Ladispoli, tra leoni in fuga e circhi mediatici: l’Irriverente commento di Simone Di Matteo
Con la fuga del leone di Ladispoli si riapre un dibattito che dovrebbe portarci a riflettere su un concetto ben più ampio
“Si potrebbe andare tutti quanti allo zoo comunale // Vengo anch'io? No, tu no // Per vedere come stanno le bestie feroci // E gridare: "Aiuto, aiuto è scappato il leone!" // E vedere di nascosto l'effetto che fa” cantava tantissimi anni fa, più precisamente nel lontano 1968, il cantautore, cabarettista, pianista, attore, sceneggiatore e medico italiano Enzo Jannacci, uno tra i maggiori protagonisti della scena discografica italiana del Dopoguerra. E mai brano, a onor del vero, nella Storia della musica leggera è risultato essere più profetico, eccezion fatta per Il contagio di Renato Zero, se teniamo in considerazione i recenti avvenimenti che hanno (s)co[i]nvolto la piccola cittadina di Ladispoli.
Il Re Leone di Ladispoli e il dibattitto sul trattamento degli animali - La loro vita ha lo stesso identico valore della nostra
Nei giorni scorsi, infatti, mentre gli abitanti del Comune nei pressi della Capitale devono aver vissuto attimi di puro spavento, Kimba, il leone fuggito dal circo Rony Roller, deve aver trascorso davvero una bellissima serata, forse la migliore che abbia mai vissuto benché si sia conclusa nel giro di poche ore. Un evento eccezionale, dal momento che non capita di certo tutti i giorni di imbattersi nientemeno che nel Re della savana e osservarlo gironzolare indisturbato per le strade del proprio quartiere. La Procura di Civitavecchia, però, starebbe conducendo un’inchiesta con l’intento di ricostruire i fatti e cercare di capire in che modo l’animale sia riuscito a fuggire (l’ipotesi più accreditata per adesso è quella di un (presunto) sabotaggio), nonostante ciò che più di ogni altra cosa dovrebbe essere compresa corrisponda a quanto di più lontano ci possa essere dalle indagini che gli inquirenti porterebbero attualmente avanti.
Tra improbabili polemiche ai limiti del paradosso avanzate dai residenti (i quali accuserebbero l’amministrazione di non aver preso le misure cautelari necessarie per far fronte a simili episodi, nemmeno se quest’ultimi fossero all’ordine del giorno in una realtà come quella di Ladispoli) e perentorie accuse avallate dai soliti etologi di turno (che puntualmente si risvegliano dal loro letargo ogniqualvolta, reciterebbe il famoso detto popolare, “ci scappa il morto”, anche se non è propriamente questo il caso), si è perso di vista l’aspetto fondamentale dell’intera vicenda, che apre ad uno scenario più ampio su cui si farebbe bene a riflettere attentamente, dando vita a quello che potrebbe essere definito uno “spettacolo circense” degno dei migliori (o dei peggiori, dipende dai punti di vista) reality show.
Viviamo in un’epoca in cui la pretesa di onnipotenza guida quotidianamente l’uomo un passo in più verso la propria autodistruzione, la quale sarà senza ombra di dubbio accompagnata da quella di qualsiasi altra specie vivente con cui questi possa esser venuto a contatto. Spesso e volentieri, in effetti, ci illudiamo di appartenere ad una razza cosiddetta “superiore” e di poter esercitare una qualche strana forma di diritto di proprietà sul pianeta Terra. Distruggiamo, edifichiamo, disboschiamo, cancelliamo interi ecosistemi per progettarne di nuovi a nostra immagine e somiglianza quasi fossimo manifestazioni antropomorfe del Sommo Creatore. E ancora, imprigioniamo animali, li torturiamo, li uccidiamo, li strappiamo ai loro habitat naturali per potercene impossessare o per mero capriccio, ne facciamo delle futili attrazioni per gente il cui senso del divertimento dev’essere piuttosto infimo, li cresciamo in cattività trasformandoli in marionette e così via. Il tutto, ovviamente, con la convinzione di essere nel giusto.
Per carità, è pur vero che non ci si dovrebbe sorprendere di nulla se pensiamo al fatto che l’uomo è stato il primo essere vivente a fabbricare armi in grado di provocare la sua stessa estinzione oppure l’unico a provare piacere nel ricoprirsi continuamente di ridicolo in televisione e in qualsivoglia tipo di seggio sia in grado di dargli una parvenza di lustro. Tuttavia, non c’è niente di più sbagliato. Siamo ospiti di questo pianeta tanto quanto qualunque altra forma di vita, per tale ragione dovremmo mostrare più rispetto e avere più cura di ciò che ci circonda, benché si fatichi parecchio a tenerlo a mente. A ben poco servono le petizioni di circostanza, gli abituali scaricabarile delle colpe, le famose toppe che coprono i buchi, i recenti accordi del Sindaco di Ladispoli con il Rony Roller per vietare le esibizioni con uso di felini a tempo determinato, le operazioni di recupero per sfiorare quella che sarebbe potuta divenire una tragedia annunciata (sia per il fuggitivo che per chiunque si fosse imbattuto in lui) o le richieste dell’Aidaa di spostare il leone in questione in un luogo protetto in cui possa vivere in maniera libera. I circhi, al pari di tutte le altre forme di violenza sugli animali e sul prossimo nostro, sono realtà che non devono essere più tollerate e, di conseguenza, abolite (Cirque du Soleil a parte, essendo un contesto fatto di persone che mettono in mostra la propria arte e forse uno dei pochissimi (se non l’unico) in cui possiamo ancora dimostrare di possedere un non-supposto talento). Anzi, se avessimo avuto più senno, magari non sarebbero mai esistite.
Ad ogni modo, lontani sono i tempi in cui Kimba avrebbe potuto regnare su una valle dei Re tutta sua, ma al tempo stesso non sono mai arrivati (a dispetto di ciò che amano credere i più) quelli in cui l’uomo può ritenersi il padrone assoluto del mondo!