Inchiesta Covid: indagati Conte, Speranza, Fontana e Gallera
Sono 19 in tutto le persone indagate dalla Procura di Bergamo. Oltre ai nomi dei politici ci sono anche (tra gli altri) Silvio Brusaferro e Franco Locatelli
Diciannove indagati per vari reati, tra cui epidemia colposa e omicidio colposo plurimo. E' pesantissimo il bilancio della chiusura dell'indagine sulla prima ondata Covid in Lombardia. Mercoledì 1 marzo 2023 la Procura di Bergamo ha terminato le indagini, e tra coloro che potrebbero dover rispondere di vari reati ci sono nomi eccellenti: l'ex premier Giuseppe Conte, l'ex ministro della Salute Roberto Speranza, il riconfermato presidente della Lombardia Attilio Fontana e l'ex assessore al Welfare Giulio Gallera, che gestiva la sanità quando la Lombardia (e Bergamo in particolare) fu travolta dalla pandemia.
Inchiesta Covid: 19 indagati. Ci sono anche Conte e Speranza
La Procura di Bergamo ha chiuso oggi, mercoledì 1 marzo 2023, l'inchiesta sulla gestione della prima ondata Covid. I nomi degli indagati sono eccelleti: oltre ai politici ci sono anche l'allora capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, diversi dirigenti e funzionari del Ministero della Sanità, il presidente del Consiglio superiore della sanità Franco Locatelli, il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e l'allora coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo.
La Guardia di Finanza ha avviato in queste ore le notifiche degli avvisi conclusivi per i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio. Per l’ex premier Conte (accusato di epidemia colposa aggravata e omicidio colposo plurimo) e l’ex ministro Speranza (accusato di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio) si prepara la trasmissione degli atti al Tribunale dei ministri.
L'inchiesta Covid
Come noto, l'inchiesta, coordinata dalla pm Maria Cristina Rota, ha riguardato tre diversi filoni d'indagine: il principale è quello legato alla mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana, misura che, stando alla consulenza del microbiologo (e oggi senatore del Pd) Andrea Crisanti, avrebbe evitato oltre quattromila vittime.
Il secondo filone è invece quello relativo al mancato aggiornamento e la mancata applicazione del piano pandemico nazionale e regionale, che era fermo al 2006; infine, l'ultimo filone riguarda quanto avvenuto il pomeriggio del 23 febbraio 2020 all'ospedale di Alzano Lombardo, quando furono individuati i primi casi bergamaschi di Covid.
Il primo passo
La chiusura dell'indagine (che era attesa già alla fine del 2022) è solo il primo passo verso un possibile processo, che la Procura di Bergamo si auspica ma che è tutt'altro che scontato. Qualche settimana fa, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario a Brescia, il procuratore capo di Bergamo Antonio Chiappani si espresse così:
"Le indagini, come noto per la rilevanza mediatica della vicenda, sono risultate di particolare complessità e delicatezza, avendo comportato tra l’altro anche l’assunzione di informazioni dal presidente del Consiglio dei ministri, da alcuni ministri e da diversi rappresentanti degli enti scientifici più accreditati, avendo questo Ufficio accertato gravi omissioni da parte delle autorità sanitarie nella valutazione dei rischi epidemici e nella gestione della prima fase della pandemia, che proprio a Bergamo nella primavera 2020 ha cagionato oltre tremila vittime".
Le reazioni
Non si scompone più di tanto l'ex premier, oggi a capo del Movimento Cinque Stelle:
"Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura. Sono tranquillo di fronte al paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica".
Difende il suo operato anche Speranza:
"Ho sempre pensato che chiunque abbia avuto responsabilità nella gestione della pandemia debba essere pronto a renderne conto. Io sono molto sereno e sicuro di aver sempre agito con disciplina e onore nell'esclusivo interesse del Paese. Ho piena fiducia come sempre nella magistratura".