Le "pagelle" agli ospedali italiani 2024: tre eccellenze e (ancora) una sanità a due velocità
Spiccano il Careggi di Firenze, l’Humanitas di Rozzano (Milano) e l’Azienda Ospedaliera Universitaria delle Marche di Torrette di Ancona
Il recente Piano Nazionale Esiti (PNE) 2024, realizzato da Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) e basato sui dati 2023, ha evidenziato le migliori performance tra le strutture ospedaliere italiane. Fra i migliori ospedali spiccano il Careggi di Firenze, l’Humanitas di Rozzano (Milano) e l’Azienda Ospedaliera Universitaria delle Marche di Torrette di Ancona, strutture che si distinguono per l’elevata qualità nelle cure offerte, diventando un modello di eccellenza nell’ambito sanitario.
Careggi, Firenze
Humanitas, Milano
Azienda ospedaliera, Ancona
Sullo sfondo, però, rimane la piaga di una sanità a macchia di leopardo, dove la tendenza delle "migrazioni della speranza" al Nord, per ricevere cure migliori e adeguate, non accenna a diminuire.
Rapporto Agenas ospedali 2024
L’edizione del PNE 2024, presentata il 29 ottobre 2024, ha analizzato quasi 1.400 ospedali pubblici e privati, coinvolgendo operatori e ricercatori del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Questo appuntamento annuale rappresenta un riferimento essenziale per monitorare e migliorare le cure sanitarie a livello nazionale, evidenziando la variabilità tra i sistemi sanitari regionali italiani.
L’Italia, infatti, continua a presentare differenze marcate in ambito sanitario tra le diverse regioni, con un flusso consistente di pazienti che si spostano principalmente dal Sud al Nord per ricevere cure migliori. La speranza di vita varia significativamente, passando da 84,6 anni a Trento a 81,4 in Campania (media nazionale: 83,1 anni, Istat 2023), e le disparità emergono anche nei tassi di mortalità infantile, inferiori al 2 per mille in regioni come Piemonte e Marche, ma superiori al 3 per mille in Liguria e nelle regioni del Sud (Istat 2021).
Le Regioni con maggiori criticità
Il PNE di quest’anno evidenzia come sia la Sardegna, non più la Calabria, a registrare le criticità maggiori in ambito ospedaliero. Sebbene alcune regioni meridionali come Calabria e Sicilia abbiano registrato piccoli miglioramenti, altre realtà, anche nel Nord, mostrano segni di arretramento: il Friuli Venezia Giulia, ad esempio, ha perso posizioni rispetto agli anni precedenti. Il sistema sanitario è frammentato non solo su scala regionale ma anche all’interno delle stesse strutture, dove convivono aree di eccellenza con altre a bassa qualità.
Le strutture d’eccellenza
Il Careggi di Firenze, l’Humanitas di Rozzano e l’Azienda Ospedaliera Universitaria delle Marche emergono come i tre ospedali italiani con le migliori performance in quasi tutte le otto aree cliniche analizzate, quali cardiocircolatorio, sistema nervoso, respiratorio, chirurgia generale e oncologica, nefrologia, gravidanza e parto, osteomuscolare.
Domenico Mantoan, direttore generale di Agenas, ha sottolineato che l’obiettivo del PNE non è “assegnare premi, ma stimolare un miglioramento dell’assistenza”. Il Careggi di Firenze, in particolare, si è distinto raggiungendo livelli d’eccellenza in tutte le aree considerate, mentre l’Humanitas di Rozzano si è confermato ai vertici per il terzo anno consecutivo.
"L'Humanitas di Rozzano e due strutture pubbliche, l'ospedale di Ancona e il Careggi di Firenze, sono risultati essere i tre migliori ospedali italiani". ha chiarito Mantoan, a margine della presentazione del Programma nazionale esiti. "L'Humanitas, per il terzo anno consecutivo - ha precisato - si conferma ospedale di eccellenza e otto aree su quelle monitorate hanno livelli altissimi, questo mostra l'impegno costante di questa struttura". Sul podio, assegnato in base alla valutazione effettuata con il sistema del treemap, ci sono due ospedali pubblici: "L'azienda ospedaliera di Ancona che era tra i migliori anche lo scorso anno e ha fatto un balzo ulteriore migliorando ancora di più il risultato, con 7 aree di eccellenza. La sorpresa è un altro ospedale pubblico, che ha fatto un grande investimento, l'azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze", che raggiunge l'eccellenza in tutte e 8 le aree considerate.
Analisi e trend generali
Il report si basa su un monitoraggio esteso di 1.363 ospedali pubblici e privati, che sono stati valutati su 205 indicatori. Emergono alcuni dati chiave, come il numero limitato di ospedali capaci di eseguire angioplastica entro 90 minuti per almeno l'85% dei pazienti infartuati, tra cui il Barone Romeo di Patti, l’Ospedale di Treviso e il G. Pasquinucci di Massa. Tuttavia, un numero crescente di ospedali (circa il 63%) ha raggiunto la soglia del 60% di casi trattati tempestivamente, rispetto al 57% dell’anno precedente.
Anche la mortalità a 30 giorni dall’infarto è scesa dal 7,8% al 7,1%, ma persiste una variabilità regionale significativa, con picchi sopra il 10-15% in Molise e Campania. Per quanto riguarda la chirurgia oncologica, resta critico l’eccessivo ricorso a piccoli centri, meno equipaggiati per garantire interventi complessi. I parti cesarei, dopo un aumento inatteso nel 2022, sono tornati a scendere, ma restano elevati, specialmente in regioni come Campania, Sicilia e Lazio, con tassi sopra il 40% in molte strutture private accreditate.
Un altro parametro importante, ovvero il tempo di intervento per fratture del collo del femore negli over 65, registra miglioramenti: si è raggiunta una media nazionale del 59% di interventi entro 48 ore, con performance di eccellenza in ospedali come l’Umberto I di Siracusa e il Pertini di Roma, che superano il 95%. Tuttavia, restano problematiche le strutture in Calabria, Liguria, Basilicata e Sardegna, dove molti pazienti anziani subiscono ritardi.
Ritorno ai volumi pre-pandemici
Il monitoraggio evidenzia che, a tre anni dalla pandemia, i ricoveri sono quasi tornati ai livelli del 2019, con un aumento di circa 300.000 casi rispetto al 2022. Gli interventi chirurgici e le operazioni oncologiche, anche grazie a una maggiore attenzione agli screening e alle diagnosi precoci, hanno registrato un incremento rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, persistono alcune criticità nel settore dell’assistenza territoriale, dove i ricoveri evitabili per patologie come lo scompenso cardiaco rimangono stabili.
La prospettiva di sviluppo
Il PNE 2024 rappresenta un importante osservatorio per misurare la qualità delle cure offerte in Italia, fornendo strumenti di valutazione che Agenas intende potenziare con il rilancio del Fascicolo Sanitario Elettronico e l’introduzione di un Ecosistema dei Dati Sanitari. Secondo Mantoan, il PNE è una risorsa preziosa per migliorare le politiche sanitarie e orientare le scelte dei decisori, con l’auspicio che gli audit periodici, già in corso presso numerose strutture, possano contribuire a risolvere le criticità presenti.