pesantissime accuse

L'ambasciatore russo in Italia Razov: "Le vostre armi saranno usate per uccidere i cittadini russi"

L'Ambasciata ha depositato anche una querela contro il quotidiano La Stampa per un articolo del 22 marzo.

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Un'accusa pesantissima. L'ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, non ci è andato per il sottile:

"Al popolo italiano è stata data una mano di aiuto e se qualcuno morde adesso la mano non fa onore".

Il motivo del contendere riguarda le armi che l'Italia ha deciso di fornire all'Ucraina. Razov ha posto l'accento sul fatto che il nostro Paese, nel pieno dell'ondata Covid, abbia ricevuto supporto dalla Russia e che ora, in seguito a questa decisione, non mostri la dovuta riconoscenza. E' seguito anche un esposto contro il quotidiano  La Stampa  per istigazione a delinquere e apologia di reato.

L'ambasciatore russo Razov accusa l'Italia

Razov ha parlato da Roma, dove ha organizzato una mini-conferenza stampa  dopo aver depositato un esposto che ipotizza per istigazione a delinquere e apologia di reato per un articolo del quotidiano La Stampa del 22 marzo scorso.  Ma i temi toccati sono stati naturalmente molteplici.

"Gli armamenti italiani saranno usati per uccidere cittadini russi. Voglio ricordare che la decisione è stata presa quando è iniziata la prima tappa delle trattative: i fucili vengono distribuiti non solo tra i militari, ma anche tra i cittadini e non si capisce come e quando saranno usati", ha tuonato Razov.


L'ambasciatore della Federazione Russa in Italia ha ricordato come due anni fa l'esercito russo veniva accolto durante l'epidemia:

"Due anni fa sono stato in aeroporto dell'aeronautica militare con funzionari ufficiali che accoglievano questi voli. La missione russa è andata solo nei posti indicati da Italia, precisamente a Nembro, epicentro della pandemia in quel momento. I nostri addetti facevano solo quello che veniva detto dai colleghi italiani. Provo vergogna per questa caccia alle streghe."

L'esposto

L'Ambasciatore ha inoltre depositato un esposto (per istigazione a delinquere e apologia di reato) contro un articolo del quotidiano La Stampa del 22 marzo scorso:

"Questo articolo d'autore considerava la possibilità dell'uccisione del presidente della Russia. Non c'è bisogno di dire che questo è fuori dell'etica, dalla morale e dalle regole del giornalismo. Nel codice penale dell'Italia si prevede possibilità di istigazione a delinquere e apologia di reato. In precisa conformità alla legislazione italiana mi sono recato alla procura della Repubblica per registrare questa querela con la richiesta alle autorità italiane di esaminare questo caso. Confido nella giustizia italiana".

E ancora:

"Lavoro in Italia da 8 anni e ho lavorato con Renzi, Conte, Letta e adesso Draghi. Abbiamo fatto di tutto per costruire ponti, rafforzare i rapporti in economia, cultura e altri campi. Con rammarico adesso tutto è stato rivoltato".

L'ambasciatore ha quindi invitato i giornali a "seguire entrambi i messaggi e non solo quelli della parte Ucraina. Ogni giorno leggo la stampa italiana e vedo ogni giorno alcune foto la provenienza della quale è molto dubbiosa".

"Prima finisce meglio è"

Alle domande dei giornalisti che lo aspettavano vicino al tribunale di Piazzale Clodio dove il diplomatico si è recato per depositare un esposto Razov ha risposto:

"Prima finisce meglio è: sono in corso trattative con l'Ucraina e speriamo in esiti positivi".

Circa il timore della bomba atomica l’ambasciatore russo ha chiarito che non c’è “nessuna minaccia nucleare da parte di Mosca, ma riflessioni di scenari in caso di minacce per la sicurezza della Federazione Russa".

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