A Venezia

Le foto della prima paratia del Mose di Venezia ripescata a undici anni dalla posa

Sull'immenso parallelepipedo da 350 tonnellate si è venuta a formare una vera e propria "coperta" di alghe e molluschi che ha rivestito tutte le sue pareti

Le foto della prima paratia del Mose di Venezia ripescata a undici anni dalla posa
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La prima delle 78 paratoie del Mose di Venezia ad essere adagiata sul fondale, quasi 11 anni fa, è stata prelevata ieri pomeriggio, 6 luglio 2023, dai tecnici di Fincantieri per essere sottoposta a manutenzione. Sull'immenso parallelepipedo da 350 tonnellate, che forma il sistema di dighe usato per proteggere la città lagunare dall'alta marea, si è venuta a formare una vera e propria "coperta" di alghe e molluschi che ha rivestito tutte le sue pareti.

Mose: al via la manutenzione della prima paratoia

Un parallelepipedo di 20 m di larghezza, 9 di lunghezza, 3 di altezza, per un peso complessivo di 350 tonnellate, ricoperto di alghe e molluschi, è stato estratto dall’acqua da tre argani attaccati a una cavalletta posizionata alla diga di Treporti.

Un appuntamento atteso, come raccontato da Prima Venezia, per verificare la situazione della prima componente della barriera del Mose posizionata nella primavera del 2013, a cui ha preso parte dall’Isola Nuova in bocca di Porto di San Nicolò, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.

Presenti inoltre, insieme al Commissario straordinario Elisabetta Spitz, il prefetto di Venezia Michele di Bari, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale Fulvio Lino Di Blasio, il comandante del Porto di Venezia e direttore marittimo del Veneto Filippo Marini.

Il Mose, ricordiamo, è acronimo di Modulo sperimentale elettromeccanico, è un sistema di dighe mobili finalizzato alla difesa della città di Venezia e della sua laguna dal fenomeno dell'acqua alta.

La paratoia, la sesta per posizione delle 21 sistemate in quella bocca di porto, è stata sganciata dal cassone in cui è alloggiata questa mattina, agganciata a una gabbia metallica e lasciata sulla superficie dell’acqua. Il sollevamento, in posizione orizzontale, ha richiesto una quarantina di minuti. Nella giornata di domani verrà caricata su un pontone per essere poi trasportata in cantiere per la manutenzione, alla banchina dell’Azoto, a Marghera.

Dopo 11 anni continuativi in acqua, tra salsedine e sabbia, verrà ripulita dalle alghe e dai mitili che si sono depositati sulla superficie. Si tratterà di una manutenzione straordinaria prototipale: verrà analizzata all’esterno e all’interno, attraverso la realizzazione di tre aperture.

Tutte le verifiche saranno monitorate e registrate, mentre il Dipartimento di Biologia marina dell’Università di Padova avrà il compito di studiare l’accrescimento marino. Le giunture saranno verificate, la struttura sarà controllata, così come il consumo delle vernici, l'usura degli impianti e lo stato di salute delle cerniere.

Nel frattempo sarà sistemata al suo posto una paratoia di riserva. Nel mese di agosto una seconda paratoia verrà estratta per una manutenzione ordinaria. L’attività si dovrebbe concludere nel mese di settembre. Al termine dell’indagine verrà bandita la gara per la manutenzione a tutte le bocche di porto.

 

“Ho voluto essere presente di persona per assistere con i miei occhi a questo momento importante”, ha dichiarato il sindaco Luigi Brugnaro. Esprimo soddisfazione per la situazione in cui abbiamo trovato la paratoia, sicuramente migliore di quanto potessimo immaginare. Ora le indagini che verranno compiute ci consentiranno di comprendere nel dettaglio le condizioni generali e particolari.

Ci ricordiamo sempre dei risultati e mai dei processi necessari al loro sviluppo o delle maestranze che hanno consentito la realizzazione dell’opera. A tutte loro va il ringraziamento dell’Amministrazione comunale. Questa esperienza non va dispersa, siamo in presenza di un successo che deve essere confermato a tutti i livelli”.

Ottimismo è stata espresso anche per l’Autorità della Laguna: “Non vogliamo che le cose sia fatte in fretta, ma come si deve. Questa realtà deve servire per rimettere in moto la Laguna di Venezia: non c’è solo la gestione del Mose. È necessario alzare le rive, scavare i canali, realizzare le fognature. Vanno sbloccate situazioni ferme da trent’anni”.

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