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“Leo from Chicago”, il documentario che racconta le origini di papa Leone XIV

Realizzato dai media vaticani con l’aiuto dell’Arcidiocesi di Chicago, il film ripercorre infanzia, famiglia, vocazione e passioni del Pontefice, attraverso luoghi e testimonianze negli Stati Uniti

“Leo from Chicago”, il documentario che racconta le origini di papa Leone XIV

Dopo León de Perú, il documentario che lo scorso giugno aveva raccontato gli anni di missione in Sudamerica dell’allora padre Prevost, arriva Leo from Chicago, un nuovo film dedicato alle origini e alla formazione del futuro Leone XIV negli Stati Uniti.

Da ieri, 17 novembre 2025, in occasione dei sei mesi dall’elezione, il documentario è disponibile su YouTube.

Il prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Paolo Ruffini, ha spiegato che “lo daremo a chiunque lo voglia trasmettere, in tutto il mondo, con l’unica preghiera di fare un’offerta alla Caritas in Perù, come concordato con papa Leone”.

“Leo from Chicago”, il documentario che racconta le origini di papa Leone XIV

Il progetto, prodotto dalla Direzione editoriale del Dicastero per la Comunicazione insieme all’Arcidiocesi di Chicago e all’Apostolado El Sembrador Nueva Evangelización (ESNE), compie un viaggio nei luoghi che hanno segnato la vita del Pontefice prima dell’elezione dell’8 maggio 2025.

Il risultato è un ritratto in parte inedito che, attraverso voci, immagini e ricordi, ricostruisce la storia personale e spirituale di Robert Francis Prevost, dalle radici familiari fino ai primi passi nella vita consacrata.

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Francis Robert Prevost, nel giorno dell’elezione a Papa Leone XIV

L’infanzia e i racconti

Il percorso, curato dai giornalisti Deborah Castellano Lubov, Salvatore Cernuzio e Felipe Herrera-Espaliat, parte dai quartieri di Chicago e dalla casa di famiglia a Dolton, dove i fratelli Louis Martin e John rievocano aneddoti e momenti dell’infanzia. Il viaggio prosegue negli uffici, nelle scuole e nelle parrocchie degli Agostiniani, nella Catholic Theological Union e nei luoghi più cari al giovane Prevost, come Aurelio’s Pizza o il Rate Field, lo stadio dei White Sox. Il racconto si sposta poi alla Villanova University, vicino Philadelphia, e a Port Charlotte, in Florida, dove vive il fratello maggiore.

“Leo from Chicago”, il documentario che racconta le origini di papa Leone XIV
Prevost nel giorno della sua ordinazione

Sono circa trenta i testimoni che arricchiscono il documentario con fotografie, filmati e memorie personali. Emergono così la precoce attrazione del piccolo Robert per la vita religiosa—giocava a celebrare la Messa e recitava preghiere in latino—e la decisione, da giovanissimo, di entrare nell’Ordine di Sant’Agostino. Si ripercorrono gli studi matematici e teologici, le amicizie profonde, l’impegno nelle attività per la vita e la successiva scelta di partire missionario in Perù, fino alla guida dell’Ordine agostiniano, esercitata con equilibrio e determinazione.

Un uomo con senso pratico

Accanto ai passaggi della vita spirituale non mancano i dettagli più quotidiani, che delineano un uomo semplice e appassionato.

Un amico racconta che “conosceva ogni tipo e marca di auto e sapeva cambiare olio e candele. Sto aspettando di vederlo alla guida della papamobile perché lui non ama stare dietro”.

Altri ricordano i suoi gusti alimentari—pizza, hamburger, bistecche e, il venerdì, pesce—la passione per la musica degli anni ’60 e ’70, l’abitudine di guardare la tv, il tifo per i Chicago White Sox e persino l’amore per le caramelle Peeps, dolci di marshmallow di cui andava ghiotto.

I fratelli raccontano che ogni giorno si sentivano al telefono “per una quindicina di minuti per raccontarsi come sta andando”. E non manca il riferimento alla Festa del Ringraziamento, che il futuro Papa aspettava soprattutto “per mangiare non il tradizionale tacchino ma il ripieno con cui viene preparato”, come ricorda sorridendo Castellano Lubov.

La famiglia cattolica

Dal quadro che emerge, al di là degli aneddoti, prevale il ritratto di un uomo radicato in una famiglia intensamente cattolica.

“Tutte le sere mamma e papà recitavano il Rosario in salotto. E la mattina mamma andava a Messa alle cinque; quando tornava, noi figli ci stavamo preparando per andare a scuola”, ricordano i fratelli.

Papa Leone XIV accoglie con un abbraccio un piccolo (vivacissimo) ospite
Papa Leone XIV accoglie con un abbraccio un piccolo (vivacissimo) ospite

In quella casa modesta di Dolton—davanti alla quale oggi molte persone si fermano ogni giorno a pregare—già si intuiva una vocazione limpida:

“Bob sembrava fosse già speciale. La prima cosa che ha capito è che voleva diventare prete. Un giorno una suora a scuola gli disse: “Potresti diventare Papa”. E pensare che noi lo prendevamo in giro per quella frase”.

Calma ed equilibrio

Nel documentario si insiste sulla sua calma interiore, qualità che “sembra avere portato anche nel papato”, e sulla naturale attenzione alla giustizia sociale:

“Parlava di giustizia sociale anche al liceo, non sorprende la sua scelta di andare missionario. L’attenzione alla dottrina sociale della Chiesa ha dato i suoi frutti in Perù. Prevost ha interiorizzato il messaggio della Chiesa e lo ha applicato”, affermano i fratelli. Centrale, naturalmente, la figura di sant’Agostino: “Lui si identifica con Agostino — raccontano —. Il suo noviziato è stato stupendo, fatto di pazienza e intelligenza, ma anche di capacità di stare in silenzio. La sfida di un agostiniano è unire il lato contemplativo al lato attivo e lui lo ha sempre fatto. Noi agostiniani sappiamo chi è e siamo felici che il mondo lo stia scoprendo”.

Il documentario, che sarà diffuso prossimamente anche sui canali ufficiali dei media vaticani, si chiude con le parole di uno dei fratelli:

“Penso che cambierà la Chiesa semplicemente essendo sé stesso”.