impegnarsi fortemente per dividerla più di quanto non lo sia già, possa permettere che lo Stato renda di fatto "orfani" dei bambini la cui unica "colpa", sempre che tale la si possa definire, è stata quella di venire alla luce. Oppure, con quale faccia la Ministra per le Pari opportunità (certo, soltanto a chi conviene però), la natalità (purché si tratti di figli di genitori eterosessuali, sia chiaro) e per la famiglia (che sia esclusivamente tradizionale, mi raccomando, conta poco che ci sia amore o meno) Eugenia Roccella accusare coloro che vi corrono di considerare la "maternità surrogata" al pari di una questione di mercato, quando sono lei e quelli come lei a sminuirla ricorrendo a tali termini, e appoggiare le aberranti dichiarazioni dell'esponente di FdI Fabio Rampelli secondo cui le coppie LGBTQIA+ spaccerebbero per propri dei figli che non apparterebbero loro. O ancora, la ragione per la quale si insiste nel volersi mostrare ciechi e indifferenti, talvolta persino ritorsivi e scettici, di fronte ad una realtà che esiste a tutti gli effetti e che, di conseguenza, DEVE essere accettata. D'altronde, non erano stati i fratellini e le sorelline d'Italia, sulla falsariga della loro leader, a discostarsi dai loro predecessori affermando di voler rappresentare CIASCUN CITTADINO ITALIANO?
Molti inneggiano alla teoria gender, alle lobby gay e allo spettro del fascismo, tacciando la Sinistra di volerne fare propri strumenti o spauracchi per danneggiare e screditare la Destra. Tuttavia, la verità è che determinate concezioni esistono ancora unicamente perché, ad alimentarle ai limiti dell'ossessione, sono proprio quelli che per primi vogliono dare l'impressione di discostarsene con lo scopo di distogliere l'attenzione dei più dai reali problemi che l'attuale Esecutivo non è in grado di risolvere. Il 18 marzo diecimila persone, tra cui la neo-eletta segretaria del PD Elly Schlein, il promotore del DDL Zan (la cui bocciatura venne tristemente applaudita dall'intera aula del Senato) Alessandro Zan e l'attivista Vladimir Luxuria, si sono mobilitate per le vie del capoluogo lombardo in segno di protesta contro l'ordinanza emanata dalla Prefettura. Ebbene, se è vero che alle "parole devono corrispondere dei fatti", come diceva più di qualcuno in piena campagna elettorale, è giunto il momento di ascoltare la popolazione. Anche perché "una società in continua lotta con se stessa", per dirla alla Jean-Jacques Rousseau, "è destinata [solamente] alla rovina"!!!