Il caso del momento

Ilaria Salis, il corteo per il rimpatrio nella sua Monza. Il padre Roberto tuona: "Lasciati soli dal Governo"

Tanti concittadini dell'insegnante detenuta in Ungheria in piazza

Ilaria Salis, il corteo per il rimpatrio nella sua Monza. Il padre Roberto tuona: "Lasciati soli dal Governo"
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"E' andata molto peggio di quanto ci aspettassimo, non vediamo nessuna azione che possa alleviare la situazione di mia figlia. Siamo stati lasciati soli".

Così Roberto Salis, padre di Ilaria, nelle scorse ore, ha tuonato contro il Governo Meloni.

Contemporaneamente, oltre 350 persone sono scese in piazza, lunedì 5 febbraio 2024, per chiedere a gran voce il rimpatrio della maestra 39enne di Monza detenuta da quasi un anno in Ungheria.

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Ilaria Salis in catene

Monza in piazza per Ilaria Salis

Un corteo pacifico, armato di fiaccole e senza bandiere di partito, che ha chiesto a gran voce il rimpatrio di Ilaria Salis.

Molti i monzesi - ma non solo - che si sono dati appuntamento  per chiedere la liberazione dell'insegnante di 39 anni che dallo scorso febbraio si trova detenuta in un carcere di Budapest dopo essere stata arrestata con l'accusa di aver aggredito un manifestante di estrema destra a un raduno.

A rispondere all'appello oltre ai partiti di Centrosinistra e Più Europa - rigorosamente senza bandiere - anche la Cgil, Cisl, Uil e Anpi di Monza e Brianza.

Il padre di Ilaria, Roberto Salis, non ha potuto partecipare in quanto si trovava ancora impegnato a Roma per alcuni incontri con il ministro degli Esteri Antonio Tajani e con il Guardasigilli Carlo Nordio.

Abbiamo riscontrato la totale mancanza di collaborazione - ha dichiarato - Abbiamo avanzato proposte che non sono state giudicate percorribili. L’unico rimasto a difendere mia figlia sono io. Non vedo malafede ma un metodo di lavoro inaccettabile. C’è un rimpallo di responsabilità, ma la pallina da ping pong è mia figlia.

"Lasciati soli"

E' amaro il commento di Roberto Salis al termine dei colloqui con i ministri degli Esteri e della Giustizia Antonio Tajani e Carlo Nordio.

"Abbiamo chiesto due cose, i domiciliari in Italia o in alternativa in ambasciata in Ungheria e entrambe ci sono state negate. Credo che mia figlia resterà ancora per molto tempo in carcere e la vedremo ancora in catene ai processi. Lo Stato italiano non intende fare nulla, dipende tutto dal giudice ungherese e ritiene di non voler fornire dei documenti che avevamo chiesto per agevolare il lavoro dei nostri avvocati, perché dicono che sarebbe irrituale e che possa creare dei precedenti. Sulla nota che avrebbe fornito garanzie sull'applicazione delle misure per i domiciliari in Italia, ritengono che dallo Stato italiano sarebbe mostrata come una excusatio non pentita. Ora ci sarà carcere a oltranza fino a quando il giudice ungherese avrà finito il processo o ci sarà un'altra situazione. Ma in quel carcere lì si può anche morire".

Ilaria Salis in catene

I ministri - si legge in una nota congiunta dei due dicasteri - hanno evidenziato che i principi di sovranità giurisdizionale di uno Stato impediscono qualsiasi interferenza sia nella conduzione del processo sia nel mutamento dello status libertatis dell'indagato".

La vicenda del 2023

Il fatto risale all'11 febbraio 2023 durante un raduno (definito "Giorno dell'onore") che richiama ogni anno a Budapest centinaia e centinaia di nazifascisti da tutta Europa.

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Alle formazioni di estrema destra si erano poi contrapposti i gruppi antifascisti - anche in questo caso arrivati da tutto il continente - e tra di loro c'era anche Ilaria Salis.

Inevitabile, quindi, lo scoppio dei tafferugli. L'italiana era stata arrestata poco dopo mentre si trovava in taxi con altri due manifestanti.

Dopo l’arresto, la 39enne era stata portata in un carcere di massima sicurezza. A sollevare l'indignazione erano state anche le immagini dell'insegnate - con polsi e caviglie ammanettate e tenuta con una catena legata alla vita - all'ingresso nell'aula del tribunale dove si sta svolgendo il processo.

Commenti
RT

.."bravi" questi italiani che vanno a protestare all'estero. Fuori dall ns paese le regole vengono fatte rispettare al 100%, non come qua. Vanno all'estero a far casino e poi pretendono che lo STATO si mobiliti per salvarli sborsando €....magari derivanti dalle tasse dei cittadini. Ma state a casa a risolvere i vs di problemi!

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