da prima treviso

La scuola di Treviso ci ripensa e autorizza la visione de "Il ragazzo dai pantaloni rosa" agli studenti

L'anteprima del film che denuncia bullismo e omofobia, era stata sospesa in seguito alle critiche di alcuni genitori che temevano "influssi negativi"

La scuola di Treviso ci ripensa e autorizza la visione de "Il ragazzo dai pantaloni rosa" agli studenti
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L'Istituto Comprensivo Serena di Treviso, dopo la polemica scoppiata la settimana scorsa, fa dietro front e programma la visione del film "Il ragazzo dai pantaloni rosa": 157 studenti assisteranno all'anteprima lunedì 4 novembre 2024.

Se ne faranno una ragione, dunque, i genitori che avevano protestato ritenendo che la pellicola - presentata alla Festa del Cinema di Roma e tratta dal romanzo autobiografico di Teresa Manes, madre di Andrea Spezzacatena, giovane vittima suicida di bullismo - potesse "creare influssi negativi" sui figli.

Dopo la polemica, la scuola conferma la visione del film contro l'omofobia

Gli studenti dell'Istituto Comprensivo Serena di Treviso, 157 in tutto, assisteranno lunedì 4 novembre alla proiezione del film "Il ragazzo dai pantaloni rosa". La polemica è nata la settimana scorsa, durante un consiglio di classe, quando i docenti hanno informato le famiglie dell’intenzione di includere la visione del film per gli studenti di seconda all’interno di un progetto scolastico contro il bullismo. Come racconta Prima Treviso, alcuni genitori si sono opposti, preoccupati che la visione potesse avere “influssi negativi” sui figli.

Alcuni, non tutti, come confermano le dichiarazioni di un altro genitore, deluso dalla "censura":

Nei giorni scorsi ai genitori delle ragazze e dei ragazzi della classe frequentata da mia figlia era stata comunicata la partecipazione alla proiezione del 4 novembre: ieri è stato, invece, comunicato che l’iniziativa è “temporaneamente sospesa. Mi pare che la proiezione di un film sul bullismo risponda quanto mai alle esigenze educative delle nostre figlie e dei nostri figli in un tempo in cui il fenomeno in questione non pare certo attenuarsi, anzi evidenzia una netta recrudescenza, come dimostrano, purtroppo, anche tante cronache della nostra città. Spero che l’istituto ritorni alla decisione iniziale e le ragazze e i ragazzi possano partecipare all’iniziativa che, tra l’altro, ha un carattere nazionale, a conferma della sua importanza e della sua utilità".

La preside dell'istituto Anna Durigon ha allora annullato la prenotazione della sala sospendendo temporaneamente l'iniziativa. Per rispondere alle richieste dei genitori, gli insegnanti hanno visto il film in anteprima e, ritenendolo adatto ai ragazzi, la proiezione del film è stata riconfermata.

Sulla questione si è esposto anche il sindaco di Treviso, Mario Conte, che ha proposto di riorganizzare la visione del film, considerandola un'opportunità importante per sensibilizzare la comunità su temi come l'omofobia e il bullismo.

Evitare di confrontarsi con queste problematiche”, ha dichiarato il primo cittadino, “non è la soluzione. Omofobia, depressione e suicidi sono drammi molto attuali nella nostra società.”

La storia di Andrea

La storia di Andrea Spezzacatena, studente quindicenne del liceo Cavour di Roma, suicidatosi nel 2012 a causa delle continue vessazioni subite per il suo abbigliamento, viene raccontata nella pellicola diretta da Margherita Ferri, con Claudia Pandolfi e il giovane Samuele Carrino nel ruolo del protagonista.

Andrea Spezzacatena

Durante la prima proiezione del film "Il ragazzo dai pantaloni rosa", presentato alla Festa del Cinema di Roma si sono udite in sala, ben chiare, una serie di frasi di stampo omofobo pronunciate da alcuni giovani. Sul deprecabile episodio, si è espressa la madre di Andrea, ricordando quanto omofobia e bullismo siano una piaga ancora aperta:

"Mi piacerebbe che chi continua a negare l'omofobia in questo Paese prendesse spunto da quanto accaduto per rivedere il proprio pensiero e regolare il proprio agito. Perché la parola non è un concetto vuoto. La parola è viva ed uccide. Io, di certo, non mi piego. Anzi, continuerò più forte di prima. Mio figlio non c'è più ma l'omofobia a quanto pare si!".

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