Meta come Twitter: Mark Zuckerberg licenzia (via mail) 11mila dipendenti
La holding alle spalle di Facebook, Instagram e Whatsapp ha ridotto del 13% la sua intera forza lavoro.
Non solo Twitter, con l'arrivo di Elon Musk, ha assistito ad un ampio ridimensionamento della sua forza lavoro, ma ora, anche uno dei suoi diretti concorrenti social, per forza di cose, ha dovuto adottare la stessa soluzione. Meta, holding che fa capo a Mark Zuckerberg, ha infatti licenziato 11mila dipendenti, ossia il 13% di tutto il suo personale.
Meta, Mark Zuckerberg licenzia 11mila dipendenti
Se l'acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk aveva fatto grande clamore, soprattutto per il licenziamento di massa, via mail, di ben 3.700 dipendenti, quanto accaduto a Meta Platforms, holding alle spalle di Facebook, Instagram e Whatsapp, lascia ancor più a bocca aperta. Il Ceo Mark Zuckerberg, infatti, si è reso protagonista di uno dei tagli del personale più drastici del 2022, lasciando a casa addirittura 11mila dei suoi lavoratori. E' stato lo stesso Zuckerberg a comunicare la notizia ai suoi dirigenti, sottolineando di aver mal gestito la crescita della società che lotta contro l'impennata dei costi e la debolezza del mercato pubblicitario:
"Oggi condivido alcuni dei cambiamenti più difficili che abbiamo fatto nella storia di Meta - ha scritto Mark Zuckerberg in un messaggio ai dipendenti - Ho deciso di ridurre le dimensioni del nostro team di circa il 13% e di separarmi da 11.000 dei nostri talentuosi dipendenti. Voglio assumermi la responsabilità di queste decisioni e di come siamo arrivati a questo punto. So che è difficile per tutti e sono particolarmente dispiaciuto per le persone colpite".
I dipendenti licenziati negli Stati Uniti riceveranno 16 settimane di stipendio base e due settimane aggiuntive di stipendio per ogni anno di servizio. L'azienda coprirà la loro assicurazione sanitaria per sei mesi.
Twitter, reintegrati alcuni dipendenti
Come affermato in precedenza, anche Twitter, con l'arrivo di Elon Musk, nei giorni scorsi aveva assistito ad un drastico taglio del personale. Il nuovo proprietario, infatti, aveva fatto sapere via mail a ben 3.700 dipendenti di essere stati licenziati, praticamente la metà di quelli che lavorano nel social network dei cinguettii.
Un ingresso veramente impetuoso, considerando il fatto che tra i lavoratori lasciati a casa ci sono anche il ceo (l'amministratore delegato) Parag Agrawal e il Cfo (il Chief Financial Officer, il contabile e team leader) Ned Segal. La sua "cura dimagrante" all'organico lavorativo, ovviamente, aveva scatenato un'ondata di polemiche, soprattutto per le modalità con le quali si è verificata, ossia attraverso un banale messaggio per posta elettronica.
Tra le altre cose, Elon Musk ha già annunciato anche lo stop allo smart working, con il ritorno obbligatorio in presenza, insieme alla richiesta ai lavoratori coinvolti in progetti particolari di allungare l'orario di lavoro. In buona sostanza, la richiesta di fare degli straordinari. Un modo di presentarsi discutibile e contestato, tanto che oltre ai licenziamenti stanno iniziando a fioccare anche le lettere di dimissioni.
Alcuni giorni dopo il taglio al personale, tuttavia, il dietrofront: Twitter ha ricontattato decine di dipendenti che avevano perso il lavoro chiedendo loro di tornare. Alcuni di loro, infatti, erano stati licenziati per errore, altri erano stati mandati via prima che la direzione si rendesse conto che il loro lavoro e la loro esperienza potrebbero essere necessari per costruire le nuove funzioni del social media immaginate dal nuovo proprietario Elon Musk.
Big Tech in crisi
In netta controtendenza con la crescita di cui erano state protagoniste durante la pandemia, oggi le Big Tech stanno vivendo un momento di crisi pura.
Se tra il 2020 e il 2021 Meta aveva assunto più di 27mila persone, mentre nei primi nove mesi del 2022, la società di Mark Zuckerberg ha poi aggiunto al proprio organico 15.344 dipendenti, un quarto dei quali tra giugno e settembre, portando il totale dei lavoratori oltre le 87mila unità, attualmente la situazione si è ben ridimensionata.
L’ultimo bilancio trimestrale dell'azienda di Menlo Park ha evidenziato perdite considerevoli, dovute in buona parte agli investimenti per la costruzione del metaverso voluto fortemente da Mark Zuckerberg. Le azioni di Meta, infatti, sono crollate del 73% in un anno.
Oltre ai colossi di Zuckerberg e Elon Musk, anche altre aziende del settore tecnologico della Silicon Valley, Stripe e Lyft, la scorsa settimana hanno annunciato licenziamenti su larga scala, mentre Amazon ha congelato le assunzioni.