Caso curioso

La casa sull'albero per i figli è considerata un abuso edilizio: il Tar ordina di demolirla

Succede a Lavagna, in Liguria. Secondo il Comune (e il Tribunale) sarebbe abitabile, una sorta di seconda casa

La casa sull'albero per i figli è considerata un abuso edilizio: il Tar ordina di demolirla
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Avete un bel giardino e pensate di costruire una casetta sull'albero per i vostri figli? Occhio che potreste finire nei guai. Sì, perché potreste commettere un abuso edilizio e finire addirittura in Tribunale. No, non è uno scherzo. E' successo davvero, a Lavagna in Liguria, e la vicenda sta facendo davvero discutere parecchio.

(foto copertina repertorio)

Casa sull'albero abusiva a Lavagna

Si dice spesso che i tribunali italiani sono intasati da tante cause che potrebbero essere risolte diversamente. Questa con ogni probabilità potrebbe tranquillamente finire nell'elenco. A Lavagna un uomo ha costruito nel proprio giardino una casetta sull'albero per i propri figli. Ma il Comune la considera abitabile, in pratica una seconda casa gratuita e abusiva. E così - non è dato sapere se su sollecitazione di qualcuno, magari un vicino infastidito dai giochi dei bambini - ha presentato denuncia. E il Tar gli ha dato ragione: la casetta è abitabile e  va demolita.

E' abitabile

Secondo un'ordinanza sindacale - alla quale il Tribunale ha evidentemente dato ragione - la casa sarebbe abitabile. C'è da dire che in effetti è un lavoro fatto a regola d'arte. E' realizzata sul tronco di una palma (recisa perché malata) nel giardino della famiglia con una base da 5 metri quadrati (che farebbe da "fondamenta").

All'interno inoltre sono presenti un terrazzino, una scala a pioli, tavolo, sedie e un piccolo impianto elettrico. Insomma, il classico lavoro che rende i figli entusiasti e il padre orgoglioso. Ma proprio per tutte queste caratteristiche non sarebbe da considerarsi una semplice "opera edilizia libera".

La battaglia legale

La questione, in realtà, non è nuova. Già nel 2022 era arrivata l'ordinanza di demolizione da parte del Comune, che come aggravante poneva anche il fatto che il manufatto si trovasse in "zona rossa", ovvero nella fascia esondabile A del Piano di bacino relativo al fiume Entella dove sono vietate le nuove costruzioni.

Ma il proprietario aveva presentato ricorso, che è stato però respinto dal Tar, che ha così dato ragione all'Amministrazione comunale. Al momento dunque alla famiglia è stata imposta la demolizione, ma non è arrivata alcuna multa. Ma la questione potrebbe proseguire ancora, nel caso il costruttore decida di appellarsi. Secondo il suo avvocato, infatti, la casetta non sarebbe altro che un elemento di arredo ludico del giardino.

 

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