L'influenza 2022-2023 picchia duro. Più casi, ecco quali sintomi
Quest'anno il classico "male di stagione" si farà sentire rispetto all'ultimo biennio. E' corsa al vaccino.
Al via la stagione influenzale 2022/2023: il primo rapporto InfluNet - che ha l'obiettivo di determinare l'inizio, la durata e intensità dell'epidemia stagionale, e nella sorveglianza virologica, che ha come obiettivo il monitoraggio della circolazione dei diversi tipi, nonché sottotipi, di virus influenzali - relativo alla settimana 24-30 ottobre e pubblicato dall’Iss evidenzia un brusco aumento nel numero di casi riferibili a sindromi simil-influenzali. Quest'anno il classico "male di stagione" si farà sentire rispetto all'ultimo biennio: nella settimana monitorata, infatti, l’incidenza è pari a 4,8 casi per mille assistiti sopra la soglia basale di 3,16 casi per mille assistiti e con valori superiori a quelli registrati nelle ultime due stagioni.
Rapporto InfluNet
Complessivamente i casi stimati di sindrome simil-influenzale, rapportati all’intera popolazione italiana, sono stati circa 285.000 in quest’ultima settimana, che sommati ai 272.500 della settimana precedente portano a un totale di circa 557.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza scattata lo scorso 17 ottobre. L’Iss sottolinea però che, non solo i virus influenzali, ma anche diversi virus respiratori tra cui i rhinovirus, il SARS-CoV-2 e, in parte, il virus respiratorio sinciziale e gli adenovirus concorrono a tale aumento.
Colpiti maggiormente i bambini al di sotto dei cinque anni di età in cui si osserva un’incidenza pari a 19,6 casi per mille assistiti. Nella fascia di età 5-14 anni l’incidenza è a 5,89; nella fascia 15-64 anni a 3,94 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 2,87 casi per mille assistiti.
Fra le Regioni che hanno attivato la sorveglianza, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche e Sicilia registrano un livello di incidenza delle sindromi simil-influenzali sopra la soglia basale. Cinque Regioni (P.A. di Bolzano, Veneto, Campania, Calabria, Sardegna) non hanno ancora attivato la sorveglianza InfluNet.
Sopra la media, quali sintomi
A giocare un ruolo determinante per l'aumento dei contagi c'è sicuramente l'allentamento delle restrizioni da Covid-19 e conseguente riduzione dell’utilizzo dei dispositivi di protezione personale, come mascherina, gel disinfettanti e altri.
Con l'arrivo del freddo ci si attende il vero e proprio scoppio dell'epidemia che, tipicamente, succede a cavallo delle festività.
Come distinguere l’influenza 2022 dal Covid
La sintomatologia data dall’influenza 22/23 è indifferenziabile rispetto a quella data dal Covid, a meno che non si decida di sottoporsi a specifici test di laboratorio che ne rilevino la natura. I sintomi non cambiano di anno in anno, ma cambia la dimensione, il numero dei casi e di conseguenza gli effetti sulla salute e i casi gravi.
Come chiarito dal professor Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario dell'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, oltre che Professore di Igiene all'Università Statale di Milano:
“Per questo autunno/inverno 2022, ci attenderà una stagione di casi influenzali di intensità medio-alta, dai 6 ai 7 milioni di casi, in considerazione del fatto che in Australia, già nel loro periodo invernale, ovvero agosto, si è già verificata una delle stagioni più pesanti, la peggiore degli ultimi 5 anni, con l’arrivo del virus AH3N2".
La vera influenza, oltre al Covid con le sue peculiarità e alle 262 tipologie di virus che circolano nel periodo invernale, si riconosce per 3 aspetti:
-inizio brusco della febbre oltre i 38°C;
-almeno 1 sintomo generale, ad esempio, dolori muscolari e articolari;
-almeno 1 sintomo respiratorio, come naso chiuso o che cola, occhi arrossati.
Chi è infetto può risultare contagioso da uno o due giorni prima dell’insorgere dei sintomi. Lo rimane fino a circa cinque-dieci giorni dall’inizio degli episodi sintomatici. Quindi, sottolinea l’Iss, “il virus può essere trasmesso anche da persone apparentemente sane”. I soggetti con sistema immunitario debole e i bambini possono risultare contagiosi per un tempo ancora più lungo.
Quattro ceppi
Sono stati identificati quattro tipi di influenza: si tratta dei tipi A e dei tipi B, responsabili della sintomatologia influenzale classica; il tipo C, di scarsa rilevanza clinica (generalmente asintomatico); il tipo D, la cui possibilità di infettare l’uomo non è ancora chiara. I virus dell’influenza A si dividono a loro volta in altri sottotipi, sulla base di differenze molecolari nelle due glicoproteine di superficie emoagglutinina (HA) e neuraminidasi (NA).
Il modo migliore per tutelare sé stessi e coloro che ci stanno intorno è vaccinarsi: come chiarito dall'ISS, si registrano mediamente 8000 decessi per influenza e le sue complicanze ogni anno in Italia.