Un altro caso

Karen esclusa dalla Polizia per un tattoo. Quali sono i tatuaggi ammessi nelle Forze armate e nei concorsi pubblici

Una vicenda che ricorda quella di Arianna Virgolino. Ma il poliziotto più famoso d'Italia, il campione olimpico Marcell Jacobs, è pieno di tatuaggi...

Karen esclusa dalla Polizia per un tattoo. Quali sono i tatuaggi ammessi nelle Forze armate e nei concorsi pubblici
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Karen Bergami non farà la poliziotta. Tutta colpa di un tatuaggio fatto sul dorso del piede a soli 16 anni. Ora lo ha stabilito anche la Corte di Cassazione, rendendo insindacabile il giudizio del Consiglio di Stato, che aveva ribaltato il pronunciamento in primo grado del Tar, che aveva accolto il suo ricorso contro l'esclusione dalle selezioni della scuola superiore di Polizia proprio per quel tattoo.

Karen Bergami e il tatuaggio che preclude la carriera in Polizia

La storia di Karen - che non è la sola ad aver vissuto un'esperienza del genere - inizia nel 2018 quando la oggi 34enne di Bologna viene "stoppata" nel corso delle visite mediche per colpa di un tatuaggio sul dorso del piede in un punto che potrebbe non essere coperto dall'uniforme.

A quel punto l'aspirante poliziotta decide di rimuovere il tatuaggio con il laser ("Era già sbiadito, l'avevo fatto a 16 anni", racconta) e ritentare l'anno successivo. Ma niente, quel "marchio" sulla pelle la fa bocciare di nuovo.

La battaglia legale

A quel punto è iniziata la battaglia legale. Karen ricorre al Tar, che le dà ragione. Siamo nel 2020 e, otto mesi dopo, il Ministero dell'Interno impugna la sentenza davanti al Consiglio di Stato, che ribalta il verdetto in quanto il tatuaggio sarebbe stato visibile anche indossando l’uniforme e che fosse irrilevante l’impossibilità di indossare calze durante la visita medica (indumento non assimilabile ai capi di abbigliamento ai quali si riferiscono le norme, quali pantaloni e giacche).

Ora, arriva anche la pietra tombale sulla vicenda, messa dalla Cassazione, che seppur si è detta "consapevole del fatto che le disposizioni limitative in materia di tatuaggi coinvolgono il tema delle libertà costituzionali, in particolare della libertà di espressione, e che, proprio per questo, il giudice deve evitare, nel momento interpretativo, letture restrittive della normativa regolamentare che si risolvono in un esito discriminatorio per le donne che intendono accedere in Polizia di Stato, tenuto conto della diversa uniforme femminile che, in alcuni casi non copre in modo identico ai pantaloni",  ha ritenuto ugualmente non sindacabile il giudizio del Consiglio di Stato.

La storia di Arianna Virgolino

Una vicenda che ricorda quella di Arianna Virgolino (e anche di tanti altri). La sua è una storia ancora più paradossale, perché lei in Polizia c'era già ed era stata pure oggetto di un encomio dal Prefetto di Lodi e allontanata lo stesso giorno per un tatuaggio rimosso ancor prima di entrare in Polizia.  

Sì, perché una volta passata la preselezione, Arianna aveva deciso di rimuovere quel piccolo tatuaggio che aveva sul polso, un cuore con una coroncina, fatto a 18 anni. Si sottopone dunque a 9 interventi di terapia laser andando dolosamente a ribattere il tatuaggio con acqua ossigenata per essere sicura di non averne più traccia durante il concorso vero e proprio.

Il 23 aprile 2018, si presenta alla visita medica concorsuale, forte di aver ormai rimosso definitivamente il tatuaggio, durante la quale infatti il tecnico sul verbale scrive che sul polso della candidata vi è "un'area di eritema non distinguibile in figure".

