UN PAESE IN FIAMME

L'Italia nella morsa degli incendi: grandi roghi in Toscana e in Friuli

Le situazioni più gravi a Massarosa in provincia di Lucca e sul Carso.

L'Italia nella morsa degli incendi: grandi roghi in Toscana e in Friuli
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Sono giorni infuocati, in tutti i sensi, per la nostra Penisola. Da Nord a Sud il grande caldo e le alte temperature non sta risparmiando nessuno e, insieme al problema della siccità, in queste ultime ore si sta facendo largo anche quello degli incendi. Due, in particolare, i fronti più problematici: in Toscana, dalla serata di lunedì 18 luglio 2022, un grande rogo è scoppiato sulle colline di Massarosa in provincia di Lucca. Dalla mattinata di  martedì 19 luglio 2022, invece, in Friuli Venezia Giulia, i vigili del fuoco sono al lavoro per domare le fiamme che sono divampate sul Carso.

L'incendio che sta devastando Massarosa

Come riportato dall'ultimo aggiornamento di Regione Toscana, l'incendio divampato a Massarosa (Lucca) dalla serata di lunedì, 18 luglio 2022, è sotto controllo per il 70%, nonostante stia ancora avanzando, anche se lentamente, lungo il versante di Montramito e Gualdo. Su quest’ultimo perimetro che sono concentrati i 4 canadair dei mezzi di soccorso, mentre i 4 elicotteri della flotta regionale stanno operando sul resto della superficie già in controllo.

Stamattina sono arrivati sul posto la vicepresidente e assessora all’antincendio boschivo Stefania Saccardi, l’assessora alla Protezione civile Monia Monni e l'assessore ai trasporti e infrastrutture Stefano Baccelli. A mezzogiorno Saccardi, con Monni e Baccelli, hanno fatto il punto della situazione nella sala del consiglio comunale di Massarosa:

"Al momento sono oltre 650 gli ettari di bosco e oliveto bruciati e circa dieci – il dato non è ancora preciso -  le abitazioni; 300 le persone sfollate. Sono invece 150 gli uomini impegnati nelle operazioni di spegnimento tra squadre di volontari e di operai forestali oltre alle  squadre dei Vigili del fuoco che hanno fatto affluire sul posto mezzi da altre province e anche da fuori regione".

L'INCENDIO A MASSAROSA:

Il problema più serio restano le condizioni meteo del vento che ieri, per esempio, a causa di una corrente ascensionale ha provocato una corrente convettiva potente che si teme possa ripetersi oggi perché le previsioni dicono che ci sarà ancora instabilità.

"La situazione è costantemente monitorata - afferma la vicepresidente Saccardi - In un momento molto difficile di siccità in cui questi incendi si stanno purtroppo moltiplicando,  non posso che rinnovare l’appello a porre la massima attenzione anche ai gesti più banali che in condizioni meteo come queste, possono scatenare incendi che poi non si riescono a gestire”.

"La situazione resta critica – ha detto l’assessora Monni -  L’incendio ha devastato più di 650 ettari di bosco e oliveto, trovando terreno fertile su cui propagarsi a causa della siccità, delle temperature elevate e del vento. Sono stata nella zona di Pieve a Elici e la devastazione è impressionante, un’intera vallata in cenere. Sono moltissime - continua - le squadre di volontarie e volontari, di personale regionale e dei Vigili del Fuoco all’opera per contenere e spegnere l’incendio, appoggiati da 4 canadair e 8 elicotteri della Regione. Tutti stanno lavorando incessantemente da quasi due giorni, lottando contro il fuoco, il fumo e il vento. E per questo li voglio ringraziare con tutto il cuore”.

Situazione critica anche sul Carso

Mentre il rogo in Toscana pare essersi maggiormente contenuto, situazione diversa è invece sul Carso, in Friuli Venezia Giulia, dove un grande rogo ha dovuto far intervenire, a partire dalla mattinata di ieri, martedì 19 luglio 2022, diverse squadre dei vigili del fuoco. A causa dei forti incendi, alcune abitazioni sono state fatte evacuare a Sablici, frazione di Doberdò del Lago in provincia di Gorizia. Qui i pompieri sono riusciti a sedare le fiamme anche grazie all'assenza di vento.

"La situazione è complessa - afferma il Prefetto di Gorizia, Raffaele Ricciardi - e abbiamo dovuto procedere con l'ulteriore evacuazione di alcune famiglie - tra cui una donna anziana e due bambini - a Iamiano, dopo quelle di ieri sera, nell'altra frazione di Doberdò del Lago, Sablici".

Il rogo sul Carso, nella giornata di ieri, si era allargato talmente tanto da aver interessato l’area adiacente al casello autostradale del Lisert, con il personale che è stato completamente evacuato. Autovie venete aveva predisposto la chiusura del tratto della A4 tra Redipuglia e Lisert in direzione Trieste. In un ultimo tweet, il vicepresidente della Regione, Fvg, con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi, ha dichiarato:

"Dalle ultime informazioni, le situazioni più complesse sono ancora i focolai del Lisert, nei pressi dell'autostrada, che continua a rimanere chiusa, e la zona del metanodotto di Sablici".

L'INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO IN FRIULI:

In merito alla situazione dell'aria, l'assessore alla Difesa dell'ambiente Fabio Scoccimarro ha riferito che la stazione "Area verde" di Monfalcone di Arpa nella notte di ieri e nelle prime ore questa mattina aveva evidenziato una situazione che destava preoccupazione in quanto i dati dei PM10 erano stati di molto superiori ai limiti e quasi doppi rispetto la soglia di allerta. Il limite giornaliero per il PM10 è pari a 50 µg/m3 ma nel corso della notte Arpa FVG ha rilevato 1.194 µg/m3 (alle 2.00), 1.609 µg/m3 (alle 3.00), 1.493 µg/m3 (alle 4.00) e 1.271 µg/m3 (alle 5.00).

"Il trend sembra essere in calo e tornare sotto la soglia di preoccupazione - ha spiegato Scoccimarro - ma l'invito ai sindaci è di suggerire alla popolazione di adottare misure prudenziali".

In ultima istanza, vista la situazione relativa alla qualità dell'aria delle zone interessate dal vasto incendio sviluppatosi ieri sul Carso verranno invitati i Comuni di Doberdò, Sagrado, Savogna d'Isonzo, Ronchi dei Legionari e Staranzano ad adottare ordinanze che, sulla scorta di quella già adottata dal Comune di Monfalcone nella prima mattinata di oggi, raccomandino per le ore serali l'uso di mascherine Ffp2 all'aperto e di tenere il più possibile chiuse le finestre, limitando gli spostamenti allo stretto necessario. I comuni di Grado, Gorizia e Duino, più lontani dal fronte del fuoco, decideranno sulla base dell'evolversi della raccolta dei dati sul territorio se adottare ordinanze.

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