DENUNCERA' L'AZIENDA

In lacrime dopo il colloquio di lavoro e quella prima domanda: "Vuole figli?"

"Ma cosa c'entra con la mia professionalità?". Incredibile episodio di discriminazione, un problema che riguarda molte donne.

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In lacrime dopo il colloquio di lavoro e quella prima domanda: "Lei vuole figli?"

Di parità di genere si discute da tempo, soprattutto in ambito lavorativo. E proprio in questi giorni hanno fatto rumore le parole di Alessandro Barbero, storico e docente all'Università di Torino, che si è chiesto se le donne abbiano meno successo sul lavoro in quanto "più insicure". Parole che hanno suscitato vibrate polemiche soprattutto sui social. E sempre dal mondo web arriva una testimonianza destinata a fare molto discutere. E' quella di Noemi Lo Conte, che su TikTok ha raccontato del suo ultimo colloquio di lavoro, ma soprattutto della prima domanda che le è stata fatta: "Lei vuole avere figli?".

"Lei vuole avere figli?", la prima domanda al colloquio

La giovane, in lacrime, ha raccontato la sua esperienza in un video postato sul popolare social network TikTok.

"Mi costa tanto fare questo video. Ho appena finito un colloquio di lavoro,  mi siedo e ancora prima di chiedermi quali siano le mie competenze professionali la prima domanda è stata 'lei vuole figli? Vuole una famiglia?'. E io ho risposto 'ma è incredibile, perché nemmeno vi ho detto quali sono le mie competenze. Ma che ne so se voglio una famiglia? E cosa c'entra con la mia professionalità? A questo punto piuttosto non mi chiamare".

 

@noemi_lo_conte

BASTA! Denunciate donne denunciate!

♬ suono originale - Noemi Lo Conte

La ragazza ha poi annunciato "questa volta parte una denuncia, io sono stanca".

Una situazione comune?

Una situazione in cui molto probabilmente si sono ritrovate moltissime donne. Un problema che si è acuito probabilmente con la pandemia, con la Dad che ha costretto molte famiglie ad arrabattarsi per gestire i figli in Dad, compito che è spettato più alle mamme che ai papà (anche se negli ultimi anni anche i padri hanno iniziato a fare molto più la loro parte).

Ma che senza dubbio riapre un dibattito mai sopito sulla parità di genere sul lavoro.

L'Osservatorio sulle mamme che lavorano  lo scorso anno ha commentato i dati del rapporto europeo Gender equality index: in Italia solo il 30% delle donne ha stretto contratti a termine contro il 51,4% degli uomini, le donne sono vittime di "segregazione occupazionale" e guadagnano meno rispetto agli altri lavoratori.

Un divario che si acutizza nelle coppie con figli, dove le mamme sono maggiormente limitate nelle scelte professionali. Secondo quanto riporta l'Osservatorio, "la maggior parte è intrappolata in lavori di bassa qualità. La segregazione di genere  è peggiorata durante la crisi generata dal Covid-19”.

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Ben diverso quant'era accaduto a quest'altra ragazza

Un caso più unico che raro, quello accaduto non molto tempo fa nel Milanese.

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