La nuova Barbie con la sindrome di Down: una bambola in nome dell'inclusività
Il nuovo giocattolo della Mattel, presentato dalla modella Ellie Goldstein, è stato realizzato con l'associazione National Down Syndrome Society
La Mattel, azienda di giocattoli celebre per la creazione delle Barbie, ha deciso di realizzare una bambola in nome dell'inclusività. In collaborazione con l'associazione National Down Syndrome Society, presentata dalla modella Ellie Goldstein, è stata presentata la prima Barbie con la sindrome di Down.
Presentata la prima Barbie con la sindrome di Down
In attesa di vedere quest'estate al cinema il film (con gli attori Margot Robbie e Ryan Gosling) dedicato alla celebre bambola per bambini, la Mattel, azienda di giocattoli statunitense, ha deciso di presentare una nuova linea di Barbie in nome di una maggiore inclusività: sul mercato, infatti, è stata lanciata la prima Barbie con la sindrome di Down.
Un'iniziativa nata dalla collaborazione con l'associazione americana National Down Syndrome Society e presentata al pubblico da una testimonial d'eccezione: Ellie Goldstein, modella britannica che soffre della sindrome di Down.
La modella 21enne, che ha lavorato anche con Gucci e Vogue, sui suoi profili social ha espresso tutto il suo entusiasmo per la presentazione della prima Barbie con la sindrome di Down:
"Sono così entusiasta che ora ci siano bambole Barbie con la sindrome di Down - ha affermato la modella Ellie Goldstein - Quando ho visto la bambola mi sono sentita così emozionata e orgogliosa. Significa molto per me che i bambini possano giocare con la bambola e imparare che ognuno è diverso. Sono orgogliosa che Barbie abbia scelto me per mostrare le bambole al mondo. La diversità è importante poiché le persone hanno bisogno di vedere più persone come me là fuori nel mondo e non essere nascoste, Barbie contribuirà a far sì che ciò accada".
La Mattel, rispetto al modello più classico della Barbie, ha pensato una bambola che ha una struttura più corta, un busto più lungo, la forma del viso più rotonda, occhi a mandorla, orecchie più piccole e un ponte nasale piatto.
"I palmi della bambola - afferma l'azienda di giocattoli statunitense - includono anche una singola linea, una caratteristica spesso associata alle persone con la sindrome di Down".
Il vestito della Barbie è un abito con maniche a sbuffo ornato da farfalle e fiori di colore giallo e blu, colori associati alla sindrome di Down. Indossa inoltre una collana rosa con tre galloni rivolti verso l'alto, che rappresentano le tre copie del 21esimo cromosoma, e un'ortesi per piedi e caviglie:
"Il nostro obiettivo - ha dichiarato Lisa McKnight, vicepresidente esecutivo e responsabile globale di Barbie & Dolls, Mattel - è quello di permettere a tutti i bambini di vedere se stessi in Barbie, incoraggiando allo stesso tempo i bambini a giocare con bambole che non gli assomigliano".
Una linea di Barbie più inclusiva
La Barbie con la sindrome di Down fa parte della linea Barbie Fashionistas nella quale fanno parte bambole con protesi agli arti, con una sedia a rotelle, con apparecchi acustici, vitiligine e altre condizioni simili. Mattel ha descritto questa collezione come la "linea di bambole più diversificata e inclusiva, che offre una varietà di tonalità della pelle, colori degli occhi, colori e tipo di capelli, tipi di corpo, disabilità e mode, per ispirare ancora più storie".
Negli ultimi anni l'azienda ha lanciato linee sempre più inclusive, tra cui una ispirata a donne reali che hanno sconvolto le norme sociali. Nel 2017 è uscita una bambola che indossa l'hijab, sul modello di Ibtihaj Muhammad, una schermitrice che è stata la prima americana a gareggiare e a vincere una medaglia olimpica indossando l'indumento simbolo dell'islam.
L'originale, lanciato nel 1959, aveva gambe lunghe, una vita sottile e capelli biondi fluenti. Secondo uno studio dell'università del South Australia c'era una possibilità su 100mila che una donna avesse le sembianze di una Barbie del genere. Ora ne esistono 175 modelli diversi.