La pensione di reversibilità spetta anche ai nipoti maggiorenni, orfani e inabili al lavoro
Sanata la "differenza" con i nipoti under 18.0
La pensione di reversibilità spetta anche ai nipoti maggiorenni, orfani e inabili al lavoro. Lo ha stabilito con una sentenza (la numero 88/2022) la Corte Costituzionale per cui il trattamento del nipote maggiorenne, orfano e inabile deve essere uguale al trattamento riservato ai maggiorenni.
La pensione di reversibilità spetta anche ai nipoti maggiorenni
La Corte definisce infatti incostituzionale e discriminatorio il fatto che solamente i nipoti che ricadono in questa categoria siano esclusi dal trattamento pensionistico previsto per la morte del nonno assicurato. In particolare, questa condizione violerebbe due articoli della Costituzione, il 3 e il 38.
Nello specifico, l'articolo 3 sarebbe violato per due motivi:
- questa disparità di trattamento è irragionevole di fronte alla funzione solidaristica che ha la pensione di reversibilità nei confronti dei familiari superstiti;
- questa carenza conduce a una disparità di trattamento ingiustificata rispetto a categorie che godono del trattamento di reversibilità, come i nipoti minorenni, sia abili sia inabili al lavoro, e i figli maggiorenni inabili al lavoro.
La violazione dell'articolo 38 si configurerebbe invece perché viene negato senza alcun motivo apparente il diritto al mantenimento e all’assistenza sociale di nipoti maggiorenni orfani e inabili al lavoro, poiché questi non possono procurarsi da soli i mezzi necessari per vivere.
Il precedente pronunciamento
La Corte Costituzionale era già intervenuta sul medesimo argomento nel 1999 (sentenza n. 180) includendo tra i beneficiari della pensione di reversibilità tutti i nipoti minorenni. Ora, però, si specifica come in questo pronunciamento il rapporto tra nonno e nipote maggiorenne, inabile e orfano subisca un trattamento inferiore rispetto a quello con un nipote minorenne. In base all'articolo 3 della Costituzione, che stabilisce la pari dignità dei cittadini davanti alla legge, dunque è arrivata la "correzione".
“È illogico, e ingiustamente discriminatorio, che i soli nipoti orfani maggiorenni e inabili al lavoro viventi a carico del de cuius siano esclusi dal godimento del trattamento pensionistico dello stesso, pur versando in una condizione di bisogno e di fragilità particolarmente accentuata: tant’è che ad essi è riconosciuto il medesimo trattamento di reversibilità in caso di sopravvivenza ai genitori, proprio perché non in grado di procurarsi un reddito a cagione della predetta condizione.”