L'omaggio a Gino Strada: in migliaia alla camera ardente
La camera ardente allestita all’interno di “Casa Emergency” ha riaperto questa mattina per l’ultima volta.
Migliaia di persone tra sabato 21, domenica 22 e lunedì 23 agosto 2021 hanno voluto dare l’ultimo saluto al fondatore di Emergency Gino Strada nella sua Milano. Come racconta Prima Milano, la camera ardente allestita all’interno di “Casa Emergency” in via Santa Croce ha riaperto questa mattina, lunedì 23 agosto 2021, per l’ultima volta: alle 14 è infatti stata chiusa.
In migliaia per l'addio a Gino Strada
Il caldo, anche oggi, non ha fermato i tanti amici, sostenitori e persone comuni che hanno deciso di mettersi in coda per rendere omaggio al medico. Fra gli altri, negli scorsi due giorni oltre al sindaco Giuseppe Sala, hanno fatto visita alla camera ardente il conduttore televisivo Fabio Fazio, l'ex presidente dell'Inter Massimo Moratti che ha detto, una volta fuori dalla sede di Emergency:
"Di Gino Strada ricordo il coraggio e la grande intelligenza. Sono commosso. Sarà importante continuare ad aiutare Emergency perché sopravviva e vada avanti bene come ha fatto fino ad adesso, specialmente in momenti difficili come gli attuali".
E ancora il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, che in occasione del suo ultimo saluto a Strada ha dichiarato:
"È stato per tanti un esempio di coerenza, quindi credo che sia giusto che gli sia riconosciuto quello che ha fatto e soprattutto sia importante portare avanti le battaglie e le lotte e gli ideali per cui lui ha vissuto. Sono contento di essergli stato amico, di averlo incontrato, di averlo conosciuto e di aver fatto tante battaglie assieme a lui. Ci ha sempre indicato da un lato di essere contro tutte le guerre. E credo che questo sia il messaggio più forte su cui lui insisteva maggiormente. E dall’altra parte la centralità della persona e dei suoi diritti, a partire dal diritto alla salute, un diritto fondamentale senza il quale non c’è democrazia. Posso dire che per tutte le volte che abbiamo avuto bisogno anche di lui, lui non ha mai avuto nessun timore a scendere sempre a fianco anche delle lotte per i diritti nel lavoro e questo credo che sia un punto fondamentale. Il Paese e la comunità internazionale perdono una persona innanzitutto coerente. Sicuramente si perde la sua intelligenza e il suo contributo, ma il tema importante è quello che rimane. Credo che in realtà in questo caso rimane a tutti noi un esempio di che cosa vuol dire essere coerenti con le proprie idee e battersi per le proprie idee senza non dover mai chinare la testa davanti a nessuno".
Non hanno fatto mancare il loro omaggio nemmeno il fondatore dell'Associazione Libera Don Luigi Ciotti e l’architetto Renzo Piano. Questa mattina è passato l’assessore alle Politiche sociali e abitative, Gabriele Rabaiotti.
“Gino è stato un vanto per il nostro Paese. Credo che forse si meritava anche che qualcuno lo proponesse come senatore a vita. Forse non avrebbe accettato, però sarebbe stato bello se si fosse pensato di conferirgli questa carica. Credo che Gino se lo meritava”. Lo ha detto Fiorella Mannoia visibilmente commossa uscendo dalla camera ardente allestita nella sede di Emergency di Gino Strada, suo grande amico.
La nota cantante ha aggiunto un ricordo personale:
“Ho avuto la fortuna di vederlo pochi giorni prima. Questo sarà il ricordo che porterò per sempre. Ho avuto questo grande privilegio di poterlo almeno salutare. Mi mancheranno i racconti di Gino sulle sue avventure in Afghanistan con Vauro e Giulietto Chiesa. Gino ha lasciato un vuoto enorme. Adesso bisogna lavorare di più per mandare avanti questa che è la sua creatura. Bisogna fare ancora di più in questo momento”.
Le parole di Strada
Un'immagine di Gino Strada sorridente vicino all'urna funeraria con le ceneri del medico fondatore di Emergency. Così si è presentata la camera ardente allestita presso la sede di Emergency. A 'dominare' la stanza una frase di Strada che racchiude l'impegno per i diritti umani che indirizzò la sua vita:
"I diritti degli uomini devono esser di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò si chiamano privilegi".