Inchiesta Covid: archiviazione per Conte e Speranza
Il Tribunale dei ministri ha deciso: "il fatto non sussiste"
La richiesta di archiviazione da parte della Procura di Brescia era arrivata qualche giorno fa. E ora c'è l'ufficialità: per l'ex premier Giuseppe Conte e l'ex ministro della Salute Roberto Speranza l'inchiesta Covid si chiude.
Inchiesta Covid: archiviazione per Conte e Speranza
La Procura di Brescia aveva chiesto a fine maggio di archiviare le posizioni dell'ex premier Giuseppe Conte e dell'ex ministro della Sanità Roberto Speranza nell'indagine sulla gestione della prima fase della pandemia a Bergamo. A firmare il provvedimento erano stati i pm Francesco Prete e Silvio Bonfigli.
Il tribunale dei ministri di Brescia ha deliberato nelle scorse ore il verdetto: sì all'archiviazione "perché il fatto non sussiste".
Il colloquio con i giudici
Il 10 maggio 2023 Conte e Speranza erano stati sentiti dai giudici bresciani e in quell'occasione avevano ricostruito, spiegato e chiarito i motivi delle decisioni prese in quei momenti drammatici, quando l'Italia per la prima volta entrava a contatto con la pandemia e la paura per tutto quello che sarebbe potuto accadere.
In particolare, a Conte veniva contestata la mancata istituzione di una zona rossa per isolare i comuni di Nembro e Alzano Lombardo e a Speranza la mancata applicazione del piano pandemico che, seppur datato 2006, per la magistratura poteva limitare i danni e salvare parecchie vite. Per loro le accuse erano epidemia colposa e omicidio colposo plurimo.
La delusione dei parenti delle vittime
Delusi per l'andamento delle cose i familiari delle vittime del Covid-19 dell'Associazione #Sereniesempreuniti.
"Questa non è giustizia, con questa richiesta è stata tradita per l'ennesima volta la memoria dei nostri cari e il loro sacrificio - avevano commentato dal gruppo alla richiesta di archiviazione - Attendiamo la decisione del Tribunale dei Ministri e di capire le motivazioni della richiesta avanzata dalla Procura di Brescia soprattutto a fronte delle evidenze documentali contestualizzate in un'indagine di tre anni espletata in modo approfondito e coraggioso dalla Procura di Bergamo".