Le suore di clausura che diventano star di Facebook e "sfidano" il Vaticano
Succede a Pienza (Siena), dove il Vaticano ha deciso di allontanare la madre superiora, ma le monache si ribellano
Tredici suore di clausura diventano star di Facebook. E già così sarebbe una notizia. Ma quello che sta accadendo alle monache del santuario Maria Tempio dello Spirito di Pienza (Siena) sta sconvolgendo la Curia e il Vaticano. Dall'alto vorrebbero infatti trasferire la madre superiora, ma le consorelle si sono opposte, "sfidando" di fatto i vertici ecclesiali.
Le suore di clausura star di Facebook
Per capire l'origine di questa curiosa storia dobbiamo fare un salto indietro nel tempo di qualche anno, da quando cioè hanno iniziato a comparire in Rete le foto delle stanze per l'accoglienza e piccolo "mercatino" con le candele prodotte dalle suore benedettine (arrivate a Pienza nel 2016, trasferite dall'Umbria dopo il terremoto) e messe in vendita.
Un'idea, quella di diventare "social", nata dalla madre superiora suor Diletta Forti, ex maresciallo delle Guardie forestali, che ha deciso di dare una svolta di modernità al convento.
E così sulla pagina Facebook del monastero si possono vedere le immagini delle religiose e della struttura.
L'intervento del sindaco e del Vaticano
Tra le segnalazioni arrivate alla Curia anche quella del sindaco di Pienza Manolo Garosi, che nei mesi scorsi ha messo nel mirino i mercatini allestiti dalle monache, nei quali sarebbero stati messi in vendita candele, gadget, ma anche prodotti agroalimentari.
La Curia ha dunque avviato una serie di accertamenti, arrivati alla fine con la decisione del Vaticano, che ha deciso di sostituire la superiora con motivazioni coperte da segreto.
Sulla questione è intervenuta anche la Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, che in una nota ha sottolineato che "continuerà a sostenere la presenza dell'istituzione religiosa. Ovviamente il tutto deve svolgersi in obbedienza alle leggi civili e alle disposizioni canoniche e nell'accoglienza delle disposizioni della Santa Sede".
"Al momento non risulta che sia stata data esecuzione alle disposizioni dei decreti della Santa Sede. Ci auguriamo che presto si possa trovare un accordo e in tale contesto si rende presente che non sono autorizzate in alcun modo raccolte di denaro da inviare a conti del monastero o intestati a persone fisiche".
La rivolta delle suore (e dei social)
Le suore, come è facile intuire, non hanno preso bene la decisione piovuta dall'alto e hanno manifestato tutto il loro malcontento. Come? Ovviamente con un messaggio su Facebook.
A sostenere le monache anche il "popolo della Rete". Sulla pagina Facebook del monastero sono tanti i messaggi di vicinanza e solidarietà anche da parte di chi non conosceva la loro realtà e l'ha scoperta solo ora a seguito del "caso" esploso all'improvviso. Che promette di regalare ancora polemiche e colpi di scena.