Italia garante della pace in Ucraina: cosa significa
Un sistema che coinvolge dieci Paesi (tra cui la stessa Russia) a tutela della pace al confine.
L'Italia garante della pace in Ucraina (e non solo). Nelle ultime ore i passi avanti nella trattativa per un accordo tra Mosca e Kiev sono stati significativi. E in questi il nostro Paese potrebbe avere un ruolo fondamentale, non solo nel presente ma pure nel futuro.
Italia garante della pace in Ucraina
Lunedì 28 marzo 2022, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato l'iniziativa U24, United for peace, per creare un gruppo di Paesi capace di dare una risposta entro 24 ore in caso di aggressione, come ha spiegato l'ambasciatore ucraino a Roma, Yaroslav Melnyk. Questo gruppo di Paesi sarebbe formato dai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu (Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Cina e la stessa Russia) cui si aggiungerebbero la Germania, il Canada, Israele, la Turchia e anche l'Italia.
Ma cosa vuol dire?
I dieci si impegnerebbero a garantire la neutralità di Kiev, ma anche a intervenire nel caso di nuova aggressione. In parole povere, Zelensky è disposto a rinunciare all'ingresso nella Nato (su cui sembra aver già messo un a pietra sopra), ma non vuole essere uno Stato cuscinetto da invadere ogni volta che Putin vuole ottenere qualcosa.
Nel concreto, poi, i dieci assicurerebbero all’Ucraina tutela militare, qualora Mosca decidesse di attaccare nuovamente Kiev, ma anche viceversa, nel caso di un (assai improbabile) attacco ucraino. In sostanza, se questo accordo fosse stato già in vigore, i nostri soldati oggi sarebbero a combattere in Ucraina.
E' fattibile?
Sulla fattibilità di un accordo del genere sussistono però alcuni dubbi. Anche perché la garanzia di sicurezza riguarderebbe pure le zone del Donbass, dove si combatte oramai dal 2014 e al centro del contendere. A meno che le parti in causa trovino un compromesso reale su questi territori, in grado di chiudere una volta per tutte la questione. Ma questo rimane assai complesso, anche perché - al di là degli accordi tra le delegazioni - poi bisognerà anche convincere la popolazione della "cessione" o meno di quelle aree.
Dall'Italia, però, parrebbe essere già arrivata una disponibilità di massima. Almeno stando alle parole di Zelensky dopo un colloquio con Draghi:
"Ringraziamo l’Italia per la volontà di aderire alla creazione di un sistema di garanzie di sicurezza per l’Ucraina".
Insomma, il futuro è tutto da scrivere, e qualunque decisione sarà presa siamo certi farà molto discutere.
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