Lavoro minorile, Mattarella: "Sfruttamento anche in Italia. Repubblica deve proteggere l'infanzia"
Il Presidente della Repubblica riporta l'attenzione su una drammatica condizione che dilaga anche nelle pieghe sommerse del nostro Paese

“Negli ultimi decenni, l’azione congiunta di governi, organizzazioni internazionali e società civile, ha sottratto milioni di bambine e bambini a condizioni di lavoro degradanti, reinserendoli in percorsi di istruzione, protezione e crescita. Frutto di un impegno corale, questi risultati rischiano oggi di essere compromessi dalle crisi globali, dai conflitti armati, dai cambiamenti climatici, dall’aumento delle disuguaglianze”. Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile.
Proprio in queste ore, sullo spinoso tema, Unicef diffonde un report che è un pugno nello stomaco: record di lavoratori minorenni in Italia nel 2024. Stando al 3° Rapporto, presentato in occasione della Giornata Mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, infatti, i minori tra i 15 e i 17 anni che lavorano nel nostro Paese sono 80.991.
Mattarella contro il lavoro minorile
“Si calcola che oltre 160 milioni di minori nel mondo siano ancora coinvolti in forme di lavoro che mettono a rischio la loro salute, ostacolandone lo sviluppo e violandone la libertà”, osserva il capo dello Stato, spiegando che “sono bambini spesso invisibili, costretti a svolgere lavori pericolosi per sopravvivere: perché la fame è più urgente dell’infanzia, perché le loro scuole sono state distrutte dalle bombe, perché non esistono alternative né prospettive. Situazioni sommerse di sfruttamento e di esclusione sono presenti anche in Italia, soprattutto in contesti segnati da fragilità sociale ed economica”, denuncia Mattarella, aggiungendo che “l’abbandono scolastico apre la strada alla povertà educativa, all’emarginazione sociale e, nei casi più gravi, al coinvolgimento dei minori in attività illegali o sotto il controllo di ambienti criminali. Si innesca così un circolo vizioso che compromette, di generazione in generazione, le possibilità di crescita e sviluppo dei minori e delle loro famiglie”.

E ancora:
“La Costituzione, agli articoli 31 e 34, afferma con chiarezza il dovere della Repubblica di proteggere l’infanzia e garantire il diritto all’istruzione”, ammonisce il presidente, convinto che “operare per la piena affermazione dei diritti dei bambini è un dovere sociale che misura la civiltà e la coesione di un popolo. È il fondamento su cui costruire una società più giusta, capace di affrontare con responsabilità le sfide presenti e quelle future”.
Con queste parole il Presidente della Repubblica riporta l'attenzione su una drammatica condizione che dilaga anche nelle pieghe sommerse del nostro Paese. Una deriva da combattere, per proteggere il futuro.