Il vaccino Covid spray nasale funziona nei topi (e potrebbe fare la differenza)
Potrebbe essere addirittura molto più efficace rispetto agli attuali sieri da iniettare.
Il vaccino anti Covid sotto forma di spray nasale, messo a punto nella ricerca condotta dall'Università americana di Yale, funziona sui topi. Il suo punto forte è la capacità di arrestare il virus SarsCoV2 nelle principali vie d'ingresso nell'organismo, come le mucose nasali. I risultati, pubblicati sulla rivista Science Immunology, indicano che il vaccino spray potrebbe anche essere in grado di contrastare le varianti del virus.
Vaccino anti Covid spray funziona sui topi
Ad oggi i vaccini anti Covid-19 si somministrano con un'iniezione intramuscolare e agiscono stimolando l'immunità nel sangue, ossia in modo sistemico nell'intero organismo. Molti scienziati pensano però possa essere più promettente bloccare il virus agendo direttamente sulla via che utilizza per entrare nell'organismo, ossia le mucose nasali. Un'intuizione che ha portato, nel maggio scorso, a studiare - in Italia, presso il Policlinico San Martino di Genova - uno spray nasale per trattare i pazienti con una forma lieve di Covid.
A luglio 2021 l'Università britannica di Oxford e i National Institutes of Health (Nih) americani avevano pubblicato risultati incoraggianti dei test su animali del vaccino di AstraZeneca somministrato sotto forma di spray nasale e avevano iniziato i test clinici su volontari sani. In novembre la Russia aveva annunciato la sperimentazione del suo vaccino Sputnik V nella forma di spray nasale. Insomma, lo spunto è considerato valido.
La chiave sarebbe nelle mucose
Il gruppo dell'Università di Yale, coordinato dall'immunologa Akiko Iwasaki, con Ji Eun Oh, Eric Song e Miyu Moriyama, indica che la vaccinazione diretta alle mucose nasali fornisce una protezione contro più virus che aggrediscono le vie respiratorie. Dopo il buon risultato ottenuto sui topi, la ricerca prosegue su altri modelli animali e, se i vaccini nasali si dimostreranno sicuri ed efficaci anche negli esseri umani, i ricercatori prevedono che potranno essere utilizzati in combinazione con gli attuali vaccini anti Covid-19.
Le mucose hanno un proprio sistema di difesa specializzato nel contrastare virus e batteri con i quali possono venire a contatto tramite l'aria o il cibo; quando si presenta una minaccia, le membrane protettive delle mucose producono le cellule immunitarie chiamate linfociti B, che a loro volta generano gli anticorpi chiamati Immunoglobuline A (IgA). Questi ultimi diventano così la prima linea di difesa attiva nelle mucose di naso, stomaco e polmoni. I risultati indicano che sia i vaccini che agiscono per via sistemica sia quelli che agiscono sulle mucose fanno aumentare gli anticorpi nel sangue, ma solo la somministrazione che agisce sulle mucose nasali stimola la produzione di anticorpi IgA nei polmoni, dove i virus respiratori si annidano per diffondere l'infezione.
La tecnica del vaccino spray non è nuova: nel nostro Paese - per esempio - è stato utilizzata già nel 2020 per somministrare l'antivaccinale in età pediatrica.