In mostra a Torino "l'altra" Gioconda: versione più antica (e per molti più bella)
Verrà esposta dal 24 novembre al 26 maggio 2024 alla Promotrice delle Belle Arti di Torino
Una curiosità di cui molti non sono a conoscenza: della celebre Gioconda di Leonardo, probabilmente il quadro più famoso del mondo...ne esistono due. Parliamo della Monna Lisa di Isleworth (dalla città inglese in cui visse il mercante che l'acquistò nel 1914 da un collezionista privato inglese) è un dipinto attribuito a Leonardo da Vinci, che rappresenta una variante della più nota Gioconda del Louvre.
E' Torino la città che accoglierà "l'altra Gioconda".
Quando Monna Lisa "quella più famosa" passò da Torino
Viaggiava in uno scompartimento della prima classe del treno proveniente da Milano protetta e custodita in compagnia di Ettore Modigliani (direttore della Pinacoteca di Brera) e Paul Leprieur (curatore della pittura del Museo del Louvre). La destinazione finale, come potete ben immaginare, era Parigi a cui stava tornando faticosamente dopo il furto dell’agosto del 1911 ad opera di Vincenzo Peruggia, dipendente del Museo del Louvre che l’aveva sottratta pensando di compiere un gesto patriottico.
Torino accoglie "l'altra" Monna Lisa
Ora Torino si prepara ad accogliere "l'altra" Monna Lisa, quella addirittura più antica perché dipinta 10 anni prima da Leonardo, e questa volta non sarà solo di passaggio. Sì, perché la Monna Lisa di Isleworth, o come è chiamata nei paesi anglofoni Earlier Mona Lisa, verrà esposta dal 24 novembre al 26 maggio 2024 alla Promotrice delle Belle Arti di Torino (iniziativa promossa da Mona Lisa Foundation in collaborazione con Sm.Art e WeAreBeside).
Caratteristiche del dipinto
Come racconta Prima Torino, la Monna Lisa di Isleworth è di dimensioni leggermente superiori e dipinta su tela anziché su tavola è forse il quadro sottoposto a più test ed esami scientifici della storia e continua ad affascinare gli studiosi di tutto il mondo.
Secondo gli esperti, questo dipinto potrebbe essere un’opera realizzata da Leonardo una decina di anni prima del dipinto del Louvre.
Molti riconoscono che la versione di Isleworth - esposta in mostra - sia più bella del dipinto del Louvre perché più ricca di sfumature e tonalità.
Test scientifici e misurativi
Negli ultimi quarant’anni, la Monna Lisa di Isleworth è stata sottoposta a una serie di test scientifici e misurativi. Uno studio di tutte le opinioni pubblicate fino a oggi dimostra che ventidue esperti ritengono le parti principali del dipinto realizzate dal maestro, solo quattro negano l’attribuzione.
Ma già nel 1584, Gian Paolo Lomazzo, uno degli storici dell’arte più rispettati del suo tempo, aveva confermato l’esistenza di due Monna Lisa.
Le testimonianze storiche
Secondo importanti testimonianze storiche è emerso che il quadro con Monna Lisa ventenne seduta tra due colonne, fu commissionato da suo marito a Firenze nel 1503-1506 circa.
L’altro ritratto, un’opera completamente finita con una Lisa più matura e senza colonne ai lati, fu invece commissionato da Giuliano de’ Medici e dipinto a Roma circa un decennio dopo. La tecnica utilizzata nella seconda versione, ossia quella che oggi è esposta al Louvre, fu sviluppata da Leonardo solo quando Lisa avrebbe avuto più o meno trent’anni, una differenza che per alcuni trova riscontro nelle differenti età delle donne nei due dipinti.
Il fascino eterno della Gioconda
La Gioconda è un dipinto a olio su tavola di pioppo realizzato da Leonardo da Vinci circa e conservato nel Museo del Louvre di Parigi. Si tratta sicuramente del ritratto più celebre della storia nonché di una delle opere d'arte più note in assoluto.
Il sorriso quasi impercettibile e misterioso ha ispirato opere di immaginazione e persino studi psicoanalitici.
Sfuggente, ironica e sensuale, la Monna Lisa viene ammirata ogni giorno da circa trentamila visitatori. Da sempre amata e mitizzata, oggi continua ad essere protagonista anche sui social dove spesso viene modificata per realizzare meme ironici.
Anche Andy Warhol riprodusse il dipinto in serie, mentre Banksy ne fece una versione mujaheddin, con lanciarazzi in spalla. Botero la ridipinse paffuta e Basquiat la rese un'icona graffiante. Ultima, ma non meno importante, la versione dell'artista iraniano Peyman Arfania che l'ha dipinta intenta a tagliarsi una ciocca di capelli in solidarietà alle donne iraniane.