TRA SCIENZA STORIA E FEDE

Importante scoperta di due preti-astronomi del Vaticano sulla nascita dell'Universo

Don Matteo Galavernin e il gesuita Gabriele Gionti hanno individuato una nuova tecnica per capire come la gravità si è "comportata" nei primi istanti dopo il Big Bang.

Importante scoperta di due preti-astronomi del Vaticano sulla nascita dell'Universo
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Non solo la Genesi. Non solo la vita di Gesù Cristo. Nella Santa Sede, archiviata la Pasqua e la Resurrezione si va oltre. Non può essere letta altrimenti l'importante scoperta di due preti-astronomi del Vaticano sulla nascita dell'Universo.

I preti astronomi del Vaticano, la scoperta

Non solo fede, non solo scienza. I due religiosi masticano bene anche matematica e fisica. Anzi, astrofisica Ecco allora che i due ricercatori della Specola Vaticana, l'osservatorio astronomico del Vaticano, hanno proposto una comprensione matematica radicalmente nuova del momento iniziale del Big Bang.

Nella fattispecie, i ricercatori, don Matteo Galavernin della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e il gesuita Gabriele Gionti hanno individuato una nuova tecnica per capire come la gravità si è "comportata" nei primi istanti dell'Universo.

don Matteo Galavernin
Il gesuita Gabriele Gionti

Dalle teorie consolidate alle nuovi "visioni" del Vaticano

In buona sostanza, i due ricercatori hanno rivisitato e parzialmente rimesso in discussione alcune teorie ormai consolidate su gravità e Big Bang.

Di fatto, andando a riscrivere una pagina importante di scienza e storia, scomodando addirittura Albert Einstein e andando a riprendere una teoria a lungo consolidata, quell'inflazione cosmica che spiega come l'Universo si sia espanso in modo esponenziale da uno stato ad altissima densità.

Cercando di sintetizzare la questione, i due astronomi del Papa hanno cercato di andare oltre Einstein e chi è venuto dopo: troppo "semplici" le teorie della relatività generale descritte dal leggendario scienziato rispetto a quanto in realtà sono più complicate.

Troppo difficile invece un'altra teoria tra le più studiate, quella di Brans-Dicke tanto da essere ridotta poi dagli scienziati in equazioni troppo semplici da risolvere.

L'obiettivo, superare semplicità e approssimazione

Ecco allora il terreno di ricerca e di studio in cui si sono incuneati i due religiosi, cercando di fatto di porsi nel mezzo tra Einstein e le teorie di Pasqual Jordan, Robert Brans e Carl Dicke.

Insomma, i due sacerdoti con i loro studi andranno probabilmente a scalfire certezze consolidate (o che forse si erano accettate) e a riaprire un dibattito decisamente affascinante e misterioso che ha portato anche a film e serie Tv entrate nella storia. 

La pubblicazione scientifica

In un articolo pubblicato il 15 aprile sulla prestigiosa rivista Physical Review D, i due religiosi hanno hanno dimostrato che:

"contrariamente a quanto gli scienziati credono, il riferimento di Jordan e quello di Einstein non sono sempre matematicamente equivalenti".

Ma non solo. Gli astronomi del Papa hanno scoperto che, mentre le soluzioni nel riferimento di Jordan non sempre si mappano in quelle di Einstein, tuttavia esse si trasformano matematicamente dal riferimento di Jordan ad un altro riferimento non considerato precedentemente.

"In quest'ultimo esiste un limite in cui la forza gravitazionale va all'infinito mentre la velocità della luce si avvicina a zero".

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