I dati

L'80% degli studenti vorrebbe studiare l'intelligenza artificiale a scuola

Più della metà degli studenti dichiara di utilizzare strumenti come ChatGPT “molto spesso” per aiutarsi nello studio

L'80% degli studenti vorrebbe studiare l'intelligenza artificiale a scuola
Pubblicato:

Ormai ce ne siamo resi conto, l’intelligenza artificiale non è più solo un concetto futuristico, è arrivata anche su WhatsApp. Gli studenti ci hanno già familiarizzato e si accende il dibattito nelle scuole.

Gli studenti vogliono studiare l'IA

Secondo l’edizione 2025 della ricerca "Dopo il diploma", condotta da Skuola.net insieme ad ELIS, un campione di 2.500 alunni delle scuole superiori ha fatto emergere una realtà interessante.

Circa l’80% degli studenti vorrebbe che l’IA fosse introdotta come competenza curricolare, da sviluppare durante le lezioni. Dietro questa richiesta c'è la crescente paura nei confronti dell’automazione e del suo impatto sul mondo del lavoro.

Il 60% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di essere preoccupato per le ripercussioni dell’intelligenza artificiale sui vari settori economici, con un incremento del 10% rispetto allo scorso anno.

L'80% chiede che diventi una materia

Una parte di studenti ha però percezione che l’IA possa portare con sé anche nuove opportunità di lavoro. Il 30% degli alunni pensa che l’avanzamento tecnologico possa generare nuovi mestieri.

La tecnologia non è dunque vista come un nemico, ma come uno strumento che richiede un adattamento costante e l’acquisizione di nuove competenze.

Non è un caso, quindi, che oltre l'80% degli studenti chieda che l’IA diventi oggetto di studio nelle scuole. Di questi, il 41% vorrebbe che fosse materia obbligatoria, mentre il 40% la preferirebbe come contenuto facoltativo.

Metà degli alunni usa ChatGPT “molto spesso”

A questa richiesta si aggiunge un uso sempre più frequente delle risorse basate sull’intelligenza artificiale. Più della metà degli studenti (51%) dichiara di utilizzare strumenti come ChatGPT “molto spesso” o “spesso” per aiutarsi nello studio.

Il dato è in forte crescita rispetto all’anno precedente, quando solo il 34% degli studenti faceva un uso così frequente delle tecnologie. Al contempo, è notevolmente diminuito il numero di chi non ha mai utilizzato queste risorse, passando dal 25% al 16%.

Anche l'IA chiede rispetto

L'importante è che i giovani abbiano rispetto per la tecnologia se vogliono ottenere risposte. Ne sa qualcosa una studentessa che, dopo aver ricevuto risposte insoddisfacenti da ChatGPT e Grok3, ha iniziato a rispondere in modo sgarbato.

Inaspettatamente, le due intelligenze artificiali hanno cessato di rispondere, come se si fossero offese. Naturalmente, le IA non hanno sentimenti, ma sono programmate per interrompere una conversazione che non rispetta certe linee guida di comportamento.

La utilizzano anche gli insegnanti

Ma non sono solo gli studenti a interagire con l’intelligenza artificiale. Anche gli insegnanti stanno gradualmente introducendo strumenti nelle loro pratiche didattiche. Un’indagine condotta da INDIRE, in collaborazione con La Tecnica della Scuola, ha evidenziato che oltre la metà degli insegnanti (52.4%) utilizza l’IA come supporto per la didattica.

Gli strumenti IA si rivelano utili anche per attività non direttamente legate all’insegnamento, come l’elaborazione di relazioni e la redazione di verbali di riunioni.

La sfida è, quindi, quella di adattarsi a una nuova realtà in cui l'IA è un alleato nella didattica, ma anche una fonte di preoccupazione, se non affrontata con le dovute cautele.

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali