DA PRIMA FIRENZE

Maternità surrogata, altro caso dopo Padova: coppia gay toscana rischia la prima accusa di reato

Hanno pagato 150.000 dollari, coinvolte una donatrice anonima per l’ovulo e una donna che ha accettato di portare avanti la gravidanza. Il concepimento è avvenuto prima dell’entrata in vigore della nuova norma, la nascita avverrà dopo

Maternità surrogata, altro caso dopo Padova: coppia gay toscana rischia la prima accusa di reato
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Una coppia omosessuale di Arezzo potrebbe diventare il primo caso emblematico della nuova legge italiana (entrata in vigore il 18 novembre 2024) che ha dichiarato la maternità surrogata (Gpa) un “reato universale”.

Come racconta il nostro Prima Firenze, i due uomini, uniti civilmente dal 2022, si trovano attualmente in California in attesa del loro figlio, che nascerà a febbraio grazie a una cosiddetta gestazione per altri. Tuttavia, il ritorno in Italia potrebbe trasformarsi in un incubo: rischiano l’arresto e la possibilità di vedersi sottratto il bambino.

La scelta della Usa e i rischi legali

Dopo aver deciso di avere un figlio, la coppia ha optato per la California, uno dei Paesi in cui la maternità surrogata è legale. Con un costo complessivo di 150.000 dollari, il percorso ha coinvolto una donatrice anonima per l’ovulo e una donna che ha accettato di portare avanti la gravidanza. Uno dei due uomini è il padre biologico del bambino.

Nel frattempo, però, l’Italia ha introdotto una norma che rende perseguibile chiunque ricorra alla maternità surrogata anche all’estero, indipendentemente dalla legalità della pratica nel Paese in cui è stata effettuata. La legge prevede fino a due anni di carcere e una multa fino a 750.000 euro per entrambi i genitori, naturali o intenzionali.

Il bambino nascerà a febbraio

La coppia è assistita dall'avvocato fiorentino Gianni Baldini, che ha denunciato la gravità della situazione:

“Non possono rimanere negli Stati Uniti perché entrambi hanno un lavoro in Italia, ma tornare significa affrontare le conseguenze della nuova legge”, spiega.

Il legale si augura quindi un’interpretazione più flessibile della norma, considerando che il concepimento è avvenuto prima dell’entrata in vigore della legge.

Questo caso potrebbe diventare un banco di prova per la nuova disciplina italiana. Intanto, la nascita del bambino in California è prevista per i primi giorni di febbraio, ma il futuro della famiglia rimane incerto e avvolto nell’ombra di una legislazione senza precedenti.

La coppia di Padova bloccata per settimane in Argentina

"Salvi" rispetto alla nuova legge, ma non è andata benissimo nemmeno ai due papà padovani rimasti bloccati per settimane in Argentina.

Dopo 40 giorni di semi detenzione, Fabio Busato e Gaetano D’Alessandro sono rientrati due settimane fa in Italia con la loro bambina: l’autorità giudiziaria argentina ha accolto l’istanza presentata dal loro legale.

Il medico oncologo padovano e il suo compagno erano stati fermati a fine ottobre all’aeroporto di Buenos Aires mentre tentavano di rientrare in Italia con una bambina nata con maternità surrogata.

Il caso di questa bambina ha messo in luce una complessa rete di intermediari su cui la Giustizia argentina ha voluto far luce.

Nessuna accusa per la coppia

Niente accuse formali contro l’oncologo padovano e il suo compagno, uno dei quali è il padre biologico della bambina,  non punibili al loro ritorno in Italia, in base alla nuova legge.

Sebbene non siano stati accusati formalmente, il tema della maternità surrogata rappresenta tutt'oggi un tema molto discusso, specialmente in Italia, dove attualmente vigono severe limitazioni a chi decide di ricorrere alla Gestazione per Altri (GPA).

Secondo quanto stabilito dalla Legge Varchi, infatti, rende perseguibile anche chi si reca all'estero per ricorrere alla maternità surrogata in Paesi dove questa pratica è legale.

Domenica 27 ottobre 2024, per manifestare contro le restrizioni della Legge Varchi, a Padova era stata organizzata una manifestazione da parte delle famiglie arcobaleno, scese in piazza per esprimere il loro dissenso, definendo la GPA una scelta d’amore e un diritto da difendere.

Le famiglie arcobaleno scendono in piazza

"Le coppie che si recano all’estero per la GPA, in un Paese in cui è legale, saranno perseguite in Italia - aveva spiegato Valentina Bagnara, referente veneta dell’associazione Famiglie Arcobaleno, in un'intervista al TGR - Ma non è un reato, è un gesto d’amore".

Il dibattito sul tema si è fatto acceso: circa il 90% dei ricorsi alla GPA proviene da coppie eterosessuali, ma a scendere in piazza erano anche molte famiglie arcobaleno, oltre a gruppi come l’associazione Luca Coscioni.

"L’associazione Luca Coscioni sostiene da sempre le persone, i cittadini italiani, che fanno la scelta di una gestazione per altri", afferma al TGR Domenico Farano, dell'Associazione Luca Coscioni. "Noi continueremo ad assistere i nostri cittadini che vorranno rivolgersi a noi, anche per andare in tribunale per difendere i loro diritti contro un reato universale che non esiste".

Commenti
Giacomo

Penso che la natura non preveda che due uomini.....il nascituro ha bisogno di madre e padre diversamente sara' un diverso tutta la vita, bene la legge che lo vieta, sono gia' nate organizzazioni che sfruttano la poverta' facendo da intermediari, assurdo e inconcepibile.

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