decisione contestata

Medici uccisi dal Covid e ora dimenticati: il Senato boccia i ristori per le famiglie

Il provvedimento è stato rimandato. La rabbia delle organizzazioni di categoria e del figlio di una vittima (anche lui medico).

Medici uccisi dal Covid e ora dimenticati: il Senato boccia i ristori per le famiglie
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Da eroi in corsia a professionisti dimenticati... E' il triste epilogo che stanno vivendo i famigliari dei medici in corsia che si sono spesi anche a costo della propria vita per curare i malati Covid. Il Senato, con una decisione che per certi versi ha dell'incredibile, ha infatti bocciato i ristori per le famiglie delle vittime. (nella foto di copertina Samar Sinjab, primo medico deceduto per Covid in Veneto)

Il Senato boccia i ristori per le famiglie dei medici uccisi dal Covid

Era il 9 aprile del 2020 quando il nostro Paese si doveva scontrare con una realtà atroce. Quella che riguardava i medici e gli infermieri morti a causa del Covid. Morti perché infettati dal virus mentre si trovavano al lavoro, in corsia, per salvare vite umane dal terribile nemico invisibile. Eroi in camice bianco, osannati da tutti nella prima terribile ondata che ha travolto il nostro Paese.

Ma che poi, a ben guardare, sono stati un po' dimenticati. Fino all'epilogo che è emerso proprio in questi giorni. Un colpo al cuore per i famigliari, che hanno dovuto vivere un altro trauma. Il Senato della Repubblica, infatti, ha bocciato i ristori per i famigliari dei camici bianchi morti sul lavoro.

L'emendamento bocciato

Sono 369 i dottori che dall'inizio della pandemia hanno perso la vita a causa del Covid. L'emendamento al Decreto Ristori era stato presentato dalla senatrice Maria Cristina Cantù della Lega e prevedeva di indennizzare le famiglie dei medici caduti sul lavoro. E' stato trasformato in un ordine del giorno che rinvia ancora una volta ogni decisione e passa la palla al Governo.

Reazioni sdegnate

Non sono mancate le reazioni sdegnate, a partire da Roberto Carlo Rossi, presidente dell'Ordine provinciale dei Medici chirurghi e odontoiatri di Milano che per primo si è mosso per ispirare il decreto legge 221/21.

 "Un voto a dir poco vergognoso. Da oltre un anno destra e sinistra, che a inutili parole hanno elogiato l'eroismo e chiamato eroi i medici caduti sul campo, si palleggiano un provvedimento doveroso".

Sulla stessa lunghezza d'onda Filippo Anelli, presidente della Federazione ordini dei medici, che a Tgcom24  ha parlato di occasione persa:

"L'occasione di dimostrare gratitudine ai medici che hanno dato la loro vita per continuare a curare durante la pandemia. Invitiamo il Parlamento a una riflessione. Dispiace che non si siano trovati i fondi per poter dare un ristoro a queste famiglie che, in molti casi, sono anche rimaste prive dell'unica fonte di sostentamento e alle quali sono negati indennizzi Inail".

La rabbia di un figlio (medico pure lui)

In Veneto quella data, quel 9 aprile 2020, segna proprio l'inizio di una vera e propria tragedia nella tragedia: quel giorno, infatti, coincide con il decesso del primo medico veneto ucciso dal Covid. Si tratta di Samar Sinjab, in forze a Mira. E ora, proprio in virtù della decisione del Senato, è il figlio, anche lui dottore, Rafi El Mazloum a prendere una posizione. Molto critica, che dovrebbe far riflettere.

Il figlio del primo medico veneto ucciso dal Covid non ha usato mezzi termini per commentare la decisione del Senato. D'altronde, come dargli torto...

"Medici come Samar Sinjab hanno messo la cura dei pazienti davanti alla propria sicurezza. E ora i famigliari vengono a sapere che per loro non ci sarà alcun ristoro. Medici che non si sono mai risparmiati, che sono stati in prima linea anche quando tutto il resto del Paese era chiuso in casa. Questa decisione è però l'occasione per ricordare il sacrificio dei medici come Samar: lei, nonostante tutto, non si è mai tirata indietro. Si è prodigata fino all'ultimo giorno per i suoi malati.

Ha risposto al telefono pure quando era ricoverata all'ospedale di Treviso, fino a pochi istanti prima di essere intubata. I medici di famiglia, alla luce di questa decisione del Senato, sono decisamente sconcertati".

Eroi di guerra nelle fasi più calde del "conflitto" contro il nemico invisibile. Dimenticati ora, senza nemmeno aver diritto ad un riconoscimento morale. La scelta di diventare medico per il figlio di Samar è stata un po' una chiamata alle armi. Per lui è stato impossibile lasciare scoperti i circa 1500 pazienti della madre.

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