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Il Tar del Lazio boccia l’obbligo di check-in di persona: tornano le (osteggiate) Key Box?

I giudici hanno annullato la circolare con cui il ministero dell’Interno aveva imposto l’obbligo del check-in di persona per gli ospiti

Il Tar del Lazio boccia l’obbligo di check-in di persona: tornano le (osteggiate) Key Box?
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In Lazio, torna tutto come prima: i giudici del Tribunale amministrativo regionale hanno annullato la circolare con cui il ministero dell’Interno aveva imposto l’obbligo del check-in di persona per gli ospiti di strutture a breve locazione.

Una decisione che il Viminale aveva preso anche nel tentativo di gestire l’enorme flusso turistico generato dal Giubileo ma che, secondo il Tar, sarebbe "immotivata". In attesa di nuovi provvedimenti, o di un ricorso al Consiglio di Stato, i gestori potranno dunque affidarsi a metodi di riconoscimento a distanza.

B&B e affitti brevi: il Tar del Lazio cancella l’obbligo del check-in fisico

È una svolta significativa per il settore dell’ospitalità extra-alberghiera nel Lazio: il Tar ha ufficialmente annullato la circolare del Ministero dell’Interno che imponeva l’obbligo di check-in di persona per gli ospiti delle strutture a breve locazione. Una norma pensata per garantire un maggiore controllo nel contesto dell’imminente Giubileo, ma che secondo i giudici amministrativi si basa su presupposti fragili e immotivati.

Il Tar del Lazio boccia l’obbligo di check-in di persona: tornano le (osteggiate) Key Box?
Campagne dei cittadini contro le key box

Con questa decisione, le strutture ricettive del Lazio tornano alla possibilità di gestire l’accoglienza tramite strumenti digitali e riconoscimento a distanza, come accadeva prima dell'intervento ministeriale.

I tre motivi del no: perché la misura è stata annullata

La sentenza, come riportato da la Repubblica, si fonda su tre motivazioni principali.

1. Contrasto con il principio di semplificazione amministrativa. I giudici hanno richiamato l’aggiornamento al Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS), che sottolinea la necessità di ridurre gli oneri burocratici per le imprese, in particolare quelle turistiche. L’obbligo di check-in in presenza rappresenterebbe un aggravio non necessario per chi gestisce appartamenti o B&B, costringendoli a presidiare fisicamente le strutture per ogni arrivo.

2. Inefficacia del controllo in presenza. Il secondo punto sollevato dal Tar è l’inefficacia sostanziale della misura: anche il check-in faccia a faccia non impedisce che l’alloggio venga poi utilizzato da soggetti diversi da quelli registrati. In altre parole, non c’è garanzia che l’incontro personale assicuri un maggior controllo su chi effettivamente occupi l’immobile. I giudici hanno sottolineato come non sia stata fornita alcuna motivazione concreta per cui il riconoscimento a distanza non possa essere considerato equivalente, se non addirittura più tracciabile.

3. Una circolare generica e senza dati. Infine, la circolare del Viminale è stata ritenuta eccessivamente vaga. Pur facendo riferimento a una “intensificazione” degli affitti brevi su scala nazionale, non viene supportata da dati concreti né da un’analisi puntuale che giustifichi la necessità dell’obbligo imposto. Dario Pileri, portavoce dell’associazione ProLocaTur, ha commentato che la misura era “carente di motivazione” e non spiegava in modo chiaro perché l’identificazione di persona fosse preferibile.

Il nodo delle key box: simbolo dell’overtourism

Sebbene non esplicitamente menzionate, le famigerate key box – le piccole cassette di sicurezza usate per lasciare le chiavi agli ospiti – erano nel mirino del provvedimento ministeriale. Con il divieto del self check-in, queste soluzioni sarebbero diventate inutilizzabili, rendendo impossibile l’accesso autonomo agli alloggi. Le key box, spesso installate su pali e recinzioni nei centri urbani, sono diventate il simbolo della crescita incontrollata degli affitti brevi e dell’overtourism in molte città italiane, scatenando numerose proteste.

Il Tar del Lazio boccia l’obbligo di check-in di persona: tornano le (osteggiate) Key Box?
Proteste contro le key box a Firenze

Il provvedimento del Viminale colpiva tutte le strutture ricettive, ma il suo impatto più diretto si sentiva proprio nei confronti degli affitti turistici gestiti tramite portali come Airbnb e Booking, dove il check-in a distanza è la norma e l’interazione fisica tra host e ospite è spesso inesistente.

I residenti favorevoli, ma la giustizia dice no

La direttiva era stata accolta con favore da molti residenti delle città d’arte italiane, esasperati da fenomeni come la mala movida, il degrado urbano e la percezione di insicurezza legata alla crescita degli affitti brevi. Ma con la nuova sentenza, le regole tornano a cambiare. Il check-in da remoto non è più vietato e resta nelle mani dei gestori decidere come organizzare l’accoglienza dei propri ospiti: incontro diretto o semplice SMS con il codice della cassaforte.

In attesa di possibili contromosse, come un ricorso al Consiglio di Stato, il futuro immediato dell’ospitalità turistica nel Lazio torna dunque a riflettere la flessibilità e l’autonomia che aveva caratterizzato gli anni precedenti.

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