La stagione influenzale è iniziata con largo anticipo e con un’intensità superiore alle attese. Secondo il sistema di sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, dall’inizio dell’autunno 2,1 milioni di italiani sono già stati colpiti da infezioni respiratorie.
Influenza in anticipo
Anche l’Organizzazione mondiale della sanità per l’Europa aveva segnalato un avvio precoce dell’influenza, anticipato di circa quattro settimane rispetto alla media: un andamento simile a quello registrato nella stagione 2022-2023.
Nella 46ª settimana del 2025, il tasso di incidenza delle sindromi simil-influenzali (ILI) ha raggiunto 7,91 casi ogni mille assistiti, collocandosi nella fascia di intensità “bassa”. Le stime indicano circa 14 mila nuovi casi nella sola settimana monitorata. La rilevazione è condotta dalla rete Influnet dell’ISS, che fornisce aggiornamenti settimanali sulla circolazione dei virus influenzali e degli altri patogeni respiratori.

L’Oms Europa prevede che la stagione in corso raggiungerà il suo picco tra fine dicembre e inizio gennaio, arrivando a un tasso di positività intorno al 50%. Le categorie più colpite restano i bambini molto piccoli e gli ultra 65enni, fasce nelle quali le complicanze delle infezioni respiratorie possono essere più serie. L’anticipo della stagione fa prevedere un incremento dei casi nelle settimane a venire.
I virus in circolazione
A circolare con forza sono molti dei virus tipici dell’inverno: dai Rhinovirus al Sars-CoV-2. Tuttavia, nelle ultime settimane è cresciuta soprattutto la diffusione dei virus influenzali, favoriti anche dalla comparsa di una nuova variante di A/H3N2 (subclade K), che secondo l’Ecdc europeo ha anticipato l’avvio della stagione di 3–4 settimane.
In Italia, l’11,2% dei campioni analizzati dai laboratori della sorveglianza ISS è risultato positivo a un virus influenzale: una quota particolarmente elevata, che lo scorso anno era stata raggiunta soltanto a metà dicembre. I più colpiti restano i bambini: oltre 25 su 1.000 hanno contratto infezioni respiratorie nell’ultima settimana.
Bassetti: “Virus insidioso”
A lanciare un allarme è l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore delle Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova: “Questo virus è estremamente insidioso. Muta rapidamente, proprio come il Covid, e le nuove varianti riescono a eludere sia l’immunità naturale sia quella fornita dai vaccini precedenti”. Secondo Bassetti, l’Italia potrebbe arrivare a registrare 18-20 milioni di casi, pari a un terzo della popolazione. L’esperto cita anche i dati del Regno Unito, dove l’influenza è arrivata prima del previsto nonostante la popolazione sia molto vaccinata: “Sta succedendo ovunque, e ormai anche nel nostro Paese”.
Ci aspetta una stagione influenzale difficile: l’H1N1 è un virus pericoloso, intanto l’H3N2 ha un nuovo sottoclade emergente (K) che elude l’immunità vaccinale degli anni precedenti: la tua immunità da nuovi vaccini ti aiuterà a non finire in ospedale. Dopodiché, l’H5N1 (virus…
— Matteo Bassetti (@ProfMBassetti) November 26, 2025
Sul fronte della prevenzione, il giudizio resta negativo:
“In Italia siamo arretrati. Vaccinarsi non è diventata un’abitudine solida: solo un cittadino su cinque fa il vaccino e tra gli anziani appena uno su due, molto lontani dall’obiettivo del 75% fissato dall’Oms”.
“Stagione intensa”
Anche i dati provenienti dall’emisfero sud non fanno ben sperare. Come sottolinea il presidente della Società italiana di medicina generale (Simg), Alessandro Rossi, Paesi come Australia, Nuova Zelanda e diverse nazioni asiatiche hanno vissuto una stagione influenzale intensa, con forte pressione sui servizi territoriali.
“È un altro motivo per ribadire l’importanza della prevenzione”, afferma Rossi. I medici ricordano però che non sempre gli andamenti dell’emisfero sud si ripetono identici alle nostre latitudini, anche perché i metodi di sorveglianza non sono perfettamente sovrapponibili. Nonostante ciò, il trend attuale parla chiaro.
La responsabile della Macroarea Prevenzione della Simg, Tecla Mastronuzzi, insiste sulla necessità di non rimandare ulteriormente la vaccinazione:
“Ogni punto percentuale in più di copertura significa meno complicanze, meno ricoveri e meno pressione sugli ospedali”. Ribadisce che la vaccinazione antinfluenzale rimane “la misura più efficace per ridurre gli esiti gravi” e suggerisce la co-somministrazione con i vaccini contro Covid-19, Pneumococco, Virus Respiratorio Sinciziale (RSV) e Herpes Zoster, raccomandazione condivisa anche dall’Ecdc.
Le categorie prioritarie per la vaccinazione restano gli over 65, le persone con patologie croniche, le donne in gravidanza, i pazienti fragili e chi vive in comunità.
Lombardia, Bertolaso: “No allarmismi, ma vaccinarsi”
Anche la Lombardia segnala nelle ultime settimane un forte aumento dei casi influenzali. La percentuale di tamponi positivi eseguiti dai Medici di Medicina Generale e dai Pediatri di Libera Scelta ha raggiunto il 12,2%, contro lo 0,9% registrato nella stessa settimana del 2024. Nei Pronto Soccorso, la quota di positività è salita all’11%, rispetto al 2% dello scorso anno. Si tratta di dati che confermano l’anticipo della stagione influenzale, in linea con quanto osservato a livello nazionale e internazionale.
L’assessore lombardo al Welfare, Guido Bertolaso, sottolinea che la campagna vaccinale regionale “sta procedendo con buoni risultati, grazie al grande lavoro della rete sanitaria territoriale”. L’arrivo anticipato dei virus e il previsto calo delle temperature non devono generare allarmismo, precisa Bertolaso, ma spingere a intervenire tempestivamente:
“Vaccinarsi significa proteggere se stessi e le persone più fragili. Continueremo a monitorare costantemente l’evoluzione della stagione”.