L'ospedale di Padova contro Crisanti: "In sede non c'è mai". Il virologo: "Vogliono farmi fuori"
L'azienda ospedaliera gli ha negato un incarico a Londra per le troppe attività esterne di cui già si occupa: "In un mese lavora in ospedale solo 12 giorni".
Dopo la polemica relativa all'acquisto di una villa del Seicento da due milioni di euro, vicenda che aveva scatenato le malelingue circa il fatto che si fosse arricchito grazie alle continue ospitate in tv durante la pandemia da Covid-19, il celebre virologo Andrea Crisanti è tornato al centro delle discussioni per un contenzioso che lo vede opporsi alla direzione dell'ospedale di Padova, presidio dove lui ricopre il ruolo di direttore di Microbiologia presso l'Università.
Crisanti in lotta con l'ospedale di Padova
E' accaduto infatti che il direttore dell'Ao di Padova, Giuseppe Dal Ben, abbia deciso negargli un incarico esterno, da svolgere a Londra, per il quale Crisanti aveva fatto richiesta alcuni mesi fa. Le motivazioni del no sono da ricercare in un motivo molto semplice: la scarsissima presenza in sede del noto virologo.
"Nel 2021 - afferma Giuseppe Dal Ben, direttore dell'Ao - la sua media mensile è stata di 11,8 giorni di lavoro in sede, per un totale di 142 giornate lavorative".
Crisanti, dal canto suo, non ha esitato a rispondere:
"Sicuramente si tratta di una ritorsione. Sono mesi che mettono in atto comportamenti intimidatori".
Crisanti, l'ospedale di Padova gli nega un lavoro a Londra
Crisanti ancora nell'occhio del ciclone. Come raccontato da Prima Padova, la tensione tra l'ospedale di Padova e il noto virologo è alle stelle. Il contenzioso tra le parti, i cui rapporti erano già complicati, riguarderebbe il no dell'azienda ospedaliera alla richiesta del noto virologo riguardo un incarico esterno da svolgere a Londra.
Crisanti, che a Padova è direttore di Microbiologia all’Università, lo scorso 25 gennaio aveva chiesto l'autorizzazione per entrare a far parte del consiglio di amministrazione di una società di ricerca sulla prevenzione del contagio finanziata dall’Imperial College di Londra, la Biocentis Limited. Nonostante l'approvazione dell'Università, l'Azienda ospedaliera si è opposta fermamente.
Le motivazioni del no, essenzialmente, riguardano la scarsissima presenza in sede del celebre virologo, spesso impegnato in attività esterne rispetto a quelle ospedaliere, comprese le frequenti ospitate televisive avvenute nel lungo periodo della pandemia da Covid-19. Queste le parole del direttore dell'Ao, Giuseppe Dal Ben, nella relazione inviata al comitato di garanzia dell’ateneo padovano, che ora deve dire l’ultima parola sul caso:
"Nel 2021 la sua media mensile è stata di 11,8 giorni di lavoro in sede, per un totale di 142 giornate lavorative. L’attività si andrebbe a sommare ad altri ulteriori impegni extra ospedalieri, per i quali era in passato stato dato parere positivo. Non si può non sottolineare come sia davvero importante che la figura del direttore di Unità operativa complessa della Microbiologia possa assicurare l’obbligatoria presenza sul luogo di lavoro per garantire il regolare assolvimento dell’attività. Il parere negativo depositato in commissione, ampiamente motivato, è stato supportato da un’analisi attenta delle presenze e dell’orario garantito dal professor Crisanti per assolvere ai delicati compiti sanitari e di coordinamento. Ulteriori impegni potrebbero andare a scapito degli obblighi primari di cura e assistenza e anche del dovuto obbligo direzione e di indirizzo della propria Unità".
Il virologo replica: "Vogliono farmi fuori"
Non si sono fatte attendere le contro-obiezioni di Andrea Crisanti dopo il no ricevuto dall'Azienda ospedaliera all'incarico lavorativo a Londra:
"L’amministrazione si è opposta a un incarico gratuito, senza deleghe, previsto dalla convenzione con l’Università di Padova. Sicuramente si tratta di una ritorsione. Sono mesi che mettono in atto comportamenti intimidatori. È uno spin-off universitario dell’Imperial College. Non si contano i ricercatori dell’Università di Padova che hanno cariche in spin-off universitari, anche con deleghe operative. Per questo sono certo di essere dalla parte della ragione e che il comitato di garanzia saprà capire le mie ragioni. Del resto, la rettrice ha già dato il suo assenso. Purtroppo basta un diniego per bloccare tutto".
Già nella bufera per la villa da due milioni di euro
Come affermato in precedenza, non è la prima volta che Crisanti si trova a dover fare i conti con critiche e polemiche. Lo scorso febbraio, infatti, il suo nome era stato oggetto dei commenti delle malelingue circa la notizia dell'acquisto, da parte di Crisanti, di una villa del Seicento da ben due milioni di euro. Gli scettici avevano subito gridato all'arricchimento del virologo grazie alle frequenti ospitate in televisione, ma il direttore di Microbiologia all'Università di Padova aveva precisato:
"La Villa è costata meno di 2 milioni e per acquistarla ho acceso un mutuo. La somma investita è frutto di risparmi di una vita, insieme a mia moglie, della passione per l'arte e non certo di un arricchimento dovuto alle presenze in Tv per discutere di Covid".
L'immobile acquistato riguardava Villa Priuli Lazzarini, edificata tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, a Val Liona (Vicenza). L'obiettivo del professore e della consorte è quello di commissionare i lavori necessari per restaurare e sistemare la villa per fare in modo di poterla portare al suo antico splendore e "riconsegnarla alla comunità".