Italia insicura: due donne su tre hanno paura a tornare a casa da sole alla sera
Secondo quanto emerso dal rapporto Univ-Censis "La sicurezza fuori casa" per il 75,8% degli italiani è diventato più pericoloso camminare per strada

Il 94,2% degli italiani desidera sentirsi tranquillo quando è fuori casa: un’esigenza profonda che va ben oltre la semplice percezione, e che tocca aspetti centrali della vita quotidiana come il lavoro, lo studio, il tempo libero e le relazioni sociali. È quanto emerge dal 1° Rapporto Univ-Censis "La sicurezza fuori casa", condotto su un campione rappresentativo di 1.000 italiani adulti. Il quadro che ne scaturisce è chiaro: la domanda di sicurezza è in aumento, così come la percezione di insicurezza.
Un clima di insicurezza crescente
Secondo il rapporto, l’89,3% degli italiani, davanti a una realtà segnata da crisi permanenti e grandi rischi globali, pretende almeno di potersi sentire al riparo dalla criminalità. Eppure, il 75,8% afferma che negli ultimi cinque anni è diventato più pericoloso camminare per strada. Il dato è ancora più marcato tra le donne (81,8%) e tra chi ha redditi più bassi (82,5%). Il 67,4% degli italiani si sente meno sicuro quando esce, e il 57,2% ha paura a tornare a casa la sera, percentuale che sale al 67,3% tra le donne.
La paura non è solo percezione, ma condiziona concretamente i comportamenti: il 38,1% degli italiani ha rinunciato almeno una volta a uscire per timore di subire un’aggressione o un crimine, percentuale che sale al 52,1% tra i giovani, ovvero proprio la fascia che più frequentemente vive la città nelle ore serali.
Il rapporto evidenzia come le donne siano più esposte a una serie di reati a connotazione sessuale o predatoria. Nel 2024 si sono registrati 6.587 casi di violenze sessuali, in aumento del 34,9% rispetto a cinque anni fa. Il 25,6% delle donne intervistate ha subito almeno una molestia sessuale, il 23,1% ha subito uno scippo o borseggio, e il 29,5% è stata seguita da uno sconosciuto. Queste esperienze contribuiscono a un forte senso di vulnerabilità e alla limitazione delle libertà personali, con ricadute evidenti sulla partecipazione alla vita sociale.
I numeri ufficiali della criminalità
Nel 2024 in Italia sono stati denunciati 2.388.716 reati, in aumento del 3,8% rispetto al 2019 e del 2% rispetto al 2023. Sebbene siano ancora lontani i livelli del 2014 (2.812.936 reati), si osserva una ripresa della curva criminale dopo il calo dovuto alla pandemia. In particolare, le rapine in pubblica via (16.510) sono aumentate del 24,1% rispetto al 2019, i borseggi sono stati 140.690 (+2,6%) e gli scippi 13.474 (+7,9%).
Roma è la città con il maggior numero di reati denunciati (271.033, pari all’11,3% del totale nazionale), seguita da Milano (226.230), Napoli (132.809) e Torino (128.919). In termini di incidenza sulla popolazione, Milano è al primo posto con 69,7 reati ogni 1.000 abitanti, seguita da Firenze (65,3) e Roma (64,1). A Roma, in particolare, si segnala una crescita preoccupante dei reati in vista del Giubileo: +23,2% in cinque anni. Le rapine in pubblica via sono aumentate del 51,3%, mentre i borseggi sono cresciuti del 68%.
Quando la percezione supera i dati
Oltre ai numeri reali, è la percezione dell’insicurezza a dominare l’opinione pubblica. Il 70,4% degli italiani è convinto che la criminalità sia aumentata nell’ultimo anno, a dimostrazione di un crescente allarme sociale che investe in particolare chi si sente più vulnerabile.
E in effetti, la quota di chi è stato vittima o testimone di episodi di violenza non è marginale:
- Il 23,8% è stato seguito almeno una volta da uno sconosciuto;
- Il 20,7% ha subito uno scippo o borseggio;
- Il 18,7% ha subito molestie sessuali;
- Il 10,9% è stato coinvolto in una rissa;
- Il 10,3% ha subito un’aggressione da parte di uno sconosciuto.
La risposta integrata: sicurezza pubblica e privata
Nel contesto di una domanda crescente, la sicurezza è diventata un bene pubblico sempre più garantito anche attraverso un modello misto pubblico-privato. Il 65,1% degli italiani ritiene che lo Stato, da solo, non sia in grado di presidiare efficacemente tutti i luoghi pubblici. Di conseguenza, il ruolo della vigilanza privata è sempre più centrale.
Attualmente operano in Italia 1.696 imprese di vigilanza, con quasi 94.000 addetti. Il 74,4% degli italiani considera questi operatori una presenza indispensabile, il 73,5% dichiara di aver fiducia in loro e il 71,3% afferma di sentirsi più sicuro quando li vede in servizio.
Opinioni | Maschi | Femmine | Totale |
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La presenza di guardie giurate e operatori della vigilanza privata previene il rischio che possano accadere reati | 74,7% | 76,9% | 75,8% |
Gli operatori della vigilanza privata sono una presenza silenziosa ma indispensabile per assicurare la sicurezza del territorio | 69,8% | 78,8% | 74,4% |
Bisognerebbe aumentare gli ambiti di intervento della vigilanza privata | 69,4% | 77,0% | 73,3% |
Ho fiducia negli operatori della sicurezza privata | 73,3% | 73,6% | 73,5% |
Quando vedo la divisa di un operatore della sicurezza privata mi sento più sicuro/a | 68,2% | 74,2% | 71,3% |
Quasi 12 milioni di italiani hanno chiesto almeno una volta assistenza a una guardia giurata, e quasi 8 milioni si sono trovati in situazioni di pericolo in cui è stato determinante il loro intervento. Tuttavia, a fronte del riconoscimento sociale, il 59,2% ritiene che gli operatori siano sottopagati e il 79,2% chiede maggiori riconoscimenti e visibilità per il loro lavoro.
Le aziende del comparto sicurezza hanno investito negli ultimi anni in formazione, tecnologie e standard qualitativi. Per affrontare le sfide dell’innovazione, è necessario contrastare il dumping contrattuale, l’abusivismo, e superare il meccanismo degli appalti al ribasso. Fondamentale anche incentivare l’adozione di tecnologie avanzate e sostenere la qualificazione del capitale umano.