Leone XIV ha ricevuto il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina Shevchuk
Shevchuk ha espresso gratitudine del popolo ucraino per le parole pronunciate dal Pontefice il quale ha ribadito il suo sostegno all'Ucraina

Papa Leone XIV ha ricevuto stamani in udienza privata, nella Biblioteca del Palazzo Apostolico, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Arcivescovo Maggiore di Kyiv e capo della Chiesa greco-cattolica ucraina. Un incontro dal forte valore simbolico e pastorale, che rinsalda i legami tra la Santa Sede e l’Ucraina in un tempo segnato dalla guerra e dalla sofferenza.
Papa Leone XIV: "Sono con il popolo ucraino"
Shevchuk ha voluto esprimere personalmente la gratitudine del popolo ucraino per le parole pronunciate dal Pontefice durante il Regina Caeli dell’11 maggio scorso, in cui aveva invocato “una pace autentica, giusta e duratura” per l’Ucraina, ricordando le vittime del conflitto, i prigionieri e i bambini deportati.
"Le sue parole – ha detto Shevchuk – sono un vero balsamo spirituale per l’anima ferita del nostro popolo, che mantengono viva la nostra memoria nella coscienza internazionale e ci restituiscono un nome che altri vorrebbero cancellare".
Durante l’incontro, l’Arcivescovo Maggiore ha consegnato al Papa un dono dal profondo valore simbolico: il quadro “Requiem” dell’artista ucraino Bohdan Pylypiv, padre di un soldato caduto in guerra. L’opera raffigura un embrione avvolto nella molla di un orologio, che segna il tempo sospeso della guerra e simboleggia le vite mai nate a causa del conflitto. La lancetta, a forma di gladio romano, rappresenta il tempo di guerra che incombe sull’Ucraina e sul mondo.

Il Pontefice ha ribadito il sostegno della Santa Sede al popolo ucraino.
"Io sono con il Popolo ucraino – ha detto Leone XIV –. La Santa Sede continuerà a sostenere ogni iniziativa per creare le condizioni del dialogo e accompagnerà l’Ucraina in questo tempo terribile della sua storia”.
Shevchuk ha inoltre aggiornato il Papa sulla missione pastorale della Chiesa greco-cattolica ucraina in tempo di guerra, che include anche una “pastorale del lutto” rivolta a famiglie colpite dal conflitto, e ha rilanciato l’invito a visitare l’Ucraina.
"Quando Giovanni Paolo II venne da noi – ha ricordato – gli ucraini credettero che il comunismo non sarebbe più tornato. Oggi crediamo che la visita del Papa possa contribuire a fermare la guerra”.
A margine dell’udienza, Shevchuk ha consegnato al Pontefice un elenco di prigionieri di guerra, spiegando la collaborazione in atto con la Santa Sede per la loro liberazione, iniziativa che aveva già visto protagonista Papa Francesco tramite l’invio del Cardinale Matteo Zuppi come emissario di pace in varie capitali mondiali.
Infine, Shevchuk ha invitato Papa Leone XIV a incontrare i pellegrini ucraini che giungeranno a Roma il prossimo 28 giugno, in occasione del Giubileo della Chiesa greco-cattolica ucraina.
"Sarà un pellegrinaggio di preghiera per la pace – ha detto – sulla tomba di San Pietro, con la partecipazione dei vescovi ucraini da tutto il mondo”.