Arianna Virgolino mostra le braccia prive di tatuaggi

 

In sostanza il tecnico vede una piccola cicatrice sul polso, che potrebbe essere stata causata in qualsiasi modo. Non la interpreta così invece la presidente della commissione che decide di escludere Arianna ritenendola "non idonea per un tatuaggio in via di rimozione".

Leggi qui l'intervista che Arianna Virgolino aveva rilasciato a News Prima.

Anche per Arianna è iniziata una lunga battaglia legale, ancora in corso. Anzi, proprio lei stessa ha annunciato sulle sue pagine social possibili novità in arrivo.

Perché il poliziotto Marcell Jacobs può avere i tatuaggi?

Ma pensateci bene. Chi è il poliziotto forse più noto in Italia al momento? Sì, proprio lui, Marcell Jacobs, il campione olimpico dei 100 metri e della 4x100. Non si può certo dire che il velocista bresciano non abbia tatuaggi, anzi...

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Marcell Jacobs

Proprio a Jacobs Arianna Virgolino aveva rivolto un appello ai tempi, ma la questione è rimasta ancora immutata.

Quali sono i tatuaggi ammessi nelle Forze armate e nei concorsi pubblici

Ma quali sono i tatuaggi ammessi nelle Forze armate e nei concorsi pubblici? Tendenzialmente la presenza di un tatuaggio non comporta l'esclusione automatica, ma dipende dal ruolo per cui ci si candida e dalla posizione del tattoo, ma non solo.

Il riferimento in materia è la Direttiva sulla Regolamentazione dell’applicazione di tatuaggi da parte del personale militare del 26 luglio 2012.

I motivi che mettono al bando i tatuaggi sono i seguenti:

  • tutelare e salvaguardare l’uniforme e in generale onorare il Corpo per il quale si concorre
  • evitare, negli scenari operativi dove è necessario l’anonimato, che gli appartenenti al Corpo possano essere facilmente riconoscibili
  • evitare, nelle missioni all’estero, di ingenerare un senso di diffidenza/discredito da parte di appartenenti ad altri Paesi che, per motivazioni religiose o culturali, disapprovino la pratica dei tatuaggi

Comportano, di fatto, l'esclusione i tatuaggi su parti del corpo che non sono coperte dalla divisa (anche nella versione estiva, dunque più corta):

  • braccia
  • polsi
  • mani
  • collo
  • volto

Non comportano invece l’esclusione i tatuaggi fatti su:

  • petto
  • gambe
  • spalle

Ma anche se li avete in queste parti del corpo "nascoste" potrebbero comunque essere oggetto di esclusione nei seguenti casi:

  • disegni che offendono il pudore, la decenza, il decoro e la convenienza, risultando ripugnanti e volgari
  • tatuaggi con riferimenti sessuali, con  contenuti lussuriosi, libidinosi o amorali, o che tendono a discriminare gli individui sulla base delle tendenze sessuali
  • messaggi razzisti
  • tatuaggi che possono portare discredito alle Istituzioni dello Stato ed alle Forze Armate, disegni palesemente in opposizione alla Costituzione o alle leggi dello Stato Italiano e con riferimenti all’appartenenza a gruppi politici, associazioni criminali o a delinquere

Non sarebbe il caso di adeguarsi ai tempi?

I casi citati di tatuaggi che escludono non  sono quelli di Karen e Arianna, che peraltro li avevano rimossi. Ma per loro le porte della divisa sono rimaste chiuse. Viene però da ragionare su un tema. I tempi sono cambiati e lo vediamo ogni estate al mare. Fino a qualche anno fa chi era tatuato spiccava tra la folla in spiaggia. Oggi invece probabilmente nessuno ci fa più molto caso, perché il numero di persone tatuate - non soltanto ragazzi giovani - è decisamente aumentato.

E allora, perché non adeguarsi ai tempi? Perché la burocrazia penalizza persone che amano il loro lavoro (come nel caso di Arianna) o che desiderano ardentemente servire lo Stato (come Karen)? Forse sarebbe il caso di rivedere delle norme che oggi appaiono più che mai anacronistiche.

 

 

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