Lo studio inglese

La terza dose di vaccino dà una protezione quasi totale dal Covid

E non è neppure detto che serva un’iniezione ogni sei mesi: ci sono alcuni vaccini per cui, dopo due o tre dosi, poi la protezione dura per anni.

La terza dose di vaccino dà una protezione quasi totale dal Covid
Pubblicato:
Aggiornato:

Quanto durerà la protezione dopo la dose aggiuntiva? Uno studio britannico lascia ben sperare. A due mesi dal monodose Johnson & Johnson serve il secondo richiamo. Facciamo il punto su tutte le novità connesse ai protocolli vaccinali anti-Covid.

Vaccino anti Covid: a chi e quando la terza dose?

A chiarire meglio quale sarà l'orientamento nel nostro Paese circa la terza dose di vaccino anti Covid è stato il professor Walter Ricciardi all'Aria che tira, ospite di Mirta Merlino.  Il consigliere del CTS ha chiarito che ne potranno fruire tutti gli over 60 e tutti i fragili (questi ultimi indipendentemente dall'età) in quanto la variante Delta è pericolosa. Gli ultrassessanti non debbono essere necessariamente essere pazienti fragili per essere sottoposti al terzo richiamo, che è previsto per tutti, anche coloro che non hanno particolari patologie.

Anche sul quando non vi sono dubbi: la terza dose deve essere fatta una volta passati sei mesi dall'ultima inoculazione.

Ecco l'ordine di priorià in Italia per la terza dose: immunocompromessi, over 80, residenti nelle Rsa, personale sanitario, over 60 e fragili.

Si sta valutando un’estensione alla fascia sotto i 60 anni, ma da gennaio 2022.

Il richiamo viene in ogni caso fatto con vaccino Rna. Questo perché, come confermato dallo stesso Ricciardi, la vaccinazione eterologa (ovvero con due sieri differenti) si sta rivelando più efficace. Perciò, coloro che sono stati sottoposti, per esempio, in prima e seconda e dose ad Astrazeneca riceveranno Pfizer o Moderna.

Quanto dura l'immunità?

Ci si chiede ora: quanto dura l'immunità dopo il terzo richiamo? Ricciardi ha chiarito che durerà mesi, il numero preciso non è ancora possibile stabilirlo.

Ancor più approfondita la risposta fornita dal New England Journal, che ha pubblicato il primo studio randomizzato di un richiamo Pfizer. I risultati di questa ricerca, presentati al Comitato consultivo della Food and Drug Administration (l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici), mostrano un’efficacia della terza dose pari al 95,6%, molto alta, con 5 casi di infezione da coronavirus nel gruppo vaccinato con la terza dose Pfizer, contro 109 contagi nel gruppo placebo (2 dosi Pfizer, più la terza con placebo).

Le cifre ottimistiche sono rafforzate dal fatto che gli anticorpi neutralizzanti sono stati alti nei confronti di tutte le varianti, senza cali particolari verso le peggiori come la Delta. In più, per raggiungere la massima efficacia della terza dose si è visto che sono bastati solo 7 giorni. Più di un quinto dei partecipanti allo studio aveva più di 65 anni, categoria più a rischio di Covid grave. Anche il profilo di sicurezza del vaccino è rimasto generalmente coerente con i dati precedenti.

Grazie a questo studio è possibile pensare che la protezione dopo la terza dose arrivi a essere quasi totale, un risultato ottimo.

Per quanto tempo, con la terza dose, si rimarrà protetti? È ancora presto per saperlo: si guarda a Israele, dove gli studi sono più avanti nel tempo. In ogni caso non è detto che serva un’iniezione ogni sei mesi. Ci sono alcuni vaccini per cui, dopo due o tre dosi, poi la protezione dura per anni. Ma servono dati sul campo per avere la certezza di questa risposta.

Johnson & Johnson; richiamo dopo 2 mesi

Restando in tema di richiami non facciamo confusione invece con quanto stabilito per il vaccino di Johnson & Johnson. Le evidenze scientifiche recenti suggeriscono che, dopo due mesi dalla monodose del siero anti Covid, si registri un calo dell'immunità. Si è dunque optato per una seconda dose di richiamo con Pfizer e Moderna, confermando ancora che l’eterologa funziona meglio rispetto all’omologa.

Sul tema del vaccino Johnson & Johnson si è espresso Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, a Che tempo che fa:

"E' un vaccino a vettore virale, come Astra Zeneca, che ha ottenuto l'approvazione da parte delle agenzie regolatorie per una sola somministrazione monodose. In questo ora c'è la notizia di un processo di revisione da parte di FDA - successivamente ci sarà sicuramente anche da parte di EMA. Qualora arrivassero indicazioni sulla possibilità di somministrare una seconda dose con una vaccino a RNA Messaggero, si avrebbe il vantaggio di indurre una risposta immunologica anche migliore. Queste persone verranno chiamate, c'è un'anagrafe vaccinale molto precisa. Somministrare oltre i due mesi non compromette l'efficacia. Appena arriveranno le indicazioni delle agenzie regolatorie, si farà tutto velocemente".

In generale gli esperti continuano a battere sull'importanza del mantenimento delle misure non farmacologiche: mascherina, lavaggio delle mani e distanziamento. Tutte attenzioni che nel Regno Unite sono state abbandonate con le conseguenze che abbiamo visto negli ultimi giorni.

Seguici sui nostri canali