L'errore sulla tomba del Papa: a cosa è dovuta quella stonatura grafica nella scritta "Franciscus"
Il problema risieda nella mancanza di un’adeguata regolazione del kerning, termine tecnico che indica l’aggiustamento dello spazio tra due lettere specifiche

Sulla lastra che indica il luogo di sepoltura di Papa Francesco nella Basilica di Santa Maria Maggiore è stato notato un errore grafico che ha suscitato un acceso dibattito. Si tratta di un'imperfezione nell'incisione del nome "Franciscus", l’unica parola che, secondo le volontà del Pontefice, dovrà comparire sulla sua tomba.
L'errore sulla tomba del Papa
Un’irregolarità tipografica nella lapide già preparata in vista delle esequie future di Papa Bergoglio. Il problema riguarda la spaziatura tra alcune lettere – nello specifico tra la “R”, la “A” e la “N” – che appare visibilmente disomogenea, tanto da alterare l’equilibrio visivo dell’iscrizione.

A spiegare la natura di questa imperfezione è Filippo Gabriele, grafico del TgLa7, che chiarisce come il problema risieda nella mancanza di un’adeguata regolazione del kerning, termine tecnico che indica l’aggiustamento dello spazio tra due lettere specifiche. Questo accorgimento, fondamentale nella progettazione grafica, serve a rendere le parole più leggibili e visivamente armoniose.
“Una spaziatura errata – afferma Gabriele – non è soltanto un difetto estetico. Può influenzare la percezione della parola, al punto da far sembrare che le lettere appartengano a due sezioni separate”. In questo caso, l’eccessiva distanza dopo la “R” e prima della “N” dà risalto eccessivo alla “A”, rendendo la composizione sbilanciata e poco elegante, soprattutto in un contesto tanto solenne come quello di una tomba papale.
Non solo bellezza: la leggibilità prima di tutto
Come chiarisce Gabriele, il kerning è una pratica consolidata nella comunicazione visiva, ben anteriore all’era digitale. Anche se oggi i software di grafica includono impostazioni predefinite per ottimizzare automaticamente la spaziatura tra lettere, la progettazione di nuovi caratteri tipografici richiede ancora un intervento manuale da parte del designer. Questo garantisce che ogni combinazione di lettere sia visivamente equilibrata, un aspetto cruciale non solo nei testi stampati ma anche – e forse ancor più – nelle iscrizioni permanenti come le lapidi.
“La semplicità – sottolinea il grafico – non deve mai sconfinare nella sciatteria. Un’incisione sobria può e deve rispettare i principi basilari della composizione visiva”.
Le volontà del Pontefice: essenzialità e sobrietà
Questo episodio mette in luce un aspetto profondo del pontificato di Papa Francesco: il suo desiderio di una Chiesa più semplice, umile e vicina alla gente. Lo stesso principio guida anche le sue disposizioni funebri, rese note dal Vaticano nel novembre 2024. Il Papa ha voluto che le sue esequie fossero improntate alla sobrietà: niente catafalchi, niente celebrazioni solenni in San Pietro. Ha chiesto invece di essere sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore, luogo a lui caro, dove si recava in preghiera prima e dopo ogni Viaggio Apostolico.

Nel testamento spirituale, redatto il 29 giugno 2022, Francesco ha scritto:
“Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario mariano […] e che la mia tomba sia nella navata laterale, tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza”. Una sepoltura “nella terra”, ha aggiunto, “semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus”.

Il caso della lapide mette in discussione proprio questo confine sottile tra sobrietà e disattenzione. Se è vero che il Pontefice ha scelto l’essenzialità, non per questo la realizzazione pratica deve rinunciare alla cura e alla qualità. L’errore di spaziatura può sembrare irrilevante ai più, ma nel linguaggio simbolico della Chiesa – e nell’arte funeraria in particolare – ogni dettaglio è portatore di significato.
Al momento non è chiaro se l’incisione sarà corretta. Tuttavia, l’episodio ha già acceso il confronto tra tipografi, artisti e studiosi di comunicazione ecclesiastica. In fondo, anche nella più austera delle iscrizioni, l’equilibrio tra forma e contenuto continua a rimanere essenziale.